08.08.2014
Oggi grande giorno: le donne sono tutte vestite e pettinate benissimo, truccate e profumate, pronte per trascorrere la giornata al parco, con giochi e barbecue.
Saliamo su uno sgangherato pulmino, l’autista ci chiede di stare seduti.. ma, giusto il tempo di partire che ci mette musica araba a palla e ci alziamo a ballare come matte tutte insieme =D L’autista sorride complice e noi improvvisiamo una discoteca mobile: quanta gioia c’è nell’aria!!!!
Scendiamo e saliamo tra le montagne, su e giù in mezzo al niente, con una bellezza naturale incredibile, pareti di roccia nuda, con una vegetazione bassa ma presente.. sembra un piccolo angolo di paradiso. Tutto al suolo di musica a 130 decibel e con fianchi e mani che ondeggiano a ritmo di musica
Riescono a creare una festa con poco e niente.. e mi aprono un sorriso immenso.
Quando arriviamo il team barbecue si mette al lavoro mentre con gli altri iniziamo l’animazione.
C’è chi fa set fotografici sugli alberi rapendo la nostra fotografa (povera Marti!!) e chi prova a giocare a pallavolo e schiaccia sette, rigorosamente in discesa e rigorosamente facendo finire giù la palla per una scarpata una volta sì e l’altra pure :D Che promesse del volley libanese ahaha
Fino a che a Hana non viene in mente un’idea: “Vi propongo io un gioco dal Kenya”
Prende un sacchetto, ci mette dentro foglie secche, comprimendole sino a fare una pallina poco più grande di un pugno, bella pesante e… si salvi chi può!!!!! Due giocatori fuori che cercano di colpire con questa mitica pallina improvvisata una marea di ragazze in fuga!!!! E che lanci!! Sono STREPITOSE!! Katrina: nuova promessa del softball come lanciatrice!!
Mi si apre il cuore quando dopo una pausa per riprendermi, Hana mi chiama e mi chiede di tornare in campo con loro
Barbecue e ritorno a casa, sempre nel pullmino sgangherato a 130 decibel di musica :D, con il cuore felice, tra lo sguardo vispo di Shahad e le boccacce di Samir, tra le donne che ballano sempre all’infinito piene di vitalità e che ci coinvolgono nella pullmino-disco dance, ma anche con un pensiero fisso a una mamma speciale e ai suoi due figli.
Lei ha le spalle larghe, la guardo da dietro mentre sorregge il figlio spastico che ama. Ha spalle larghe per sostenere tutto quello che ha passato e tutta la sua vita in salita, andando avanti con un sorriso gentile e tanta forza.
Il mio sguardo è su Hussein, l’altro piccolo. Ha 9 anni, parla molto bene l’inglese, è sveglio e educato, dolce, ma oggi è triste. Lo vedo piangere quando scendiamo dal pullman.. non mi spiega ma rimane chiuso nella sua bolla triste. E’ un bambino, ritrova la voglia di giocare e il sorriso appena riesce a rompere la bolla, ma quando stiamo per tornare a casa ritorna in quella bolla. La mamma si è seduta vicino all’altro figlio, che ora ha più bisogno di lei e mi sembra che la tristezza di Hussein nasca da quella gelosia segreta che a volte lo fa soffrire. Mi si apre una voragine in pancia, mi dispiace da morire: per quella donna, per quel piccolo che soffre, per una malattia grave e pesante da affrontare in un contesto già molto difficile. Vorrei aiutare Hussein a rompere la bolla, anche Shahad seduta dietro cade in quella bolla. E mi si mangia lo stomaco a vedere due bambini tristi per situazioni più grandi di loro. Vorrei avere spalle più larghe per tutti. Ma sento le mie piccole e chiedo a Dio di avere spalle più larghe delle mie per aiutare quella famiglia a sostenere le fatiche che io non vedrò più con gli occhi, da lì a pochi giorni, ma che loro continueranno a dover affrontare. Fa che tu abbia spalle grandi, Inshallah.
Ritorniamo a casa, dopo un frullato rosa shocking, facendo discorsi forti, sul dolore, sul male di cui è capace l’essere umano, su Dio.. ripensando a questa settimana e al dono grande di aver avuto con me 12 persone con attitudini e capacità diverse, che sono riuscite ad arrivare dove io non riuscivo o non potevo arrivare, come il braccio dell’ispettore gadget.
“Siamo utili secondo voi?”.
Cerchiamo risposte a grandi domande, sotto il cielo di Fanar.
Insieme.
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