sabato 15 febbraio 2014

Servizio ricco, mi ci ficco!


È passata una settimana da quando ho iniziato il Servizio Civile in Caritas a Lecco.. ovviamente Lecco con la ‘elle’ e non con la ‘erre’, dato che qui la focaccia è alta e non ha il formaggio in mezzo!


Una settimana ricca di In bocca al lupo, Buon inizio e Auguri ricevuti da chi mi vuol bene; ricca di una primula gialla di benvenuto e di gocce d’oro ripiene di crema pasticcera per compensare le tante gocce di pioggia cadute in questi giorni. Ricca di ‘Sono Irene e starò con voi un anno’ e ricca di ‘Ah,bene, allora mi puoi già da ora aiutare a fare questo!’ Ricca di nomi da memorizzare, orari da ricordare, prossimi impegni da appuntare e nuove storie da iniziare ad ascoltare. Ricca di un tramonto mozzafiato sul lago visto dal finestrino dell’autobus sulla strada per casa..interrotto bruscamente dalla frenata di un autista che guidava ad una velocità sperimentata dalla sottoscritta prima d’ora solo in Moldova.

Una settimana ricca di una città che non è nemmeno la mia provincia, ma che con le sue montagne che si specchiano nel lago non può che ‘catturarti’. Una settimana ricca di tante chiacchiere.. ma non di quelle che Martin Heidegger considerava vuote e tipiche della massa, bensì di quelle che Emmanuel Lévinas (altro mio amato filosofo!) reputava fondamentali per instaurare una relazione. Una settimana ricca di entusiasmo e voglia di raccontare una volta tornata a casa, perché se una cosa ti piace, proprio non ce la fai a tenertela dentro. Una settimana di ‘alle undici di sera sono già a letto’ perché se oggi è stata una giornata piena, puoi star certa che domani non lo sarà di meno! Una settimana.. ricca!

Come forse si è capito, sono Irene e ho deciso di dedicarmi per questo prossimo anno al Servizio Civile; un anno che mi vedrà impegnata con il Progetto Ponti e Arcobaleni di Caritas Ambrosiana e che ha come finalità l’accoglienza, l’ascolto e l’accompagnamento degli stranieri in Italia. Io sono stata destinata alla sede di Caritas Lecco, in cui seguirò il Centro d’Ascolto ma anche tutto ciò che, ruota attorno a questa dimensione di carità.

La motivazione che, principalmente mi ha spinta a non cercare immediatamente un lavoro dopo la laurea, ma di dedicare un tempo abbastanza lungo al servizio è da rintracciare nel desiderio di fare un’esperienza che mi possa aiutare a crescere a livello personale e non solo, o non innanzitutto, a livello professionale. Un anno in cui certamente pensare a me, ma a partire dalla cura e dalla custodia delle persone che incontrerò, poiché è solo nel volto di altri che possiamo profondamente conoscere noi stessi. In un mondo che così spesso spinge verso l’autoreferenzialità, l’illusione di poter bastare a se stessi e di essere davvero il centro del mondo, pensare che l’altro sia prioritario rispetto a me, può sembrare un pensiero controcorrente, da pecora nera. E forse, un po’ lo è. Eppure, anche solo dopo questi primi giorni di servizio, posso piacevolmente riconoscere che, ad andare ‘controcorrente’, non siamo proprio in pochi.

In questi miei primi giorni, infatti, sono stata io stessa accolta, dai numerosi volontari, da Giovanna e da don Ettore, con una delicatezza e una naturalezza tipica di chi è abituato a ‘vivere sulla soglia’, attento e pronto a far spazio all’ospite che arriva. Ed è proprio da questa accoglienza ricevuta, io prima di tutti, che posso iniziare al meglio questo anno che mi vedrà Ospite.. nel duplice senso che questa parola così preziosa contiene.

Irene Colombo
[ex Cantierista 2013 - Moldova]

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