martedì 18 febbraio 2014

Libano: "Talk about a dream try to make it real"

Le chiamate inaspettate nei posti più improbabili. Una notizia che ti lascia senza fiato e che fa impazzire il cuore facendolo battere a velocità incredibili: ecco come è iniziata questa avventura. Con il cuore leggero ho vissuto gennaio e poi, in un battito di ciglia, è arrivato febbraio e la formazione, ossia la conoscenza degli altri SCE.

La prima settimana residenziale è stata esplosiva, proprio come quei fuochi d’artificio che salgono in cielo silenziosi e al momento giusto mostrano i loro colori illuminando l’atmosfera e lasciando un segno sia nel cielo, sia negli occhi di chi li sta guardando. Insieme condividevamo emozioni, pensieri, riflessioni e così, piano piano, abbiamo iniziato a realizzare che la partenza era sempre più vicina e che il sogno si stava concretizzando davvero. Tutto questo generava anche un po’ di paura, normalissima e lecita, che però si faceva più piccola davanti all’entusiasmo e all’energia del gruppo.

Nelle altre settimane, un po’ più “consuete”, siamo entrati nella parti più tecniche e burocratiche, nonché abbiamo potuto inquadrare un po’ meglio il contesto in cui andremo a inserirci e a lavorare. Nonostante la partenza sia imminente non è così facile realizzare e rendersi conto che fra una settimana ci sveglieremo in un posto diverso dall’attuale casa. Questo in particolare per noi “libanesi” che non abbiamo ancora una casa e che, per svariate complicanze, non abbiamo ancora una data di partenza precisa.
Oggi, 18 febbraio, io e Stefano, abbiamo conquistato il primo traguardo burocratico, procurandoci il visto al consolato libanese. Come una vera e propria squadra abbiamo superato pazientemente le diverse “prove” e la ricompensa ci porta ancora un passo più in là verso a nostra destinazione. 

Il sogno prende un po’ più forma.


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