sabato 4 marzo 2017

"Tutto col gioco, niente per gioco"


“Tutto col gioco, niente per gioco”...non mi prenderò il merito per l'ideazione di questa frase, chi ha avuto a che fare con degli scout l'avrà sicuramente già sentita ed io l'ho presa in prestito perché trovo che abbia un grande significato, a tutte le latitudini ma forse qui anche più che in altri posti.

Durante la formazione fatta in Italia dal 9 al 20 gennaio un giorno ci è stato chiesto di descrivere in tre parole in cosa consistesse il nostro servizio secondo noi, cosa caratterizzasse maggiormente le attività che facciamo nei nostri paesi esteri....io tra le parole ho messo GIOCO.

Io presto il mio servizio in una delle baraccopoli più dure che esistano, con le persone più povere al mondo...e gioco.
Sul momento non mi sono resa conto della grandezza di questa cosa ma a un mese e mezzo circa dal mio ritorno ad Haiti sto ripensando e rivalutando tante cose che ho sempre trovato scontate e delle quali oggi invece sto riconoscendo la potenza.

Come ho già scritto molte volte, il centro di Kay Chal al mattino si dedica a quei bambini e ragazzi trasferitisi dalla provincia e che ora vivono da Restavek in case nella capitale, insieme a famiglie affidatarie.
Quando sono arrivata e ho conosciuto questi ragazzi, guardandoli e lavorando con loro non mi sono resa conto di quanto potesse essere dura la loro vita perché a Kay Chal sono bambini e giovani come gli altri, ridono, studiano, scherzano e sembrano sereni.
Poi ho cominciato a fare delle visite familiari insieme ai maestri della scuola presso le case in cui vivono i giovani di Kay Chal mattina e ho scoperto un mondo totalmente diverso e ai miei occhi assurdo, davvero. Ho scoperto che per venire a scuola ora molti ragazzi si alzano alle 4 del mattino e svolgono le faccende domestiche che gli competono, preparano i pasti, puliscono casa e vanno a prendere con i secchi una quantità di acqua che sia sufficiente alla famiglia per il tempo in cui staranno via per venire a Kay Chal. Dopo questo corrono a scuola e li finalmente sono bambini ragazzi come gli altri...fino alle 12 ora in cui tornano alla loro vita di lavori domestici e spesso di abbandono. Inoltre molti di loro sono constretti a rimanere in piedi fino a molto tardi la sera per completare i lavori che devono svolgere.

E allora oggi voglio parlare della grandezza di una cosa così semplice e banale per un bambino e per un adolescente che è il GIOCO ma che a volte e in alcuni contesti può restituire serenità a chi vive in condizioni così difficili.
A noi a Kay Chal non serve molto, una corda per saltare e una palla, delle semplici costruzioni, qualche mazzo di carte e possiamo impegnare le ricreazioni di un'intera settimana, facendo spuntare un bel po' di sorrisi sul volto di chi potrebbe non avere poi
tante ragioni per farlo!

Chi mi ha aiutato a riflettere su questo è stata Suor Maria, la stupenda suora irlandese che con grande passione e pazienza insegna matematica agli alunni di Kay Chal mattina... un lunedì durante la ricreazione io e Federico, come ogni lunedì, abbiamo messo a disposizione la corda e la palla perchè i ragazzi potessero giocare e ovviamente lo abbiamo fatto insieme a loro...noi siamo abituati alle risate dei bambini, siamo entrambi educatori nelle nostre parrocchie e nei nostri gruppi, ma Suor Maria ha guardato più lontano e a ricreazione finita ci ha confidato di essersi commossa vedendo quei bambini e quei ragazzi giocare e ridere di gusto in quel modo, perché la loro vita è così dura che l'essere capaci di divertirsi e di tirare fuori tanta gioia le era sembrata una cosa straordinaria. E forse ha ragione, forse è straordinario!


Grazie a questa esperienza sto riscoprendo e imparando tante cose meravigliose.
Sto riscoprendo la profondità del fare “tutto col gioco ma niente per gioco” e sto imparando a non dare per scontato il sorriso di un bambino perché spesso i sorrisi che vedo qui a Kay Chal sono gli unici che questi ragazzi hanno a disposizione e voglio godermeli tutti!!

A presto.

Silvia

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