04.08.2014
Nuovo giorno a Fanar! Dopo la sveglia mattutina a colpi di frisbee!! Prepariamo gli zaini per prepararci alla nostra settimana nel centro delle donne di Rayfoun, a 40 km da noi.
Saliamo in altitudine a bordo di un taxi-pulmino (stavolta con un sedile a persona: niente tetris..incredibile!!) che ci porta a destinazione davanti a una piccola porta. Dentro si apre un mondo enorme: sguardi di donne timide che ci osservano, qualche sorriso, bambini che arrivano ad altezza ginocchio che saltano in braccio a Stefano e donne Africane piene di treccine che abbracciano Anna salutandola con affetto. Si sente che siamo circondati da tanta vita :)
Ci accoglie Eliane, l'assistente sociale che ci parla della situazione dei migranti in Libano, entrando nel vivo della condizione delle donne migranti e delle rifugiate politiche o richiedenti asilo. Ci spiega come interviene Caritas, sia con l'aiuto offerto in prima istanza nella prigione di Beirut, grazie alla mediazione con la General Security, sia tramite l'aiuto offerto negli “shelter”, i centri di accoglienza che, come Rayfoun, si aprono garantendo sostegno psicologico, sociale ed educativo ai migranti.
Come ci spiega Eliane, Rayfoun nasce come centro di emergenza ma poi diventa un punto di riferimento stabile per le donne migranti venute a lavorare in Libano, a cui sono stati portati via i documenti e che sono scappate dai datori di lavoro che le sfruttavano.
(Break manakish al formaggio, timo e carne: mamme e nonne andate tranquille che non torneremo deperiti!!)
Nel pomeriggio, dopo una piccola parentesi estetica tipica della tradizione orientale (sopracciglia con filo by Abeer!!), scendiamo davvero in campo per uno scambio interculturale di balli di gruppo!! Ci muoviamo a ritmo africano, tra una macarena e un movimento di spalla-bacino, tra i sorrisi di ragazze che hanno voglia di muoversi, di vivere e di essere.. Ci danno tanto: stra bello :)
Conosciamo i piccoli, giochiamo con loro, cantiamo in cerchio tra mille foto e tante risate multilingue ma con lo stesso suono pieno di gioia e senza età!
Alla sera Mike, un ragazzo dello staff, ci recupera una vecchia chitarra sgangherata ed è subito festa: manca una corda, è stonata come una campana, ma mi si allarga il sorriso a ripensare alle donne e ai bambini che si divertono con noi a cantare la canzone del sole e l'alleluia delle lampadine!! Vedo una ragazza piangere, non so cosa abbia nel cuore.. stringe Anna e vedo come lei sia dono per gli altri qui.
Shahed mi abbraccia, mi dà un bacio e mi chiede di fare una foto con lei.. sono foto diverse. Sono quelle foto che ti aprono il sorriso a 33 denti e te lo riapriranno sempre anche tra mille anni :)
Cantiamo resta qui con noi, con i suoni africani e il loro battito di mano che ci accompagna, con i loro canti e una risposta che riempie al cuore alla domanda di Anna. “Siete felici stasera??”
La ragazza che prima avevo visto piangere, risponde sì con le altre ragazza che si erano unite a noi e alla nostra chitarra sgangherata.. è una gioia grande quel sì e quell'entusiasmo a chiederci un'ultima canzone. Ci abbracciano, ci dicono grazie.
Shukran a voi per la vitalità che con coraggio avete tirato fuori anche per noi
Ci accoglie Eliane, l'assistente sociale che ci parla della situazione dei migranti in Libano, entrando nel vivo della condizione delle donne migranti e delle rifugiate politiche o richiedenti asilo. Ci spiega come interviene Caritas, sia con l'aiuto offerto in prima istanza nella prigione di Beirut, grazie alla mediazione con la General Security, sia tramite l'aiuto offerto negli “shelter”, i centri di accoglienza che, come Rayfoun, si aprono garantendo sostegno psicologico, sociale ed educativo ai migranti.
Come ci spiega Eliane, Rayfoun nasce come centro di emergenza ma poi diventa un punto di riferimento stabile per le donne migranti venute a lavorare in Libano, a cui sono stati portati via i documenti e che sono scappate dai datori di lavoro che le sfruttavano.
(Break manakish al formaggio, timo e carne: mamme e nonne andate tranquille che non torneremo deperiti!!)
Nel pomeriggio, dopo una piccola parentesi estetica tipica della tradizione orientale (sopracciglia con filo by Abeer!!), scendiamo davvero in campo per uno scambio interculturale di balli di gruppo!! Ci muoviamo a ritmo africano, tra una macarena e un movimento di spalla-bacino, tra i sorrisi di ragazze che hanno voglia di muoversi, di vivere e di essere.. Ci danno tanto: stra bello :)
Conosciamo i piccoli, giochiamo con loro, cantiamo in cerchio tra mille foto e tante risate multilingue ma con lo stesso suono pieno di gioia e senza età!
Alla sera Mike, un ragazzo dello staff, ci recupera una vecchia chitarra sgangherata ed è subito festa: manca una corda, è stonata come una campana, ma mi si allarga il sorriso a ripensare alle donne e ai bambini che si divertono con noi a cantare la canzone del sole e l'alleluia delle lampadine!! Vedo una ragazza piangere, non so cosa abbia nel cuore.. stringe Anna e vedo come lei sia dono per gli altri qui.
Shahed mi abbraccia, mi dà un bacio e mi chiede di fare una foto con lei.. sono foto diverse. Sono quelle foto che ti aprono il sorriso a 33 denti e te lo riapriranno sempre anche tra mille anni :)
Cantiamo resta qui con noi, con i suoni africani e il loro battito di mano che ci accompagna, con i loro canti e una risposta che riempie al cuore alla domanda di Anna. “Siete felici stasera??”
La ragazza che prima avevo visto piangere, risponde sì con le altre ragazza che si erano unite a noi e alla nostra chitarra sgangherata.. è una gioia grande quel sì e quell'entusiasmo a chiederci un'ultima canzone. Ci abbracciano, ci dicono grazie.
Shukran a voi per la vitalità che con coraggio avete tirato fuori anche per noi
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