Egregio Sig. Scheletro
nell'Armadillo,
la presente per comunicarLe il
nostro arrivo a destinazione e le nostre scuse per il ritardo nella
notificazione della stessa, causa squagliamento della precedente missiva
da noi redatta; fornendoLe, qui a seguire, anche i dettagli della nostra rotta
e le ragioni della comunicazione tardiva.
ET 360 giunse rispettando il
piano di volo. In tutta sincerità Egregio, non Le nascondiamo un certo qual sgomento
collettivo che ci colse nel calpestare il 'rigoglioso' suolo locale.
Nessuno avrebbe mai pensato che, per entrare in una sauna, fosse necessario
avere il visto gibutino.
Varcata la soglia della nostra
avanguardistica e splendente dimora, un reggimento di fanteria corazzata a sei
zampe, altrimenti noto come “la Legion Scarafage” si premurò di
accoglierci calorosamente. In compenso l'acqua corrente, salata al punto
giusto, non fu altrettanto spavalda; lasciando gli onori di casa a quella umana
sgorgante da appendici nasali, arcate sopracciliari trasudanti e qualsiasi altro poro censito.
Insomma Egregio: una sudata perpetua!
Iniziata l'attività quotidiana al
Centro Caritas, unico luogo di accoglienza per bambini di strada, tra
operatori, volontari e caschi bianchi scorgemmo un fresco pifferaio
magico (proveniente dal più gradevole dei nostri sogni o del peggiore dei
nostri incubi, decida Lei) intento a domare invano, con la sua candida melodia,
8.000 crayons impolverati ed imbizzarriti.
La magia pù grande, in
verità, fu resa possibile da una colorata, terrosa e instancabile turba di
bambini, ospite quotidana del Centro. Basta una playlist (possibilmente nè di
Silvia, nè di Erika) dal retrogusto tamarro purchè africano, per trasformare
sabbia, ferite, sporcizia e samaras distrutte in entusiasmo esplosivo,
sorrisi contagiosi, intese spontanee e incroci di mani 'alla Ringo People'.
Lasciataci la vita urbana alle
spalle, partimmo per Ali Sabieh, alla ricerca del 'Sacro Crayon'. Lo trovammo
custodito amorevolmente da 'Sisters' squisite e deliziose (del budino se ne può
parlare!). Una volta rassicuratici che
il Crayon fosse in buone mani, sulla via del ritorno, nell'improvvisata
tappa della celeberrima Parigi-Dakar, registravasi un incremento di 8 lunghezze
tra la vettura in testa, pilotata da Monsigneur Bertin, sull'inseguitrice
capitanata dal ruggente mirafioreus Maldera, il quale non rassegnandosi
all'evidente distacco, optò per un segmento di pista parallelo donando a tutti
(team e bagagli) non la prima posizione ma 8 tonnellate di sabbia polverosa.
Nella speranza di non essere
stati eccessivamente pedanti, Egregio, una domanda sorge spontanea: ma Lei, è
mai stato ad Oristano?
Cordialmente, a risentirLa
La Compagnia del Maffo
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