Sono Pazzi Questi Etiopi
In precedenza accennavo all’area 17. È qsta zona misteriosa ke tutti sanno dovè ma nessuno capisce. Un po’ jellata, come suggerisce il nro. C’è bisogno di scriverlo? È l’Etiopia. A seguire un elenco degli arcani collezionati in qsti mesi. Sicuro che anke gli Etiopi potrebbero stenderne uno (ben + pingue?) se capitassero in Italia (o anke solo su d me), èl mio turno. Tanto per cambiare.
_ La giornata nell’area 17 inizia colla luce alle 12, che corrispondono alle 6 del mattino del Resto del Mondo. La loro “una” sono le nos3 7 del mattino. Qdo arrivano a 12 (le nostre 18) riazzerano. Qua è il 2000. Per la precisione il 7° mese (di 13 mesi, l’ultimo dura 4 o 5 giorni) del 2000. Il calendario liturgico in Addis e nel Nord dell’Etiopia segue la frequenza ortodossa, così come diversi aspetti della messa cattolica rimandano a quelli compassati ortodossi. Il mondo definisce gli ortodossi etiopi “copti”, ma se kiedi a loro ki è un”copto” non sanno rispondere.
_ Nei bagni etiopi ci sono sempre 2 rubinetti, uno rosso, e uno blu. Di solito ne va solo uno. Talvolta 2, altre volte non c’è acqua. Indipendentemente dal colore, l’acqua è sempre fredda. Poi c’è la mia doccia, attaccata al boiler. Al rosso corrisponde l’acqua fredda. La prima volta sbagli, poi telo ricordi finkè campi.
_ La notte del mio compleanno il rubinetto della cucina (in una drammatica replica di un'esplosione d 2annie1\2 fa) è rimasto in mano ad una Stefania urlante. Il figlio del proprietario d casa, sveliato verso l'una, l'ha aggiustato con dei capelli.
_ Ad Addis Abeba esiste (come in molte altre città che non conosco) una professione che non immaginavo: il pastore di città. È colui che porta a spasso il suo gregge per i marciapiedi cittadini e viene fermato dai macellai che scelgono il capo che preferiscono. Quelli già prenotati hanno un segno colorato sul manto. Non valgono i capi politici. Poi, a seconda di come viene tagliato, ma questo è valido soprattutto per i manzi, e delle preghiere che vengono pronunciate, la carne finirà esposta in un carnivendolo musulmano o ortodosso. Colla crocetta o la piccola luna. Per un cristiano mangiare la carne musulmana è un peccato da confessare.
_ Ci sono poki semafori, e in quelli ke c sono l’arancione avvisa le macchine in griglia d partenza ke il rosso (oltre al verde) sta finendo. Quanto sono milanesi? Quanto sono tamarri? Vi basti sapere ke stiamo guidando una Toyota Corolla con 2 luci elettriche azzurre sul cofano e il pedale largo da formula 3 (può essere la Formula 3?). Ma automobilisticamente parlando, Addis è un piacevole salto nel passato; se solo non fossero così tante (ma poke rispetto a Nairobi, mi allertano Roberto, Alberto e Gioverto). E un piacevole salto in un futuro (!?) possibile, dove la makkina non è una proprietà privata, ma un bene collettivo e ognuno si paga la benzina (come nell’ideale Libero Stato del mio amico Riccardo Fabiani): qua un po’ tutti sono in grado di aprirti la makkina, soluzione (cui abbiamo già ricorso un par d volte) x ogni volta ke sbadati italiani lasciano le kiavi dentro una makkina kiusa.
