martedì 22 maggio 2018

La generazione apatica post rivoluzione scuote il governo Ortega

Cosa sta succedendo in Nicaragua?


In questi giorni, migliaia di lavoratori, pensionati e studenti hanno occupato massivamente le strade del Nicaragua e gridato all'unisono "¡afuera Daniel!".


Si tratta della più lunga e intensa protesta cui deve far fronte Daniel Ortega da quando è ritornato al potere 11 anni fa. Ebbene sì, la cosiddetta generazione apatica, dal basso della sua incomodità sociale, è in protesta contro il governo. Sono giovani, sono tant* e ciò che chiedono, senza mezze misure, è molto chiaro: "¡Que se vayan!" riferendosi alle richieste delle dimissioni della coppia presidenziale Ortega-Murillo da parte del popolo. 


Dopo quasi un mese di protesta e di resistenza cittadina, si calcolano 76 morti, 15 dispersi, 868 feriti e centinaia di imprigionati. 


Come si è arrivati a questo punto? 


Nella foto, uno dei cartelli di propaganda politica di Daniel Ortega, sparsi in tutto il paese. 


Origine del problema


Le cause del malcontento popolare sono due: l'incendio della riserva naturale Indio Maíz e l'approvazione di una riforma sulla previdenza sociale. 

Incendio - All'inizio di Aprile, piccoli gruppi di persone iniziano a protestare per le strade di Managua, chiedendo spiegazioni al governo sull'incendio della Riserva Biologica Indio Maíz che, per la sua estensione e il grado di conservazione, è la più importante in America Centrale. Si tratta di migliaia di ettari di terra bruciata e l'allarme è stato lanciato solamente tre giorni dopo l'accaduto. Secondo i manifestanti, il governo ha cercato di sminuire la gravità dell'incendio e non ha reagito con prontezza per evitare i danni

Incendio della riserva naturale Indio Maíz


Riforma - Lunedì 16 Aprile, il Governo, insieme all'Instituto Nicaragüense de Seguridad Social (INSS), approva una nuova riforma sulla previdenza sociale. Quest'ultima prevede l’aumento delle tasse per i lavoratori e per i datori di lavoro, inoltre, cambierà la formula di calcolo delle pensioni, riducendole e sottraendo a queste una percentuale per l'assicurazione sanitaria. 
Questa notizia sferra un colpo durissimo al popolo nicaraguense, di cui buona fetta vive nella precarietà e sulla soglia del salario minimo.

Perché viene approvata questa nuova riforma?

La causa è un acquisto azzardato da parte del governo Ortega: nel 2016 l’INSS inizia a negoziare l’acquisto di Sumedico, un’impresa medica indebitata. L’anno seguente l’Istituto compra il cento percento delle azioni dell’impresa ad un prezzo di 15 milioni di dollari, 5 milioni di dollari in più rispetto al suo prezzo di mercato. Secondo i dati del Colegio de Contadores Públicos de Nicaragua, per coprire questa spesa e recuperare l’investimento, ci vorranno almeno 42 anni.

 Le domande che si pongono le persone sono: da dove è stata presa questa somma di denaro per l’acquisto dell’impresa? Da quale ramo della sanità sono stati tagliati questi 15 milioni di dollari?

Una cosa è certa, con l'approvazione della riforma, a pagarne le spese saranno i contribuenti e i pensionati.

Pagina del giornale nicaraguense "La Prensa"


La nuova riforma contraddice il sistema di solidarietà su cui è fondata la previdenza sociale in Nicaragua

I primi a soffrire a causa della riforma saranno i pensionati. Secondo Uriel Pineda, specialista in diritti umani, questa riforma contraddice il sistema di solidarietà su cui si fonda la previdenza sociale in Nicaragua. Pineda afferma:” Il contribuente, quando era giovane, ha già pagato per aiutare i pensionati e ora che gli spetta ricevere, gli viene sottratta una percentuale per mantenere le future generazioni, di nuovo”.

Secondo lo specialista, è innegabile che il paese stia vivendo una transizione demografica, per questo, tra non molto, il Nicaragua sarà una società a maggioranza anziani, così come succede in Europa. Questo, dal punto di vista del calcolo attuariale che sostenta il regime delle pensioni, è svantaggioso.

Inizio delle proteste

Motivati da queste ingiustizie e dalla poca chiarezza da parte del governo, Mercoledì 17 Aprile, centinaia di persone scendono per le strade, dando il via alle prime proteste nelle principali città del Nicaragua: Managua, Leon, Granada e Masaya.
A dare l'impulso alle proteste sono proprio i pensionati delle diverse organizzazioni sindacali. Questi ultimi invitano i cittadini nicaraguensi a manifestare e a denunciare l'illegalità della riforma, in quanto questa fu approvata dal consiglio direttivo dell’INSS e non dall’Assemblea Nazionale, l’unica istituzione autorizzata ad imporre tributi ai cittadini.
Lo stesso giorno, centinaia di sostenitori del governo, su appello della vicepresidente Rosario Murillo, scendono per le strade a favore della riforma. Questi gruppi non sono soli, ma accompagnati dai cosiddetti "motorizados" (gruppi violenti pagati dal governo, muniti di moto, caschi e manganelli) che si sono introdotti nella manifestazione causando terrore e decine di feriti.


