Quando si va in bici, da soli o in gruppo, c'è un momento in cui devi stare al vento.
In gruppo, si fanno i turni. Darsi il cambio, si dice in gergo. Sei il primo e copri con il tuo corpo tutti gli altri dietro di te. Tu fatichi un po' di più, e permetti a chi sta dietro di faticare po' di meno.
Dai quello che riesci, poi tocca ad un altro, a sua volta secondo le sue possibilità.
Marxismo a due ruote.
Ma in realtà se ci penso è la naturale azione che si applica a tutti i contesti e in tutti i luoghi, almeno in quelli sani. Ci si aiuta, o comunque ci si prova.
È relazione, è solidarietà, è chourmo, immischiarsi.
E' talmente azione normale che si dà per scontata. Così come si danno per scontate le possibilità.
Avere la seconda occasione è ciò che muove il mondo, almeno questo pezzo di mondo. E poi aver la terza, la quarta, infinite occasioni. Chiamala speranza, chiamalo desiderio, chiamalo sogno, c'è chi la chiama provvidenza. C'è pure chi, nella fatica quotidiana, lo chiama “andare avanti”.
Andiamo avanti. Sempre avanti, cazzo.
Io, nel mio percorso, l'ho chiamata utopia. La carota da inseguire, da raggiungere sapendo che non è lì per essere raggiunta, ma per stimolo, per alzare il culo, per muoversi, per cercarsi le occasioni e agguantarle e per rimuoversi e così via, con la libertà deliberata pure di non coglierle, certe possibilità.
Domani andrà meglio. Domani ci saranno altre chance, altre avventure, altri pezzi da mettere insieme.
- E pensare che domani sarà sempre meglio – Lo canta pure Vasco, cazzo, più vero di così.
E poi l'assolo di chitarra. Sublime.
A Madina sono mancate occasioni e mischia.
Madina non ha sperimentato la seconda occasione, perchè non ha raggiunto la prima.
Nessuno è stata al vento per lei. Sì, la sua famiglia, pochi altri.
Madina era una sveglia e furba bambina afghana. L'ho incrociata in agosto, in Serbia, in un centro di transito per richiedenti asilo, nel mio rozzo (e saltuario) tentativo di star al vento per qualcun'altro. La superavo di qualche centimetro e di trent'anni. Mi superava in inglese, in serbo, e probabilmente pure nelle esperienze vissute.
Io, l'ho superata in occasioni.
Con la sua famiglia cercava di entrare in Croazia, qualche giorno fa. Croazia vuole dire Europa, vuole dire asilo politico, per una bimba afghana.
E' il tentativo dei molti rimasti imbrigliati tra le frontiere chiuse. E' il carpe diem, l'attimo da cogliere. E' il game, la scommessa da fare. Superare il limite, il border, il cazzo di border.
We go game.
Chiamala speranza, chiamalo desiderio, chiamalo sogno, è il faro nella notte, è l'idea che domani sarà sempre meglio, saremo al di là di questo filo spinato che ora ci sbarra il passo, faremo ciao con la mano ai poliziotti di confine, faremo ciao dando loro le spalle.
A volte capita però che son loro a far ciao a noi. E che sì, le spalle gliele diamo, ma per tornare indietro. Il più delle volte, a dir la verità. Game over, scommessa persa. Niente di nuovo, ci saranno altre occasioni.
E anche oggi Welcome Europe domani.
Madina tornava indietro assieme a mamma e fratelli, di notte, rimbalzata da polizia e filo spinato. Erano lungo la ferrovia, - Tornate indietro da lì – gli han detto. Solo che ferrovia non è solo binari, a volte è anche locomotiva e vagoni. E' Treno. Treno? Cazzo, un treno!! Nel buio, tutti si sono scansati per evitare l'espresso in arrivo. Tutti? Tutti. Tutti tutti? Ma sì certo, ti ho detto tutti!
Ed invece non andò proprio così. Non tutti. Madina, sveglia e furba, a questo giro non è stata abbastanza rapida.
Che la vita distribuisce dolore all'improvviso ma non esiste il marxismo del dolore. C'è chi lo riceve a volte, chi mai, chi sempre, chi ben distribuito, chi tutto assieme.
- Ciascuno secondo le proprie possibilità – è falso per chi nel dolore ci sguazza.
È falso per Madina, che si è spenta lungo una cazzo di ferrovia a ridosso di un confine.
E' falso per tanti altri come lei, bambini e non, costretti a scappare, ad aspettare il cibo, ad elemosinare un cazzo di visto, o un timbro.
Ed io? Io proprio non so altro fare se non maledire le mie scontate occasioni ed imparare a stare al vento. Ed a pensare che il mondo, senza Madina, sia sempre più guasto.
Che la terra ti sia lieve bimba, amica mia.
Hai visto Madina, volevi un cane, eccolo! Bello vero?
Ora però non scassare ancora, non ci sei solo tu.
No un altro palloncino no Madina.
Please, Daniel!
No, te l'ho detto, non ci sei solo tu.
Domani, magari.
Daniele
Grazie Daniele! Di cuore...
RispondiEliminagrazie a te per la lettura e il pensiero
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