Ancora il wi-fi non è stato trovato, le comunicazioni tra la
nostra guest house e il resto del mondo appaiono sempre più utopiche. Finalmente
stasera è tornata la corrente, per quanto riguarda l’acqua nel nostro bagno non
ci siamo ancora, ma ci stiamo lavorando. Il tanto temuto “cagotto” sta
iniziando a mietere vittime, ci sono stati i primi caduti, ma per fortuna si
stanno eroicamente riprendendo. Le nostre valigie non sono ancora state
avvistate, attendiamo con ansia la mitologica “Tin Sai” che, stando a quanto
dice il nostro comandante suor Delia, sta per portarcele. A dirla tutta, doveva
arrivare “domani” esattamente sei giorni fa ma, si sa, siamo in Africa del
resto. Qui bisogna dimenticarsi di orari, appuntamenti e tempi precisi (anche
perché è difficile, se si tiene conto che per il calendario etiope siamo nel
2007 e le nostre 6 di mattina corrispondono alla loro mezzanotte!).
Eppure è anche in questo che risiede il fascino del nostro
cantiere.
Il fatto di “staccare la spina”, in senso metaforico e letterale, dal
mondo a cui siamo abituati e dalla routine e immergersi completamente in questo
mondo affascinante in cui un caffè che si rispetti, per essere consumato,
richiede almeno un’ora di rito e dove per attraversare la strada devi stare
attento a non scontrarti con asini, cavalli e “bajaj” (una sorta di trashissimo
apecar all’africana, il top per un giro in città).
Il cellulare poi ti
serve poco se ti ritrovi disperso in mezzo alle campagne dopo due ore di
cammino sulla strada sbagliata! Fortuna che almeno con noi c’è sempre un corteo
di almeno 30 bambini che ci segue ridendo, dandoci la mano e intonando “una
sardinaaaaa” con l’accento più improbabile che si sia mai sentito. Per loro siamo indiscutibilmente le star del
momento,ci seguirebbero in capo al mondo.. Ehm, un momento, però alle 18,30 qua
inizia a fare buio, e il nostro gagliardo seguito non è comunque una grande
difesa da quello che potrebbe aspettarci nella notte africana.
Ma niente paura
gente: perché preoccuparsi, quando c’è un camioncino di boscaioli lungo la
strada, pronto a caricarci insieme alla legna e riportarci in città sul tetto, mentre
all’orizzonte possiamo gustarci lo spettacolo della famosa super luna che si
staglia nel cielo etiope?
Una tranquilla gita fuori porta, insomma. Ma ne è valsa la
pena per un’immersione in questa assurda e affascinante realtà. E poi, meglio
un’avventura del genere o passare il pomeriggio a guardare il documentario di
Santa Barbara che Suor Delia sta ancora cercando di propinarci???
Ebbene
sì, otto giorni fa è iniziato il nostro cantiere. Prima di partire, si sa, ogni
“cantierista” ha delle aspettative e quella più comune è che il cantiere sia
una grande avventura; e se dopo solo
otto giorni i presupposti sono questi ... altro che grande avventura!!
Ali,Fedea,Fedeo,Marti,Babi,Ele,Andre,Giuli
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