_ Una mattina, prima d’andare in ufficio (da adolescente temevo che prima o poi mi sarebbe toccato usare un’espressione del genere, ma non credevo sarebbe successo in Etiopia), mi reco a riconsegnare i vuoti delle bottiglie ad Ato Boldon (1° di 3 soprannomi di Ato Tolcia, proprietario d casa nostra, vicino d casa e gestore d un piccolo spaccio di coca –indicata per i problemi d stomaco- e birra –indicata per i problemi-). Ma il suo esercizio commerciale è ancora chiuso: allora guardo il portone di legno robusto per qualche secondo, come in attesa, sotto gli occhi spettatori di un ragazzino che si starà chiedendo perché io non mi muova. Indico la porta, agitando l’indice, la guardo forte e questa si apre con dietro A’torcia (2° d 3 soprannomi). La porta non aveva occhielli o fenditure. Vorrei potere scrivere che il bambino è scappato via urlando, ma si è limitato a sorridere. La mia magia in Africa stupisce poco.
_ Una mattina, prima d’andare in ufficio (da adolescente temevo ke prima o poi sarei diventato ripetitivo, ma non credevo sarebbe successo a 27 anni) esco dal mio cancello. Beh, qsto tutte le mattine. Solo ke stavolta, a 3 metri da me un uomo etiope mi fissa, imponente, giacca&cravatta, valigetta, occhiale da sole. Mi scruta, mi aspettava. In vista non c’è nessuna donna con un coniglio bianco tatuato. Pensapensapensa. Morpheus non m’aveva avvisato. Mi giro d scatto, devo telefonare a Trinity, ma è morta in Matrix Revolutions, vedo un altro uomo, identico, giacca valigetta occhiale scuro cravatta massiccio. È finita. “I federali, Etì, scappa!”. Maurizio m’aveva fatto cancellare il post in cui descrivo troppo dettagliatamente la situazio politica dell’Etiopia, ma Ale non era riuscito ad eliminarlo dai risultati di google.. Il 2° marcantonio mi rivolge la parola in inglese. Fingo d non capire. Dovevo lasciare stare Zenawi, melo diceva la mamma. Mi chiede se parlo francese, in francese. Nuà. Mi kiede dove sto andando. “Work”, rispondo, iniziando a camminare. Impassibili, mi seguono collo sguardo. Appostamento fallito. I’m sorry, ma sono già trai testimoni d Genova (a proposito, son qua ad Addis a scrivere sulla giustizia etiope e apprendo che l’ordinamento italiano per legge non è attrezzato a sanzionare la tortura), e poi sarebbe un casino collo smistamento della posta, voi mi capite, quella consonante…
_ Sul frigo di un bar sono appuntati in inglese i prezzi delle bibite: coca 2,5 birr, merinda 2,5 birr, acqua 2,5 birr, bottiglia vuota 5 birr. [Il tutto ha una spiegazione, che ho capito dopo. E forse anke tu c puoi arrivare. No, forse no. Rimane la misteriosità dell’informazione].
_ Il panettiere di fianco alla nostra casa ha appiccicato fuori dalla porta la foto ritagliata da un giornale d un calciatore italiano. Lui è evidentemente un finissimo intenditore di pallone, ed ora nella via siamo in 2 a guardare quotidianamente la maglia di Andrea Pirlo. Lui in foto, originale; io dal vero, tarocca. Ma tra tutti i campioni della Premier League? E tra tutti i calciatori italiani ke possono piacere, devi essere davvero un pozzo di comprensione calcistica per volere onorare Andrea della presenza cartacea in questo pezzo di Addis. Certo, da qdo ha quella foto ho ripreso a comprare il pane da lui e non dove è + buono; forse Merado (il ragazzino panettiere) è semplicemente molto sveglio nel compiacere alla clientela.
[All’indomani della vittoria contro la Francia, passo da lui per complimentarci: tra inglese e amarico gli dico ke Pirlo ha mandato a casa i francesi, ma non vedo + la sua foto attaccata alla porta. L’esito della conversazione con Merado è il seguente: il ragazzino kiama un bimbo vicino, me lo indica e gli dà un ceffone. Provo ad intervenire, ma il tutto si è già concluso senza ke io capisca nulla. Un’interpretazione vorrebbe il bambino strappatore della foto d Pirlo, ma non credo sia così facile].
