-GIORNO 1-
"...molto verde, molti
campi, molti fiori ben curati. Una lattina di Coca Cola costa 7 Lei, tipo
neanche 30 centesimi. Pazzesco!
Mi sveglio, esco, vado verso il
bagno, un enorme tacchino mi appare davanti. Un enorme tacchino seguito da
molti mini-tacchini. È la prima visione del primo risveglio a Canîa. Rido e
faccio la pipì, sempre ridendo. Faccio la pipì e rido. Buongiorno! Benvenuti in
Moldavia..."
Ecco… sopra ho riportato un pezzettino della prima pagina
del mio diario di bordo. Questo è stato il primo impatto con Canìa. Io odio i
tacchini! In realtà non loro, porelli, odio i loro bargilli ciondolanti.
Diciamo che come inizio di esperienza si è fatto sentire. Comunque sia, ELISA
1-TACCHINI 0. Questo è l’importante!
Veniamo alla sostanza. A due settimane dal ritorno, come posso descrivere quello che ho
provato, sentito, vissuto durante questo viaggio? Inizio col dire che è stato
il mio primissimo cantiere, e anche la prima esperienza di volontariato
all’estero. Sicuramente ben meditata, visto che era anni che pensavo di farla
ma non ne avevo il coraggio. Sono stati 17 giorni intensi, carichi di emozioni,
densi di lavoro e di divertimento, di grosse risate e di grandi avventure.
Siamo partiti in cinque, ad attenderci c’erano tre favolosi personaggi quali i
nostri coordinatori SCE (Marco, Mari e Patti), senza i quali sarebbe stato
tutto notevolmente più complicato, a partire dalla comunicazione. Abbiamo
lavorato in due villaggi differenti, uno la prima settimana e uno la seconda.
Entrambi, in un modo o nell’altro, ci hanno messo alla prova. Il cantiere è un
continuo mettersi alla prova, un continuo sperimentare, un continuo STUPIRSI.
Ecco, era qua che volevo arrivare…STUPIRSI! Vuol dire mettersi nella condizione
mentale di ricevere tutto quello che il posto, la cultura, ma soprattutto la
gente del posto, hanno da darci. Liberare la mente da pregiudizi e preconcetti
che purtroppo, o per fortuna, siamo portati a creare. Dico per fortuna perché,
dal mio punto di vista, è bello anche vedere come i castelli che ci siamo
creati si distruggano autonomamente non appena si vive la realtà in questione
sulla propria pelle. Avere l’elasticià mentale di lasciarsi trasportare dalle
situazioni e vedere come naturalmente certi pregiudizi, che magari avevamo fino
a due minuti prima, siano in realtà stupidi o infondati. STUPIRSI vuol dire
riconoscere a fine giornata di aver fatto una cosa che non credevamo di essere
in grado di fare, vuol dire rimanere a bocca aperta quando una bambina ti
regala un braccialetto fatto da lei dicendoti che vorrebbe venire in Italia,
vuol dire gioire quando riesci capire un’intera frase composta da soggetto,
verbo e predicato in rumeno, vuol dire non capacitarsi di come i moldavi amino
ingurgitare cibo e frutta acerba a qualsiasi ora del giorno e di quanto siano ospitali. Credo si debba
essere in grado di vedere ciò che di BELLO e di DIVERSO esiste in un’altra
cultura e in un altro stato. Perché alla fine il bello E’ la diversità. E vi
posso assicurare che la Moldavia, per quanto sia un paese veramente difficile
ed estremamente povero, è BELLA! Ma tanto bella!.
Ora vorrei mostrarvi le situazioni /cose/persone che più mi
hanno stupito durante questo cantiere. Credo che mi toccherà mettere in atto
un’ulteriore selezione di foto. Non credo di poterle caricare tutte, sono 1210 :D
Una delle principali strade di Canìa. La domanda mi sorge spontanea: ma quando piove? quando nevica? di inverno? Come fanno?
Lacul Beleu
Stupirsi di fronte all'inaspettato spettacolo che offre la natura moldava.
Tramonti indescrivibili!
Pescare pesci di massimo 10 cm con canne di bambù! Non lo facevo da quando avevo 6 anni...
Il parinte (prete) che prepara una zuppa di pesce con i suoi amici, a sua detta, "un po' bracconieri". Non fatemi domande al riguardo... ahah!
"FACEM CERCUL MARE!" ...facciamo un grande cerchio! Sono state le prime parole che ho imparato in rumeno.
Stupirsi davanti alla bellezza dei colori mischiati. Ogni tanto non mi sento normale... ;)
Stupirsi SEMPRE e COSTANTEMENTE davanti alla bellezza degli occhi di un bambino.
Ora non voglio tediarvi ancora per molto, quindi concludo dicendo che dall'alto dei miei 23 anni considero il cantiere una delle più belle esperienze che un giovane possa fare. In tutto e per tutto! Fa crescere...e tanto! Ti impone di cavartela in situazioni in cui mai e poi mai avresti pensato di trovarti, senza contare le soddisfazioni quotidiane che regalano i sorrisi dei bambini. Adesso non mi resta che aspettare con l'amaro in bocca, ma carica di entusiasmo, i cantieri 2015!
Vi lascio con due versi del ritornello di una canzone che adoro di Bob Marley...
"Emancipate yourselves from mental slavery,
none but ourselves can free our mind.
Have no fear for atomic energy cause none a them can stop the time."
Elisa Borsa
Ti adoro, amor!
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