sabato 15 maggio 2010

62 anni

Oggi sono 62 anni. Il 15 maggio del 1948 gli eserciti di Egitto, Siria, Libano e Transgiordania entrano in Palestina invadendo il neo-proclamato Stato di Israele, dando il via a una guerra regionale che risulterà nella sconfitta delle forze arabe, nell’espansione del territorio di Israele e nella fine di ogni proposta di spartizione fatta dalle Nazioni Unite.

Oggi i Palestinesi e tutto il mondo arabo ricordano l’inizio della
Nakba, la catastrofe - Il giorno in cui i più di 700mila persone sono diventate improvvisamente una nazione di rifugiati.

Parlare di Palestina in Giordania significa parlare di oltre il
60 percento* della popolazione del regno, una testimonianza vivente di quello che hanno significato gli eventi del ’48 e dei decenni successivi. Ma ora i Palestinesi sono stanchi, rassegnati, hanno paura per il loro futuro. Dopo 62 anni di sofferenze, umiliazioni e rabbia la speranza se n’è quasi completamente andata.





Fayrouz

Sanarji'u (We shall return)


We shall return to our village one day
and drown in the warmth of hope
we shall return
though time passes by
and distances grow between us.

O heart don't drop wearied
on the path of our return
how it wounds our pride
that birds tomorrow will return
while we are still here.

There are hills
sleeping and waking on our pledge
and people who love
their days comprised of waiting
and nostalgic songs
places where willows fill the eye
Bending over the water
while afternoons in their shade
drink in the perfume of peace.

We shall return
the nightingale told me
when we met on a hill
that nightingales still
live there on our dreams
and that among the yearning hills
and people there is a place for us
0 heart then
how long has the wind scattered us.
Come, we shall return
let us return.
* Questo dato comprende anche seconde e terze generazioni di palestinesi ma si tratta di una proporzione di massima non esistendo, com'è ovvio, statistiche precise a riguardo.

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