SCONFINARE per TROVARE 4.08.2016
I miei compagni di viaggio; persone che
mi piace definire colorate, sorriso sulle labbra e quel luccichio negli occhi
di chi ha sogni da inseguire.
Non sarà un caso ma come loro anche la
nostra prima “casa” dove dormiremo per tre notti ha un aspetto colorato.
E’
nella storica Tangeri con le sue sfaccettature a metà tra antico e nuovo che
iniziamo a immergerci nella cultura araba senza lasciarci intimorire da ciò che
può sembrarci diverso.
Inizia
qui la nostra settimana MIGRANTE; inizia tra le vie della medina, le bancarelle
del souq, i colorati djellaba, il profumo di spezie e thè alla menta, il sapore
di cous-cous e tajin e le parole di alcune prime testimonianze.
E’
così che Inma, responsabile del TAM (accoglienza
migranti Tangeri), ci introduce la realtà di coloro che partono e arrivano
a Tangeri, Ceuta o Melilla pronti a rischiare il tutto per sconfinare,
determinati a varcare le soglie dell’Europa.
Non
sarà di certo una linea, un filo spinato che divide un confine e che può
ferirti la pelle e non solo, ma neppure la violenza delle guardie,
l’indifferenza di molti o l’ingiustizia di chi redige diritti senza poi
rispettarli a fermare la determinazione di uomini e donne pronte a partire
verso una vita migliore,
Questi
centri li accolgono, sono persone prima che migranti e si investe con loro su
loro stessi, si accompagnano nel cammino per dar loro un futuro migliore e
tutto ciò in un clima di integrazione.
LINEE…
Ed è nel viaggio verso Ceuta che inizio a
sentire forte e scorgere le prime linee;
·
Una
lunga linea è la strada tortuosa che ci porta verso il confine
·
E’
una linea gli 8 km di filo spinato che circonda quella terra di mezzo e terra
di nessuno, forse Africa, forse Europa.
·
E’
una linea, la striscia di mare, quella dello stretto di Gibilterra che tanti
migranti provano a percorrere per arrivare in Europa; acqua madre a cui troppe
volte ritornano i suoi figli.
·
E’
una linea, un filo sottile di contraddizioni; un’Europa che pende come un
funambolo tra l’essere colpevole, finanziando la costruzione di nuovi muri e
contemporaneamente nuovi centri d’accoglienza per migranti; ironico no?
·
E’
una linea il confine di Ceuta, apparente pace, questo è quello che scorgiamo
dall’alto, seduti su un muretto di uno squallido parcheggio, pur sapendo che i
boschi che ci attorniano sono pieni di persone che vivono così, tra le linee di
rami e radici di alberi pronti a pensare alla prossima fuga, alla prossima
marcia di quel paio di giorni senza cibo, riposo e acqua per l’ennesimo
tentativo di oltrepassare quel filo: “UNA
FORZA NELLA VITA E UNA FEDE TANTO GRANDE LI ACCOMPAGNA”
·
Ma
le linee più difficili da tagliare, le più aguzze da superare sono quelle che
stanno dentro di noi, linee di indifferenza, ostacoli che limitano noi stessi.
Ma
c’è chi queste linee le abbatte tutte, come le piccole sorelle di Gesù che con
il loro impegno di carità, vivendo con le minoranze sono arrivate nel cuore di
Ceuta a difendere in silenzio coloro che soffrono di più: “QUANDO TOCCHI CON MANO UNA REALTA’ ECCO CHE ALLORA NON PUOI PIU’
SFUGGIRNE”, ecco che allora varcare quella linea dell’indifferenza diventa
ancora più scomodo, ma c’è chi come loro non si lascia paralizzare da ciò che
non conosce.
“CIAO”
= IO TI RICONOSCO COME PERSONA
Ecco
come accolgono uomini e donne – “Quando si sfiora e si entra nel mondo dell’altro
non si sa mai dove porterà.”
Accogliere
l’altro, e sono proprio persone come Gloria, Luigina, Monica (responsabile del
CAM a Rabat); donne che hanno fatto dell’aiuto verso l’altro la propria
missione di vita: “PER AMARE ANCHE QUELLO
CHE NON POSSIAMO ACCETTARE, PER AMARE QUELLO CHE NON E’ AMABILE, ANCHE QUELLO
CHE PARE RIFIUTARSI ALL’AMORE, POICHE’ DIETRO OGNI VOLTO, SOTTO OGNI CUORE C’E’
UNA GRANDE SETE D’AMORE, LA SOLA CERTEZZA CHE NON TEME CONFRONTI, LA SOLA CHE
BASTA PER IMPEGNARCI PERDUTAMENTE”
Vite
diverse donate per gli altri!
8.08.2016
Ed
è lungo il viaggio verso Midelt, attraverso i tornanti e i paesaggi bruciati
dal sole che tiro le fila su cosa è stato essere migrante, perché migrante lo
sono anch’ io in questa terra straniera:
·
Migrare è essermi sentita spaesata inizialmente,
una lingua, un insieme di suoni sconosciuti: come fare a comunicare? Come fare
a farmi capire?