_ Le donne possono scegliere tra decine di tagli di capelli, ognuno dei quali assume ai miei occhi valenze artistiche; quelle che li preferiscono lisci all’occidentale vanno dal parrucchiere a farseli stirare ogni volta che se li lavano, mediamente ogni 3 giorni investendo così gran parte del mediamente basso reddito familiare. A differenza ke in Italia, nessuna va a farsi la permanente. In compenso gli uomini possono scegliere un unico taglio: corti&ricci, per me, grazie.
_ Ogni tanto ad Addis l’Uomo Tolcia (e rivelo così il 3° nick) entra in casa tua, acceso, scuro in volto, vomitando parole come un predicatore surriscaldato. Agita le braccia, cerca la tua comprensione, ti indica la canna dell’acqua, ti accompagna vigoroso in casa sua, continua a parlare ma un po’ meno di prima. Poi ti guarda, interrogativo, in attesa che tu risolva il suo problema. Allora tu dici “Hkrta, amarigna allaukam” (? mi spiace, non so l’amarico). Lui ti guarda ti sorride, ti fa capire che non c’è problema, ti stringe la mano. Allora, pronunciando il nome di una persona in comune che parla sia inglese che amarico, estrai il telefonino, così può spiegare la faccenda a un 3° che poi la spiega a me. No, no, non c’è bisogno: ride e mi ristringe la mano, accompagnandomi indietro.
_ Le persone si salutano moltissimo all’arrivo, ma quando se ne vanno non lo sai neanke, non ti vengono a salutare.
_ Sara ha fatto un incidente senza coinvolgere nessuno, con la sua macchina, ed è stata processata: quindi ha dovuto pagare lo Stato etiope per essersi rovinata la macchina, ma se non fosse intervenuta personalmente, interrompendo il suo interprete acchiappato a caso fuori dall’aula, sarebbe finita in carcere.
_ Cammino un po’ a caso, è una giornataccia, el cielo, grigio ma stitico, ben la rappresenta. Ho gli okki duri, a terra, la testa kissà dove. Sono sulla strada, un Pedone ke dietro me viene clacsonato da un fuoristrada, indi mi trasferisco sul marciapiede. È giusto: non in tutta Addis c’è il lusso dei marciapiedi, ma dove c sono è educazione civica usufruirne, sgomberando il passaggio automobilistico. Ma la guardia di un grande magazzino m’invita a tornare in strada: 2 ragazze stanno lavando il marciapiede, e con le mie scarpe lo infangherei tutto. Troppo lussuoso per essere usato.
_ I manichini sono importati e qdi in maggioranza bianchi (in un negozio, non abbiamo capito se per scelta estetica, erano bendati), così come molte pubblicità di prodotti di bellezza, o le bambole nei negozi di giocattoli.
_ Fine febbraio, in ufficio: 10e15 pausa the. Quasi tutto il personale dell’ACS si raduna in una sala. Non è un momento ke solitamente vivo, ma ci finisco dentro mentre parlavo con una ragazza. Al bancone incontro un mio pseudo amico ke mi kiede come va e gli racconto d Bunno. Beh, la tragica vicenda lo fa ridere come 1 pazzo. Mi paiono gli esordi di Ollio, qdo stava girando il western Rex, King of the Wilde Horses, saltò a cavallo e qsto si affloscia a terra sfiancato e allora Hardy andò a fare film comici (con lo stesso regista, qdo si è ripreso dalle risate); ke mela vedo la scena: tutta la troupe piegata, piange dal ridere, il regista guarda Ollio, ke un po’ imbarazzato un po’ divertito si rialza da terra, lo abbraccia e gli dice: “Basta western, io e te faremo ghignare”, e i 2 entrano direttamente nel set adiacente dove li aspetta Stanlio col suo sorrisino. Vabbeh, qsto è un altro film. Torniamo al racconto della Bunno story, l’epilogo colpisce il mio interlocutore colla forza del solletico: qdo gli ho svelato di averlo seppellito è impazzito e tra le lacrime mi ha kiesto “L’hai sepolto come un uomo?”. Fattostà ke in uno zero secondi lo sa tutta l’arcidiocesi e nel pomeriggio processione di visitanti in ufficio a vedere i video e a sentire la loro versione della storia. Gli Etiopi non fanno mai domande (tranne il comestai) ma si raccontano tutto quello ke sanno su di te. Spesso qdo gli parlo non riesco a capire esattamente qto siano interessati a ciò ke dico. Vabbeh. Cmqe alla fine della giornata lo pseudo amico fa il suo ingresso (forse vuole un bis?), e mi racconta la sua, di storia. Per la precisione quella dei suoi fratellini, entrambi malati d emofilia, per i quali in Addis non ci sono medicine, magari in Italia?
