mercoledì 30 luglio 2014

Infanzie prese a prestito

Non ereditiamo il mondo dai nostri padri ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli” recita un vecchio proverbio che qualcuno addebita ai nativi americani, altri alle tribù Masai.
Chiunque l'abbia ideato, il proverbio sottolinea quanta cura e attenzione sia stata posta nei confronti degli infanti da diversi secoli ad oggi.


Wata Al Jawz, Libano
Nel 2014, in Medio Oriente e non solo, tutto ciò non è realtà. L'infanzia non è preservata, ma viene essa stessa "presa in prestito", usurpata,  divenendo il principale target di guerre e genocidi combattuti sopra la testa della popolazione civile. 

Ad oggi, più di un miliardo di minorenni vivono ad oggi in zone di guerra: tra i paesi più colpiti Sud Sudan, Iraq e Siria.





Ed è proprio su quest'ultimo conflitto che voglio soffermarmi, visto che  attraversa quotidianamente la mia permanenza qui in Libano. Nei vari centri dove prestiamo servizio,  veniamo a contatto con diverse famiglie siriane: ognuna porta con sé 3-4-5-6 figli, spesso malati e versanti in condizioni difficili. Capita spesso di strappare loro e di strapparci un sorriso, basta davvero poco.



No, questa non è la storia de" i bambini poveri sono belli". Non funziona. Nemmeno, e soprattutto, per quelli che vivono in zone di conflitto. Non esistono solo i loro sorrisi, non esiste solo il loro "essere felici con poco". Questa bambina è sorella di quella più piccina che vedete abbracciare il pallone appena sopra : una bomba dentro casa sua ad Aleppo e...

Wata al Jawz, Libano
Aleppo dicevamo: eccovi una delle foto più condivise della settimana sui quotidiani nazionali. Una piscina "naturale" ricavata dal cratere creato da una forte esplosione nel centro della città. L'unico accesso all'acqua per centinaia di persone, l'unico modo di trovare un briciolo di frescura. L'unico modo di reinventarsi un'infanzia.           
La forza creatrice fantasiosa dei bambini non legittima nessuno a prendere in prestito la loro infanzia.
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La forza indomita dei bambini di ritrovare il proprio essere umano che rivediamo in questa ragazzina palestinese a Gaza. Solo macerie restano dell'intero villaggio dove abitava: eh sì, sono passati, come periodicamente succede, gli occupanti israeliani a "fare un po' di pulizia". E lei che fa, accorre sul luogo che un tempo si chiamava "casa" per recuperare i libri di scuola.  Nulla da aggiungere credo.





La forza creatrice fantasiosa dei bambini non legittima nessuno a prendere in prestito la loro infanzia.






No, non c'è nulla di romantico o amorevole in questo ultimo  fotogramma: nulla ha a che vedere con quattro bambini a Copacabana o in qualsiasi altra spiaggia del mondo. Questi quattro bambini hanno avuto la sfortuna di nascere a Gaza, di crescere a Gaza e soprattutto di incontrare sulla spiaggia vicino a casa la mano insanguinata dell'IDF. Israel Defence Force: sì proprio questo è l'acronimo dell'esercito "più morale al mondo" secondo quanto ripetono ad ogni conferenza stampa i vertici sionisti.
Sì, cari ragazzi , se un missile ha dilaniato le vostre membra e il cuore dei vostri genitori, è per una questione di difesa
Siete nati a Gaza, siete sempre e comunque parte di quei 1,8 milioni di terroristi che affollano quella striscia di terra. E come voi, pure più di 200 altri bambini ammazzati in 24 giorni  tra  parchi giochi, case e perfino scuole dell'UNRWA. 
Avete capito bene: esiste al mondo uno stato che può permettersi il lusso di bombardare una scuola delle Nazioni Unite, il presunto garante della sicurezza e della pace internazionale, e di rimanere impunito. Anzi.


Adesso scendete nel vostro paese, chiamate 200 bambini e radunateli in piazza.


Guardate i loro volti ad uno ad uno;
guardateli scomparire uno ad uno.
Domani mattina andate dal giornalaio all'angolo:
No, non leggerete i nomi dei vostri figli o dei vostri fratelli ammazzati: si chiameranno:
"rappresaglia", 
"scheggia impazzita", 
"ritorsione legittima", 
"difesa giusta", 
"danno collaterale".

La mano che ammazza questi bambini è anche la nostra che toglie lo sguardo di fronte a questo massacro.



La forza creatrice fantasiosa dei bambini non legittima nessuno a prendere in prestito la loro infanzia, tantomeno ad ammazzarla.









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