Gruppi di "motorizados" a Managua


I "motorizados" aggrediscono i manifestanti a Managua


Un esponente della Juventud Sandinista aggredisce un giornalista a Managua

Violenza della polizia e dei gruppi paramilitari

Dopo le prime violentissime giornate di protesta, si contavano già una decina di morti, per lo più studenti. Lo stato ha represso giorno dopo giorno qualsiasi dissenso popolare e dopo un ansioso silenzio, Daniel Ortega decide di revocare la riforma, ma ormai non basta. Il popolo è scioccato dalla violenza della polizia e dei gruppi paramilitari nei confronti dei manifestanti e chiede giustizia per i morti. Sono in migliaia a partecipare alle manifestazioni: anziani, studenti, giovani famiglie con bambini, lavoratori e si estendono su tutto il territorio nicaraguense.


Manifestazione studentesca a Managua

Tre manifestazioni massive (23, 28 aprile, 9 maggio) hanno colorato il paese di bandiere bianco-azzurre e dichiarato a Ortega che nessuno è disposto a perdonare la violenza che ha usato per reprimere le grida di giustizia.

"Eran estudiantes, no eran delinquentes" è una delle frasi diventate slogan e gridate durante le proteste contro il governo Ortega.


Durante i giorni di protesta, le università (UPOLI, UNAN, UCA) diventano il luogo d'incontro degli studenti e anche il luogo di battaglia. Quasi ogni sera gli studenti subiscono un doppio attacco, da parte della polizia e da parte dei gruppi orteghisti. Vengono uccisi altri studenti e si contano altre decine di feriti.
L'unico modo che gli studenti hanno per denunciare queste aggressioni, sono le condivisioni dei video in diretta sui social  su ciò che stava accadendo all'interno dell'università, chiedendo, così, aiuti dall'esterno e denunciando la violenza. 

Studenti manifestano davanti all' Università UCA, Managua

Oggi sul web ci sono centinaia di video che ritraggono questi momenti e che hanno aiutato a portare la testimonianza anche al di fuori del paese.
In questo mese, i brutali attacchi da parte della polizia e dei gruppi paramilitari nel confronti dei manifestanti sono innumerevoli. Tra questi, bisogna ricordare l'aggressione agli studenti che stavano manifestando nelle vicinanze della UCA (Universidad Centroamericana). Questi ultimi si sono dovuti rifugiare all'interno dell'università, ma i gruppi orteghisti, muniti di caschi e armi, sono riusciti a introdursi all'interno della struttura, dando il via al massacro che ha causato decine di feriti. Questo breve video mostra il momento dell'attacco.


Studenti attaccati dalla polizia e dai gruppi paramilitari, Managua

Un altro attacco violento è avvenuto all'interno della cattedrale di Managua: degli studenti stavano raccogliendo cibo e acqua per i manifestanti all'interno della cattedrale e sono stati circondati e picchiati violentemente dalla polizia come dimostra questo video.

Punto di non ritorno 

A Managua sono stati abbattuti decine di alberi della vita - immense costruzioni in ferro - che sono costati ai cittadini diverse centinaia di migliaia di dollari


In questo mese di totale disordine sono stati commessi dei crimini imperdonabili da parte del governo Ortega: assassinio di studenti, minacce di morte ai manifestanti, imprigionamento di centinaia di persone, torture dei manifestanti nelle carceri. 

Ancora oggi la situazione è molto complicata. Si sono organizzate giornate di dialogo, ma senza ottenere molti risultati. I movimenti presenti al dialogo hanno chiesto la rinuncia al potere della coppia presidenziale. In questo video , Lesther Alemán, studente ventenne e membro della Coalizione Universitaria, chiede con impressionante lucidità e chiarezza l'arresto immediato degli attacchi contro gli studenti e le dimissioni immediate di Ortega. Gli studenti hanno urlato "asesino" in diretta tv, mettendo così a nudo il presidente che, trent'anni fa, sconfiggeva la dittatura di Somoza. Un presidente che di sandinista e di sinistra non ha più nulla e che per decenni ha sporcato gli ideali rivoluzionari con cui inizialmente è salito al potere. 



Lesther Aleman durante il dialogo con il Presidente Ortega

Per concludere

Oggi, 21 maggio, c'è la terza giornata di dialogo e tutti aspettano di saperne l'evoluzione. Non si possono fare previsioni, ma l'aspettativa di milioni di persone è che Ortega se ne vada. Le probabilità che ciò avvenga sono molto basse e inoltre la coppia presidenziale ha fatto una tabula rasa delle opposizioni politiche nel paese, quindi immaginare un sostitut* risulta molto difficile in questo momento.

Una cosa è certa, non si può tornare indietro. Il popolo nicaraguense è agguerrito per il cambio. Decine di alberi della vita di Managua sono stati abbattuti, immense costruzioni in ferro che sono costati ai cittadini diverse centinaia di migliaia di dollari. Tonnellate di ferro che hanno sostituito alberi veri, imponendosi sulla città, così come ha fatto il potere di Ortega in questi ultimi 10 anni.


Alberi della vita abbattuti a Managua



Albero della vita abbattuto dai manifestanti a Managua




Mercedes Sosa





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