_ Sono entrato in un negozio di vestiti e il venditore voleva comprarmi un braccialetto che avevo al polso, un piccolo tao.
_ Sul marciapiede, stavolta indisturbato, mi facevo d coca(cola) con Ash(ish), qdo sentiamo un coro d persone. Ci giriamo e vediamo arrivare saltellanti una ventina di uomini, che corrikkiano agitando dei bastoni e cantando a coro. Ci spostiamo, per sgombrare il passaggio all’irrealtà. Per intenderci, non siamo in Full Metal Jacket, piuttosto nell’Era Glaciale, la mitica scena dei Dodo. Cmqe mi viene spiegato ke è una tradizione Oromo, qdo escono dal lavoro vanno così a casa. Poi salgono sul passaggio pedonale sopraelevato e incrociano un poliziotto, ke gli dice qcsa (ipotizzo: “Ma quanti anni avete?”). Per 7 metri si fermano, camminano silenziosi e sornioni, e poi riprendono belli giulivi e corrikkianti verso le loro case. Non so se rendono qsto mondo + giusto, sicuramente + divertente.
_ C’è chi va al bar a farsi un pranzo veloce prende le ordinazioni dalla macchina, e si trova a consumare il pasto frugale in un parcheggio nella ristrettezza d’un sedile che sarebbe meglio non macchiare, con il bicchiere sul crusc8, il freno a mano dove sappiamo. Il bar è deserto, ci sarebbe posto. Ma gli americani che sono i più fighi della Terra fanno così, e allora.
_ Il governo ha regalato all’ufficio delle carceri di Abba Girma (il cappellano) una jeep nuova. C’è stata una piccola festa, con foto per i giornali, ringraziamenti anche da parte dell’Arcivescovo per il riconoscimento, è andata anche sul canale nazionale. Poi l’arcivescovo si è preso le chiavi e ha chiuso la macchina in un suo box, senza né toccarla né darla in uso a Abba Girma, legittimo proprietario accampando storie di procedure burocratiche. Se lo doveste conoscere, non chiedete mai a Girma di quell’auto.
_ Credo a causa di effetti secondari di alterazione della mia composizione organica conseguenti il viaggio indietro nel tempo, ad Addis Ababa le unghie crescono + veloci. E mè necessario dormire un’ora di + ke in Italia x essere anglofonicamente presentabile. Come se il corpo vivesse di +, sarà l’altitudine.
_ Alla maturità etiope (o esame finale della scuola secondaria) il voto conta: se si termina in prima fascia (tipo con voto da 95 a 100) entri in facoltà di medicina, in seconda in ingegneria e via via scalando. Il paradosso è ke se tu vuoi diventare ingegnere devi risultare bravo ma non bravissimo, quindi fare i dovuti calcoli per arrivare in seconda fascia, non in prima. È così –suppongo- possibile assistere a scene disperate di chi prende i massimi voti ma non ha intenzione di fare medicina, ha sbaliato i calcoli. A quel punto ci si laurea in medicina, si cerca di andare negli States x un master medico di specializzazione, nel frattempo si cerca lavoro e ci si accasa e quindi si può pensare di iniziare la facoltà di ingegneria. A 40 anni. 1 su 100mila.
_ Da marzo le nostre porte etiopi hanno scelto di non rimanere + chiuse; quella di casa nostra e quelle dei nostri uffici. Una posizione, la loro, tipicamente africana.
