Eccoci
qui... 8 ragazzi italiani seduti intorno ad un tavolino instabile, ai
margini di un giardino invaso da erbacce, ma tra le quali si fanno
largo 4 piantine di pomodoro e 2 piantine di cetrioli; tra queste
cresce, nonostante le ultime 2 settimane di incuria, un bellissimo
cetriolo, anzi IL cetriolo, il primo (Sergiolo!). Insomma, eccoci qui
all'ombra di un albicocco ricco di albicocche ancora acerbe, nel bel
mezzo di un giardino in perfetto stile moldavo; su cui si affaccia la
porta di una casa in (quasi) perfetto stile europeo occidentale (cioè
la prima casa in cui entriamo dopo almeno 2 settimane, dotata di
cucina e bagno -con tanto di water!-). Tutto questo nel bel mezzo di
Chisinău, una città in perfetto stile europeo orientale.
Eccoci
qui, noi ragazzi, che a guardarci bene negli occhi, già si vede
quello sguardo nostalgico, perché ora siamo qui, ma tra qualche ora
saremo di nuovo in Italia.
Eccoci
qui... a consumare la nostra ultima “colazione moldava”: biscotti
(in enorme quantità), pane e nutella (gentilmente concessaci per
tutto il tempo del cantiere), marmellata, tè o latte; per fortuna
oggi in tavola niente patè.
E
intanto scatta il “momento bello – momento brutto”... e ognuno
dice la sua...
Non
si può negare, qualche “momento brutto” c'è stato. Piccole
incomprensioni (dovute non soltanto dalla differenza di lingua) e
giudizi spietati, difficoltà di adattamento (ma forse era soltanto
il primo impatto con un ambiente così diverso), momenti di
scoraggiamento; ma dopo ognuno di questi momenti è sempre tornato il
sorriso.
Sul
“momento bello” si apre un mondo, un mondo nuovo, e fino ad un
paio di settimane fa a me sconosciuto: il MONDO MOLDAVO, che viaggia
parallelo al nostro mondo italiano, e ogni tanto questi 2 mondi si
incontrano...
Il
mondo moldavo è un mondo che spessissimo mi ha lasciata a bocca
aperta, mi ha meravigliata, roba da dire: “uau, fantasticooo!!!”
ma anche roba da dire “...e questo che cosa mi rappresenta?!”. E'
un mondo che si apre su qualcosa di diverso, quindi tutto da
scoprire, da imparare.
Insomma,
facendo un cantiere in Moldova scopri che il mondo è:
Salire
in macchina di una perfetta sconosciuta che gentilmente ci accompagna
dalla capitale ad un piccolo villaggio, e che rispetta veramente i
limiti di velocità per tutto il tragitto.
Ma
anche “state attenti quando attraversate la strada, perché anche
se siete sulle strisce pedonali, a chi passa in macchina non importa,
loro continueranno a correre, senza lasciarvi passare” ed è vero!
O ragazzini che guidano maxi-moto perché tanto corrompere un
poliziotto costa meno che fare la patente.
Bere
tè a qualsiasi ora del giorno, anche ai pasti invece dell'acqua, e
dopo 2 settimane
non
sapere ancora con quali erbe viene fatto questo tè.
Vedere
cartelli stradali molto fantasiosi, anche se di difficile
interpretazione.
Vedere
mamma tacchino con tutti i suoi pulcini (e sono veramente tanti!) che
tutte le mattine viene a passeggio nel giardino del nostro centro.
Ricordarsi
di chiudere la bombola del gas ogni volta che si finisce di cucinare.
Assaggiare
frutta acerba, che evidentemente non sarà buona, ma che “devi”
ingoiare perché se te la offrono si mangia, senza discutere.
Non
sapere una parola di romeno, sforzarti di capire e memorizzare, con
scarsi risultati; ma quando ti parla un bambino “devi” capire,
perché a lui non importa se non sai la lingua, piuttosto ti ridice
la stessa cosa 3000 volte, ma alla fine lo capisci (e io ho
capito!!!)
Fare
la pipì in tempi record, perché più di un certo tempo (molto poco)
in “bagno” non si riesce a stare.
Farsi
fare, e provare ad imparare a fare delle trecce fantastiche e
superarticolate.
Incrociare
per strada più oche, anatre con anatroccoli al seguito, cani, gatti
e capre, che macchine.
