martedì 1 aprile 2014

Georgia: born in the USA (?)

Succede anche questo: sommerso nel traffico di Tbilisi, mentre il cuore batte a mille a causa della guida allegra di Kaka, non credi ai tuoi occhi quando ti imbatti in quello che vorresti fosse un vecchio manifesto pubblicitario e invece è il toponimo di una via non proprio secondaria della capitale.


Ma, bizzarrie a parte (è tutto vero!), oggi ci siamo concentrati su chi è nato nella Georgia Euro(?)Asiatica(?) e per biografie diverse non ha una famiglia su cui poter pienamente contare.

Ma oggi non vogliamo raccontare storie strappalacrime di minori in istituto che vivono in condizioni subumane.
Vogliamo dirvi che, grazie alle politiche di de-istituzionalizzazione introdotte a partire dal 2006, ora nel Paese (il primo in assoluto, parlando di stati ex sovietici) sono rimasti solo 3 istituti (prima 49) che ospitano ancora 120 minori (prima 5.000) privi di cure genitoriali.

Il vecchio Istituto di Rustavi oggi ospita una comunità di pronto intervento per adolescenti di strada. 
E quei 5.000? Dove sono finiti?
La priorità è stata data al reinserimento nella rete famigliare allargata, in seconda istanza l'affido e/o l'adozione nazionale. In tutti gli altri casi, l'invio presso Case Famiglia.
Le strutture, finanziate al 75% dallo Stato, sono gestite dal privato sociale: Caritas Georgia è in prima linea nel settore del sostegno dell'infanzia e dell'adolescenza e anche Caritas Ambrosiana ha voluto offrire il proprio contributo per sostenere e incoraggiare il preziosissimo lavoro avviato.




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