_ 8e11 del mattino: attendo semidormiente Zed ke mi raccoglierà davanti all’Oxfam: se riuscissi a tenere aperti gli occhi vedrei Addis ke va al lavoro, ma sono troppo rintronato. Mi si ferma davanti un ragazzo in divisa scolastica, avrà 16 anni? Ecco, sta a vedere ke lo conosco ed ora non mi viene in mente chi è. Invece no, non l’ho mai visto. Mi tende la mano, gliela stringo, mi sorride, gli sorrido. Lui torna sulla sua strada, io torno + beota d prima.
Pà
In precedenza accennavo all’area 17. È qsta zona misteriosa ke tutti sanno dovè ma nessuno capisce. Un po’ jellata, come suggerisce il nro. C’è bisogno di scriverlo? È l’Etiopia. A seguire un elenco degli arcani collezionati in qsti mesi. Sicuro che anke gli Etiopi potrebbero stenderne uno (ben + pingue?) se capitassero in Italia (o anke solo su d me), èl mio turno. Tanto per cambiare.
_ La giornata nell’area 17 inizia colla luce alle 12, che corrispondono alle 6 del mattino del Resto del Mondo. La loro “una” sono le nos3 7 del mattino. Qdo arrivano a 12 (le nostre 18) riazzerano. Qua è il 2000. Per la precisione il 7° mese (di 13 mesi, l’ultimo dura 4 o 5 giorni) del 2000. Il calendario liturgico in Addis e nel Nord dell’Etiopia segue la frequenza ortodossa, così come diversi aspetti della messa cattolica rimandano a quelli compassati ortodossi. Il mondo definisce gli ortodossi etiopi “copti”, ma se kiedi a loro ki è un”copto” non sanno rispondere.
_ Nei bagni etiopi ci sono sempre 2 rubinetti, uno rosso, e uno blu. Di solito ne va solo uno. Talvolta 2, altre volte non c’è acqua. Indipendentemente dal colore, l’acqua è sempre fredda. Poi c’è la mia doccia, attaccata al boiler. Al rosso corrisponde l’acqua fredda. La prima volta sbagli, poi telo ricordi finkè campi.
_ La notte del mio compleanno il rubinetto della cucina (in una drammatica replica di un'esplosione d 2annie1\2 fa) è rimasto in mano ad una Stefania urlante. Il figlio del proprietario d casa, sveliato verso l'una, l'ha aggiustato con dei capelli.
i rubinetti esplodono solo d notte |
_ Ci sono poki semafori, e in quelli ke c sono l’arancione avvisa le macchine in griglia d partenza ke il rosso (oltre al verde) sta finendo. Quanto sono milanesi? Quanto sono tamarri? Vi basti sapere ke stiamo guidando una Toyota Corolla con 2 luci elettriche azzurre sul cofano e il pedale largo da formula 3 (può essere la Formula 3?). Ma automobilisticamente parlando, Addis è un piacevole salto nel passato; se solo non fossero così tante (ma poke rispetto a Nairobi, mi allertano Roberto, Alberto e Gioverto). E un piacevole salto in un futuro (!?) possibile, dove la makkina non è una proprietà privata, ma un bene collettivo e ognuno si paga la benzina (come nell’ideale Libero Stato del mio amico Riccardo Fabiani): qua un po’ tutti sono in grado di aprirti la makkina, soluzione (cui abbiamo già ricorso un par d volte) x ogni volta ke sbadati italiani lasciano le kiavi dentro una makkina kiusa.
_ Una mattina, prima d’andare in ufficio (da adolescente temevo che prima o poi mi sarebbe toccato usare un’espressione del genere, ma non credevo sarebbe successo in Etiopia), mi reco a riconsegnare i vuoti delle bottiglie ad Ato Boldon (1° di 3 soprannomi di Ato Tolcia, proprietario d casa nostra, vicino d casa e gestore d un piccolo spaccio di coca –indicata per i problemi d stomaco- e birra –indicata per i problemi-). Ma il suo esercizio commerciale è ancora chiuso: allora guardo il portone di legno robusto per qualche secondo, come in attesa, sotto gli occhi spettatori di un ragazzino che si starà chiedendo perché io non mi muova. Indico la porta, agitando l’indice, la guardo forte e questa si apre con dietro A’torcia (2° d 3 soprannomi). La porta non aveva occhielli o fenditure. Vorrei potere scrivere che il bambino è scappato via urlando, ma si è limitato a sorridere. La mia magia in Africa stupisce poco.
