Io e il mio papà stiamo molto bene insieme, lui si prende cura di me e mi fa i codini ogni mattina.
Insieme a lui stiamo cercando di trovare una nuova casa.
Non è facile, ci abbiamo già provato più volte, ma sembra sempre così lontana.
L'ultima volta che ci abbiamo provato, tu eri appena arrivata al campo, ed è per questo che il primo giorno non mi hai visto in mezzo a tutti quei bambini.
Mi piace molto giocare, colorare, mettere la musica e ballare. Non parlo molto, sono molto tranquilla e affettuosa".
Lei è A., una bambina di soli 4 anni che ho incontrato nel campo di Bogovadja, non so bene la sua storia, non so perché la mamma non sia con lei, non so se abbia paura o sia fiduciosa. Non so se capisca cosa stia vivendo e cosa sia il game.
So solo una cosa, che è una bambina, dolce, solare, che parla con gli occhi, il cui padre vuole portarla verso un futuro migliore.
"Ciao sono F. vengo dalla regione del Kashmir in Pakistan. Ho 32 anni e cerco un posto migliore dove poter lavorare e ricostruirmi una vita. Parlo molte lingue, più di 6. Al mio paese facevo lo speaker radiofonico. È così che ho imparato tante lingue.
Mi piace giocare a pallavolo, stare in mezzo ai giovani, mi piace parlare e fare qualche partita a Jenga.
Ho fatto un viaggio molto lungo e ora sono fermo qui, in Serbia. Voglio cercare di arrivare in Bosnia, sai... lì ho un amico, per poi venire in Italia.
Sono già partito tante volte per il game, l'ultima volta mi hai visto andar via, per poi vedermi ritornare. Ho passato la notte nel bosco, senza bere né mangiare. Senza mangiare ancora ancora, ma senza bere... È dura sai! Quando ero lì solo pensavo a voi ragazzi, siete voi che mi avete dato la forza.
Ce l'avevo quasi fatta ma mi hanno preso e rispedito qui. Appena tornato ero molto stanco, ci sono voluti un po' di giorni prima che mi riprendessi.
Sono contento di essere in questo campo perché ci siete voi, voi siete miei amici e lavorate molto, con i bambini e con le donne, ma anche con noi, per rendere le cose meno brutte, Grazie.
Ah dimenticavo, ieri ti ho chiesto "what is home? Ci ho pensato: "Home is a Dream".
Lui è F. un single man (è così che si dice) ancora giovane, con la voglia di andare, non arrendersi e provarci fino alla fine. Un uomo coraggioso, che ha sfidato il game da solo. Un uomo segnato dalla vita ma che ancora la Vita la ama.
"Ciao sono S. Ho 29 anni e vengo dall'Iran. Sono qui da sola, o meglio con la mia bambina a 4 zampe. Mi piacciono molto gli animali, in Iran ho anche un gattino; mi manca molto. Mi piacciono gli animali perché sono migliori degli uomini. Loro se ti amano, ti amano e basta, senza riserva.
Condivido la mia stanza con ragazze Somale, con loro mi trovo bene, sono diventate mie amiche.
Le giornate qui sono molto noiose, sempre uguali. Non c'è mai niente da fare.
Posso portare queste cose in camera? Così finisco il lavoretto e non mi annoio."
Lei è S. una ragazza Iraniana molto bella, sempre in giro con il suo cagnolino. Parla inglese abbastanza bene. Il suo sguardo spesso sembra assente, sconnesso dal mondo, vuoto. Chissà cosa pensa, chissà cos'ha vissuto, chissà cos'ha visto.
Queste sono solo pezzi di storia di vita di alcune delle persone che ho incontrato nel campo. Ce ne sono a migliaia, a Bogovadja in Serbia, in Bosnia, in Grecia, in Italia, in giro per il mondo.
Sono tutte persone accomunate dalla volontà e dal diritto di desiderare per loro e per i loro figli una vita e un futuro migliore.
Noi abbiamo la possibilità e la libertà di andare in Inghilterra o in Germania per cercare un lavoro più gratificante, perché loro no?!
Federica
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