“Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno, non si
guardò neppure intorno, ma versò il vino, spezzò il pane per chi diceva ho sete
e ho fame.”
Aprire gli occhi è l’uscita da se stessi per
vedere il mondo e confrontarsi con esso; non guardarsi intorno è l’aprirsi
all’altro donando amore disinteressato, fuori da ogni pregiudizio e
distinzione; versare il vino e spezzare il pane è andare incontro ai bisogni
delle persone, qualsiasi esse siano.
Esattamente
un anno fa partii per il cantiere in Bolivia e queste parole rispecchiano il
senso dell’esperienza che ho voluto vivere.
Il
viaggio in Bolivia per me è stato un INCONTRO: incontro condiviso quotidianamente con i bambini
della “Casa San José”, un hogar dove viene offerta a bambini con situazioni
familiari complesse un’alternativa di vita alla delinquenza e alla strada; incontro con una cultura e con modi di
vivere così diversi dai nostri e al contempo così affascinanti; incontro con modelli di vita come il
medico dei campesinos dott. Pietro Gamba, partito dall’Italia per costruire un
ospedale ad Anzaldo nel Dipartimento di Cochabamba e aiutare così le persone
più povere, e come suor Giusy, suora italiana trasferitasi a 4000 metri per
dare una possibilità di lavoro e guadagno alle madri di famiglia; incontro con i minatori della mina di Potosì,
con i rifugiati politici della “Casa del Migrante”, con i carcerati e le loro
famiglie che vivono nella “città nella città” che è il carcere di San Antonio;
incontro con don Julio, con Calisto e
Livoria, con Faustino, poveri boliviani che con le loro storie e le loro parole
non possono che essere, per noi occidentali, maestri di vita; incontro con storie e realtà che
lasciano inevitabilmente un segno; incontro
con i paesaggi meravigliosi della Bolivia: gli altopiani boliviani, il lago
Titicaca, Potosì, le Ande, la Foresta Amazzonica; incontro con gli altri volontari italiani partiti anch’essi con le
loro paure e le loro motivazioni, e con i miei meravigliosi compagni di
viaggio; incontro con me stessa.
Oggi sono pronta per iniziare una nuova serie di
incontri. Domani infatti partirò per il
mio secondo cantiere, e la destinazione che ho scelto è la Moldova.
Ho deciso di ripartire per diverse ragioni:
perchè la Bolivia e l’esperienza del cantiere mi hanno dato tanto, perché
questo è il modo migliore che ho per trascorrere la mia estate, perché ho
voglia di incontrare, perché voglio conoscere e sfatare pregiudizi che noi
italiani abbiamo nei confronti dei paesi dell’est Europa ma soprattutto perché
ne sento il BISOGNO.
Sento il bisogno di tornare a vivere con meno
possibilità di scelta, di allontanarmi da questa società che inevitabilmente
con i suoi ritmi e la sua ricchezza ti “mangia”, di ritrovare la semplicità, di
conoscere e vivere un altro stile di vita, di mettermi in gioco.
"Lavori in corso" di Guccini e Gen Rosso: ascoltatela, è fantastica!
Un in bocca al lupo a tutti i cantieristi e un
abbraccio a tutti i servizio civilisti e agli scheletri.
BECAUSE WE ARE HAPPY!
Chiara Colombo
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