_ Una mattina, prima d’andare in ufficio (da adolescente temevo ke prima o poi sarei diventato ripetitivo, ma non credevo sarebbe successo a 27 anni) esco dal mio cancello. Beh, qsto tutte le mattine. Solo ke stavolta, a 3 metri da me un uomo etiope mi fissa, imponente, giacca&cravatta, valigetta, occhiale da sole. Mi scruta, mi aspettava. In vista non c’è nessuna donna con un coniglio bianco tatuato. Pensapensapensa. Morpheus non m’aveva avvisato. Mi giro d scatto, devo telefonare a Trinity, ma è morta in Matrix Revolutions, vedo un altro uomo, identico, giacca valigetta occhiale scuro cravatta massiccio. È finita. “I federali, Etì, scappa!”. Maurizio m’aveva fatto cancellare il post in cui descrivo troppo dettagliatamente la situazio politica dell’Etiopia, ma Ale non era riuscito ad eliminarlo dai risultati di google.. Il 2° marcantonio mi rivolge la parola in inglese. Fingo d non capire. Dovevo lasciare stare Zenawi, melo diceva la mamma. Mi chiede se parlo francese, in francese. Nuà. Mi kiede dove sto andando. “Work”, rispondo, iniziando a camminare. Impassibili, mi seguono collo sguardo. Appostamento fallito. I’m sorry, ma sono già trai testimoni d Genova (a proposito, son qua ad Addis a scrivere sulla giustizia etiope e apprendo che l’ordinamento italiano per legge non è attrezzato a sanzionare la tortura), e poi sarebbe un casino collo smistamento della posta, voi mi capite, quella consonante…
_ Sul frigo di un bar sono appuntati in inglese i prezzi delle bibite: coca 2,5 birr, merinda 2,5 birr, acqua 2,5 birr, bottiglia vuota 5 birr. [Il tutto ha una spiegazione, che ho capito dopo. E forse anke tu c puoi arrivare. No, forse no. Rimane la misteriosità dell’informazione].
_ Il panettiere di fianco alla nostra casa ha appiccicato fuori dalla porta la foto ritagliata da un giornale d un calciatore italiano. Lui è evidentemente un finissimo intenditore di pallone, ed ora nella via siamo in 2 a guardare quotidianamente la maglia di Andrea Pirlo. Lui in foto, originale; io dal vero, tarocca. Ma tra tutti i campioni della Premier League? E tra tutti i calciatori italiani ke possono piacere, devi essere davvero un pozzo di comprensione calcistica per volere onorare Andrea della presenza cartacea in questo pezzo di Addis. Certo, da qdo ha quella foto ho ripreso a comprare il pane da lui e non dove è + buono; forse Merado (il ragazzino panettiere) è semplicemente molto sveglio nel compiacere alla clientela.
[All’indomani della vittoria contro la Francia, passo da lui per complimentarci: tra inglese e amarico gli dico ke Pirlo ha mandato a casa i francesi, ma non vedo + la sua foto attaccata alla porta. L’esito della conversazione con Merado è il seguente: il ragazzino kiama un bimbo vicino, me lo indica e gli dà un ceffone. Provo ad intervenire, ma il tutto si è già concluso senza ke io capisca nulla. Un’interpretazione vorrebbe il bambino strappatore della foto d Pirlo, ma non credo sia così facile].
_ Le donne possono scegliere tra decine di tagli di capelli, ognuno dei quali assume ai miei occhi valenze artistiche; quelle che li preferiscono lisci all’occidentale vanno dal parrucchiere a farseli stirare ogni volta che se li lavano, mediamente ogni 3 giorni investendo così gran parte del mediamente basso reddito familiare. A differenza ke in Italia, nessuna va a farsi la permanente. In compenso gli uomini possono scegliere un unico taglio: corti&ricci, per me, grazie.
