A metà novembre siamo stati per qualche giorno in trasferta nel nord-ovest haitiano. Anche se dell'Haiti che siamo abituati a vivere e vedere qui in capitale ha poco a che fare.
Partiamo dalla missione degli Scalabriniani in un bel gruppetto. Oltre a me, Laura e Marta ci sono Davide (SCE della Papa Giovanni XXIII), Elisa e Luca, suoi parenti. Special guest; don Claudio - fidei donum a Mare Rouge - e don Antonio, responsabile della pastorale missionaria della diocesi di Milano.
Foto di gruppo (quasi al completo) in pieno stile coloniale francese |
Quando si dice che "l'importante è il viaggio e non la meta"....in questo caso entrambi! I paesaggi incontrati cambiano in successione come delle scenografie in uno spettacolo teatrale: zone sconfinate di verde, saline, zone più aride, tratti di percorso costeggiando il mare....per poi arrivare ad appoggiare i piedi sulla terra rossa.
I cosiddetti "bloquis" e "desord" della capitale sembrano un lontano ricordo. In queste zone al massimo si incontrano jeep e pickup fermi a bordo strada per cambiare pneumatico oppure camion che, oltre al materiale trasportato, danno uno strappo ad un folto gruppo di persone incastrato in ogni dove.
Dopo una veloce sosta a Tiriviere - dove abbiamo avuto modo di vedere la scuola e il dispensario da poco costruito - arriviamo alla parrocchia di Mare Rouge. Qua ad accoglierci ci sono altri tre fidei donum ambrosiani: don Levi, don Mauro e Madda.
Le persone incontrate al nostro passaggio sembrano accennare con maggiore disponibilità un saluto o una specie di sorriso. Saranno le dimensioni meno metropolitane dei villaggi da cui passiamo oppure l'abitudine a veder girare per le strade dei bianchi...chi lo sa?
Rimanendo comunque dei "moun blanc" (letteralmente uomo bianco...niente a che vedere con il famoso marchio di penne), siamo sorpresi nel sentirci rivolgere anche un "nou bel!" da parte di alcune donne impegnate a lavare i panni nel fiumiciattolo che stavamo guadando.
Il problema è che in creolo "nu" viene usato sia per la prima persona plurale sia per la seconda.
Ci piace vedere il bicchiere mezzo pieno e interpretarlo come un "siete belli!". C'è sempre una prima volta !
A Mare Rouge, oltre a trascorre un pomeriggio con i ragazzi della parrocchia, abbiamo avuto modo di conoscere l'Aksyon Gasmy: un'associazione costituita da volontari e professionisti haitiani (artigiani, fiseoterapisti, maestri) che seguono da vicino la realtà dei bambini con disabilità presenti in più villaggi della zona.
Il giorno successivo è già tempo di spostarsi.
Dopo un'oretta di strada raggiungiamo Mole Saint Nicolas, località toccata dal nostro Cristoforo Colombo durante il suo viaggio verso le Indie.
Qui siamo accolti da una simpatica comunità di suore italiane provenienti da differenti congregazioni.
La domanda allora è sorta spontanea: ma quante congregazioni femminili esistono nella chiesa? Rimarrà un segreto o Piero Angela sarà in grado di dircelo prima o poi?
Al momento le suore di Mole si sono limitate a spiegarci le caratteristiche di ogni congregazione di appartenenza.
Misteri della chiesa a parte, la loro piccola comunità - situata in un luogo così bello ma altrettanto dimenticato di Haiti - ci ricorda l'importanza di vedere, in tutte le cose, prima ciò che ci unisce e successivamente ciò che ci rende diversi.
A Mole abbiamo avuto la fortuna di navigare sopra uno splendido lembo di mare che separa le due piccole penisole, il cosiddetto canale del vento.
Incontrando proprio uno di loro che stava rientrando con il carico di pesci tra le mani veniamo a conoscenza che la scuola presente nel villaggio non è più in funzione. I maestri se ne sono andati perché non ricevevano più lo stipendio. Chi può e vuole frequentare la scuola deve raggiungere il centro abitato di Mole....non proprio dietro l'angolo.
Matteo
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