Vedere
il primo maxi-girasole in terra moldava; e far fermare il pullmino
per strada per scendere e fare foto in un campo di girasoli.
Andare
in 2 villaggi, entrambi con la Chiesa in ricostruzione.
Pensare
di essere portata per l'animazione con i bambini piccoli, e
ritrovarsi fantasticamente bene seguendo il gruppo dei
preadolescenti.
Giocare
a scalpo con un centinaio di bambini, che corrono per lo più a piedi
scalzi, mettendoci il loro stesso entusiasmo.
Andare
a casa di un'anziana per i lavori sociali, pensando di dover togliere
l'erba dall'orto, trovare un orto che è molto più simile ad una
foresta (sì perché tra le file di viti, in ordine sparso crescono
fagiolini e cetrioli; e io mi sto ancora chiedendo perché non
seminano per file e come avremmo potuto fare a togliere l'erba) ed
essere invitate a bere il tè dall'anziana, anche se forse è più il
danno che abbiamo fatto al suo orto, che il beneficio.
Essere
invitati nel giardino di un'anziana nostra “vicina di casa” per
fare una scorpacciata di lamponi.
Vedere
il più bel cielo stellato mai visto, con tanto di stella cadente (o
era una meteorite incendiata?!)
Capire
le differenze tra cristiani cattolici ed ortodossi.
Respirare
la sensazione di pace che offre una Chiesa, anche se arriviamo troppo
tardi per la Messa, e allora ci fermiamo almeno per i vespri.
Incontrare
carretti trainati da cavalli, che mi fanno ripensare ai racconti
della nonna dell'Italia del dopoguerra.
Parlare
sul bus, e poi capire che qui usa stare in silenzio sui bus.
Assaggiare
i semi di girasole, e farne una scorta da portare a casa.
Andare
a pesca ad un mini-laghetto, con delle canne da pesca costruite
apposta per noi, e pescare il primo pesce della mia vita!
Riflettere
sui vari tipi di carta igienica, sì, perché qui la carta igienica è
fatta tipo rotoli di carta crespa in miniatura.
Andare
in gita al lago ed approfittare di quando i pescatori sono al largo
con le barche, per fare foto sulle loro moto.
Ammirare
un tramonto fantastico.
Restare
perplessi passando davanti a case con un giardino pieno di erbacce e
rifiuti, ed un angolo curatissimo con fiori magnifici.
Camminare
su strade sterrate con solchi di tipo 50 centimetri.
Vedere
bambine che vengono al campo estivo con vestitini di pizzo, come da
noi andrebbero a fare le damigelle ad un matrimonio.
Vedere
bambini che vengono al campo estivo con ciabatte di 3 numeri più
grandi del loro.
Sentirsi
consigliare di andare al lago e non in montagna, perché in montagna
ci sono i serpenti; ed incontrare 3 serpenti camminando verso il
lago.
Incontrare
un prete che, con famiglia ed amici, per una settimana diventeranno i
nostri angeli custodi.
Sentire
ancora lo spettro della dittatura comunista nei discorsi della gente,
e nella struttura delle scuole.
Sentire
la voglia di riscossa nei ragazzi che ci chiedono consigli.
Vedere
una bimba di un anno e mezzo bere mezzo bicchiere di birra.
Attraversare
un campo da calcio invaso da minuscole rane, ogni sera, per andare a
dormire in una stanza con un tasso di umidità altissimo.
Non
mettere la crema solare, e ritrovarsi con il naso e le spalle
bruciati dal sole dopo i primi 2 giorni di giochi.
Vedere
i bambini arrivare al centro un'ora prima dell'inizio del campo,
tutti i giorni, perché non vedono l'ora di iniziare.
Passare
le serate a parlare della campagna “ cibo per tutti” o ad
acrosticare la parola del giorno (I love acrostici!)
Insomma
il mio cantiere in Moldova è stato tutto questo, e molto altro...
ed
ora eccoci qui... pronti per tornare a casa.
E
qualcosa ci porteremo in Italia. Io di certo mi porto l'interesse per
una cultura diversa dalla mia, molte più domande di quando sono
partita, e la consapevolezza che se è vero che non ho cambiato il
mondo, non è forse vero che cambiando quella piccola parte di mondo
che sono io, cambierà il mondo?!
Pa
Francesca
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