_ Ogni tanto ad Addis l’Uomo Tolcia (e rivelo così il 3° nick) entra in casa tua, acceso, scuro in volto, vomitando parole come un predicatore surriscaldato. Agita le braccia, cerca la tua comprensione, ti indica la canna dell’acqua, ti accompagna vigoroso in casa sua, continua a parlare ma un po’ meno di prima. Poi ti guarda, interrogativo, in attesa che tu risolva il suo problema. Allora tu dici “Hkrta, amarigna allaukam” (? mi spiace, non so l’amarico). Lui ti guarda ti sorride, ti fa capire che non c’è problema, ti stringe la mano. Allora, pronunciando il nome di una persona in comune che parla sia inglese che amarico, estrai il telefonino, così può spiegare la faccenda a un 3° che poi la spiega a me. No, no, non c’è bisogno: ride e mi ristringe la mano, accompagnandomi indietro.
_ Le persone si salutano moltissimo all’arrivo, ma quando se ne vanno non lo sai neanke, non ti vengono a salutare.
_ Sara ha fatto un incidente senza coinvolgere nessuno, con la sua macchina, ed è stata processata: quindi ha dovuto pagare lo Stato etiope per essersi rovinata la macchina, ma se non fosse intervenuta personalmente, interrompendo il suo interprete acchiappato a caso fuori dall’aula, sarebbe finita in carcere.
_ Cammino un po’ a caso, è una giornataccia, el cielo, grigio ma stitico, ben la rappresenta. Ho gli okki duri, a terra, la testa kissà dove. Sono sulla strada, un Pedone ke dietro me viene clacsonato da un fuoristrada, indi mi trasferisco sul marciapiede. È giusto: non in tutta Addis c’è il lusso dei marciapiedi, ma dove c sono è educazione civica usufruirne, sgomberando il passaggio automobilistico. Ma la guardia di un grande magazzino m’invita a tornare in strada: 2 ragazze stanno lavando il marciapiede, e con le mie scarpe lo infangherei tutto. Troppo lussuoso per essere usato.
qsta manco ricordavo d averla scattata |
_ Fine febbraio, in ufficio: 10e15 pausa the. Quasi tutto il personale dell’ACS si raduna in una sala. Non è un momento ke solitamente vivo, ma ci finisco dentro mentre parlavo con una ragazza. Al bancone incontro un mio pseudo amico ke mi kiede come va e gli racconto d Bunno. Beh, la tragica vicenda lo fa ridere come 1 pazzo. Mi paiono gli esordi di Ollio, qdo stava girando il western Rex, King of the Wilde Horses, saltò a cavallo e qsto si affloscia a terra sfiancato e allora Hardy andò a fare film comici (con lo stesso regista, qdo si è ripreso dalle risate); ke mela vedo la scena: tutta la troupe piegata, piange dal ridere, il regista guarda Ollio, ke un po’ imbarazzato un po’ divertito si rialza da terra, lo abbraccia e gli dice: “Basta western, io e te faremo ghignare”, e i 2 entrano direttamente nel set adiacente dove li aspetta Stanlio col suo sorrisino. Vabbeh, qsto è un altro film. Torniamo al racconto della Bunno story, l’epilogo colpisce il mio interlocutore colla forza del solletico: qdo gli ho svelato di averlo seppellito è impazzito e tra le lacrime mi ha kiesto “L’hai sepolto come un uomo?”. Fattostà ke in uno zero secondi lo sa tutta l’arcidiocesi e nel pomeriggio processione di visitanti in ufficio a vedere i video e a sentire la loro versione della storia. Gli Etiopi non fanno mai domande (tranne il comestai) ma si raccontano tutto quello ke sanno su di te. Spesso qdo gli parlo non riesco a capire esattamente qto siano interessati a ciò ke dico. Vabbeh. Cmqe alla fine della giornata lo pseudo amico fa il suo ingresso (forse vuole un bis?), e mi racconta la sua, di storia. Per la precisione quella dei suoi fratellini, entrambi malati d emofilia, per i quali in Addis non ci sono medicine, magari in Italia?
