martedì 12 agosto 2014

Gibuti. Prima lettera dal fronte.

Egregio Sig. Scheletro nell'Armadillo,


la presente per comunicarLe il nostro arrivo a destinazione e le nostre scuse per il ritardo nella notificazione della stessa, causa squagliamento della precedente missiva da noi redatta; fornendoLe, qui a seguire, anche i dettagli della nostra rotta e le ragioni della comunicazione tardiva.

ET 360 giunse rispettando il piano di volo. In tutta sincerità Egregio, non Le nascondiamo un certo qual sgomento collettivo che ci colse nel calpestare il 'rigoglioso' suolo locale. Nessuno avrebbe mai pensato che, per entrare in una sauna, fosse necessario avere il visto gibutino.

Varcata la soglia della nostra avanguardistica e splendente dimora, un reggimento di fanteria corazzata a sei zampe, altrimenti noto come “la Legion Scarafage” si premurò di accoglierci calorosamente. In compenso l'acqua corrente, salata al punto giusto, non fu altrettanto spavalda; lasciando gli onori di casa a quella umana sgorgante da appendici nasali, arcate sopracciliari  trasudanti e qualsiasi altro poro censito. Insomma Egregio: una sudata perpetua!

Iniziata l'attività quotidiana al Centro Caritas, unico luogo di accoglienza per bambini di strada, tra operatori, volontari e caschi bianchi scorgemmo un fresco pifferaio magico (proveniente dal più gradevole dei nostri sogni o del peggiore dei nostri incubi, decida Lei) intento a domare invano, con la sua candida melodia, 8.000 crayons impolverati ed imbizzarriti.


La magia pù grande, in verità, fu resa possibile da una colorata, terrosa e instancabile turba di bambini, ospite quotidana del Centro. Basta una playlist (possibilmente nè di Silvia, nè di Erika) dal retrogusto tamarro purchè africano, per trasformare sabbia, ferite, sporcizia e samaras distrutte in entusiasmo esplosivo, sorrisi contagiosi, intese spontanee e incroci di mani 'alla Ringo People'.

Lasciataci la vita urbana alle spalle, partimmo per Ali Sabieh, alla ricerca del 'Sacro Crayon'. Lo trovammo custodito amorevolmente da 'Sisters' squisite e deliziose (del budino se ne può parlare!).  Una volta rassicuratici che il Crayon fosse in buone mani, sulla via del ritorno, nell'improvvisata tappa della celeberrima Parigi-Dakar, registravasi un incremento di 8 lunghezze tra la vettura in testa, pilotata da Monsigneur Bertin, sull'inseguitrice capitanata dal ruggente mirafioreus Maldera, il quale non rassegnandosi all'evidente distacco, optò per un segmento di pista parallelo donando a tutti (team e bagagli) non la prima posizione ma 8 tonnellate di sabbia polverosa.

Nella speranza di non essere stati eccessivamente pedanti, Egregio, una domanda sorge spontanea: ma Lei, è mai stato ad Oristano?


Cordialmente, a risentirLa


La Compagnia del Maffo




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