domenica 31 agosto 2014

Ethiopia Ottavo giorno

Ancora il wi-fi non è stato trovato, le comunicazioni tra la nostra guest house e il resto del mondo appaiono sempre più utopiche. Finalmente stasera è tornata la corrente, per quanto riguarda l’acqua nel nostro bagno non ci siamo ancora, ma ci stiamo lavorando. Il tanto temuto “cagotto” sta iniziando a mietere vittime, ci sono stati i primi caduti, ma per fortuna si stanno eroicamente riprendendo. Le nostre valigie non sono ancora state avvistate, attendiamo con ansia la mitologica “Tin Sai” che, stando a quanto dice il nostro comandante suor Delia, sta per portarcele. A dirla tutta, doveva arrivare “domani” esattamente sei giorni fa ma, si sa, siamo in Africa del resto. Qui bisogna dimenticarsi di orari, appuntamenti e tempi precisi (anche perché è difficile, se si tiene conto che per il calendario etiope siamo nel 2007 e le nostre 6 di mattina corrispondono alla loro mezzanotte!).

Eppure è anche in questo che risiede il fascino del nostro cantiere. 

Il fatto di “staccare la spina”, in senso metaforico e letterale, dal mondo a cui siamo abituati e dalla routine e immergersi completamente in questo mondo affascinante in cui un caffè che si rispetti, per essere consumato, richiede almeno un’ora di rito e dove per attraversare la strada devi stare attento a non scontrarti con asini, cavalli e “bajaj” (una sorta di trashissimo apecar all’africana, il top per un giro in città).
 Il cellulare poi ti serve poco se ti ritrovi disperso in mezzo alle campagne dopo due ore di cammino sulla strada sbagliata! Fortuna che almeno con noi c’è sempre un corteo di almeno 30 bambini che ci segue ridendo, dandoci la mano e intonando “una sardinaaaaa” con l’accento più improbabile che si sia mai sentito.  Per loro siamo indiscutibilmente le star del momento,ci seguirebbero in capo al mondo.. Ehm, un momento, però alle 18,30 qua inizia a fare buio, e il nostro gagliardo seguito non è comunque una grande difesa da quello che potrebbe aspettarci nella notte africana.
Ma niente paura gente: perché preoccuparsi, quando c’è un camioncino di boscaioli lungo la strada, pronto a caricarci insieme alla  legna e riportarci in città sul tetto, mentre all’orizzonte possiamo gustarci lo spettacolo della famosa super luna che si staglia nel cielo etiope?

Una tranquilla gita fuori porta, insomma. Ma ne è valsa la pena per un’immersione in questa assurda e affascinante realtà. E poi, meglio un’avventura del genere o passare il pomeriggio a guardare il documentario di Santa Barbara che Suor Delia sta ancora cercando di propinarci???
Ebbene sì, otto giorni fa è iniziato il nostro cantiere. Prima di partire, si sa, ogni “cantierista” ha delle aspettative e quella più comune è che il cantiere sia una grande avventura;  e se dopo solo otto giorni i presupposti sono questi ... altro che grande avventura!!

Ali,Fedea,Fedeo,Marti,Babi,Ele,Andre,Giuli

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