sì, lo so, l'avete visto in tutte le salse (...), ma ha risc osso un tale successo ke lo ripropongo |
_ Sul marciapiede, stavolta indisturbato, mi facevo d coca(cola) con Ash(ish), qdo sentiamo un coro d persone. Ci giriamo e vediamo arrivare saltellanti una ventina di uomini, che corrikkiano agitando dei bastoni e cantando a coro. Ci spostiamo, per sgombrare il passaggio all’irrealtà. Per intenderci, non siamo in Full Metal Jacket, piuttosto nell’Era Glaciale, la mitica scena dei Dodo. Cmqe mi viene spiegato ke è una tradizione Oromo, qdo escono dal lavoro vanno così a casa. Poi salgono sul passaggio pedonale sopraelevato e incrociano un poliziotto, ke gli dice qcsa (ipotizzo: “Ma quanti anni avete?”). Per 7 metri si fermano, camminano silenziosi e sornioni, e poi riprendono belli giulivi e corrikkianti verso le loro case. Non so se rendono qsto mondo + giusto, sicuramente + divertente.
_ C’è chi va al bar a farsi un pranzo veloce prende le ordinazioni dalla macchina, e si trova a consumare il pasto frugale in un parcheggio nella ristrettezza d’un sedile che sarebbe meglio non macchiare, con il bicchiere sul crusc8, il freno a mano dove sappiamo. Il bar è deserto, ci sarebbe posto. Ma gli americani che sono i più fighi della Terra fanno così, e allora.
_ Il governo ha regalato all’ufficio delle carceri di Abba Girma (il cappellano) una jeep nuova. C’è stata una piccola festa, con foto per i giornali, ringraziamenti anche da parte dell’Arcivescovo per il riconoscimento, è andata anche sul canale nazionale. Poi l’arcivescovo si è preso le chiavi e ha chiuso la macchina in un suo box, senza né toccarla né darla in uso a Abba Girma, legittimo proprietario accampando storie di procedure burocratiche. Se lo doveste conoscere, non chiedete mai a Girma di quell’auto.
_ Credo a causa di effetti secondari di alterazione della mia composizione organica conseguenti il viaggio indietro nel tempo, ad Addis Ababa le unghie crescono + veloci. E mè necessario dormire un’ora di + ke in Italia x essere anglofonicamente presentabile. Come se il corpo vivesse di +, sarà l’altitudine.
_ Alla maturità etiope (o esame finale della scuola secondaria) il voto conta: se si termina in prima fascia (tipo con voto da 95 a 100) entri in facoltà di medicina, in seconda in ingegneria e via via scalando. Il paradosso è ke se tu vuoi diventare ingegnere devi risultare bravo ma non bravissimo, quindi fare i dovuti calcoli per arrivare in seconda fascia, non in prima. È così –suppongo- possibile assistere a scene disperate di chi prende i massimi voti ma non ha intenzione di fare medicina, ha sbaliato i calcoli. A quel punto ci si laurea in medicina, si cerca di andare negli States x un master medico di specializzazione, nel frattempo si cerca lavoro e ci si accasa e quindi si può pensare di iniziare la facoltà di ingegneria. A 40 anni. 1 su 100mila.
_ Da marzo le nostre porte etiopi hanno scelto di non rimanere + chiuse; quella di casa nostra e quelle dei nostri uffici. Una posizione, la loro, tipicamente africana.
_ 8e11 del mattino: attendo semidormiente Zed ke mi raccoglierà davanti all’Oxfam: se riuscissi a tenere aperti gli occhi vedrei Addis ke va al lavoro, ma sono troppo rintronato. Mi si ferma davanti un ragazzo in divisa scolastica, avrà 16 anni? Ecco, sta a vedere ke lo conosco ed ora non mi viene in mente chi è. Invece no, non l’ho mai visto. Mi tende la mano, gliela stringo, mi sorride, gli sorrido. Lui torna sulla sua strada, io torno + beota d prima.
Pà
Nessun commento:
Posta un commento