“Partire
è anzitutto uscire da sé.
Rompere
quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro “io”.
Partire
è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al
centro del mondo e della vita.
Partire
è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo
cui apparteniamo: qualunque sia l’importanza di questo nostro mondo
l’umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire.
Partire
non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità
supersoniche.
Partire
è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro.
Aprirci
alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il
fiato di un buon camminatore.
E’
possibile viaggiare da soli.
Ma
un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed
esso esige dei compagni.
Beato
chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un
compagno desiderato.
Un
buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi.
Intuisce
il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li
ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà
coraggio e gusto per il cammino.
Camminare
è andare verso
qualche cosa; è prevedere l’arrivo, lo sbarco.
Ma
c’è cammino e cammino: partire è mettesi in marcia e aiutare gli
altri a cominciare la stessa marcia per costruire
un mondo più giusto ed umano”.
Helder
Camara
Sono pronta a partire
e questa partenza, oggi, si chiama "ritorno".
Consapevole che il mio stare in Bolivia avrebbe avuto un inizio e una fine - temporalmente parlando -
sono però certa che ciò che mi resta di quello che ho vissuto non potrà starsene ben riposto in confini di spazio e di tempo,
e che crescerà insieme a me, man mano che io cresco, perchè ora sì: fa parte di me.
Gratitudine,
entusiasmo,
responsabilità:
tre ingredienti che mi porto nello zaino, insieme a dei colori fantastici con cui non vedo l'ora di poter iniziare a dipingere il mio futuro prossimo!
Hasta pronto,
LuCi
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