·
Migrare per
me è essere osservata e osservare;
curiosità! Forse a volte un po’ di diffidenza.
·
Migrare
per
me è superare le mie linee, i miei
limiti, scoprirsi un po’ di più
·
Migrare
per
me è non riuscire a trovare parole di
fronte a tanta confusione e ingiustizia e rimanere senza parole di fronte alla
meraviglia e Bellezza di altri; antitesi DISARMANTE!
·
Migrare
è
ricevere una carezza sulla spalla da
una mano da un colore diverso dal mio; è ricevere un benvenuto da occhi
sorridenti
·
Migrare
è
condivisione con i miei compagni di
viaggio
·
Migrare
è
sconfinare per ritrovarsi, quando i
conflitti dentro e fuori di te sono insostenibili per rimanere fermo
·
Migrare
è
un sogno, un piccolo passo verso ciò che
inseguo
·
Migrare
è
un diritto; “LIBERTA’ DI MIGRARE, DIRITTO DI RESTARE, COME ANDATA, COME RITORNO,
COME ANDATA SENZA RITORNO, COME ANDATA CON RITORNO”
[...]
Un
cantiere particolare questo è stato, un cantiere itinerante, un cantiere fatto
di molte parole e pensieri, un cantiere fra la gente.
Un
cantiere che mi ha lasciato una voglia di far di più, di mettere le mani più a
fondo, ancora e ancora.
Non
ci sono limiti nello sconfinare e le strade sono di fronte a me, sta a me
scegliere come percorrerle, sta a me mettermi in viaggio verso la mia meta.
E
se anche in viaggio ci sono già, tantissimo ho ancora da viaggiare…
Volevo
dedicare queste lunghe parole ai miei compagni di viaggio.
Ad
ognuno di voi ho associato un piccolo ingrediente del viaggio che voglio
dedicarvi:
Michi
– Le Spezie:
Bella, di una bellezza
straniera, unica, come le spezie il cui profumo ricordano paesi lontani.
Attenta nei confronti dell’altro e del diverso
e con la tua tenacia e forza aggiungi quel pizzico indispensabile nel gruppo.
Franci
– pallone da calcio:
E’
così che subito ti sei fatta riconoscere, scambiando un paio di palleggi con
dei bambini a Tangeri al tramonto, da lì si inizia a scorgere la tua energia
devastante, la tua dote nell’entrare nel mondo dell’altro abbattendo ogni muro…
a volte le parole non servono.
Diretta;
travolge e si lascia travolgere e sconvolgere
Sere
– vento:
E’
dopo la compieta della prima sera a Midelt che usciamo all’aperto e siamo
abbracciati da un venticello.
Ecco
che in quel momento ho associato quel vento ai tuoi pensieri, che avvolgono i
tuoi profondi occhi verdi nel momento in cui si perdono nel vuoto, quei
pensieri preziosi che hai condiviso con me e con noi e che hanno arricchito
ogni nostra riflessione,
Stef-
colori del Marocco:
E’
così Stef che ti vedo, una persona colorata, sorridente, che sa scorgere il
bello e l’allegro della vita e lo trasmette agli altri.
Dolcezza
verso di me e tenerezza con i bimbi, che difatti ti hanno amata fin da subito.
Cate-
incisioni:
Come
le numerose incisioni e disegni che abbiamo trovato intagliate nelle mosche o
su qualche parete, precise e armoniose, come la precisione che ti caratterizza
e che nel complesso crea un’immagine armoniosa, raffinata… Saggezza; come le
incisioni che ricordano la mano sapiente del tempo.
Fefa-bazar:
E’
nei bazar, durante le contrattazioni che esce l’anima più chiacchierina e
sociale della Fefa. Perché la nostra Fefa è così, sempre sorridente come quei
venditori che ti invitano nel proprio negozio, è così che ti interessi
dell’altro facendo trapelare la tua gioia nella vita.
Come
in un bazar in te si respira l’aria di mondo e di ricchezza; come lo sono le
tue risorse, i tuoi interessi e te stessa.
Dade
– pane:
Ho
pensato inizialmente ad associarti al profumo del burro, ma sicuramente il pane
si addice di più, quell’elemento che fa sempre sentire a casa e che per primo
viene spezzato e condiviso; ecco che Dade sai accogliere, ci fai sentire a casa
e condividi con noi la tua esperienza e te stesso.
PRESENTE…
come quel pezzo di pane che non manca mai dal nostro tavolo
Don
Luca- parole:
Parole
cha abbiamo letto e abbiamo condiviso, ecco che proprio con esse ogni giorno ci
accompagni con un pensiero, una riflessione, una battuta, mai banale… Parole
vere che vivi nel quotidiano, e questo viverle giorno per giorno le rendono
forti e incisive, lasciandoci trapelare quello spiraglio della tua profondità.
Simo-
cuoio:
Il
colore del cuoio ti caratterizza, come anche la passione che hai per esso. Come
con il cuoio ecco che ti piace sporcarti le mani, ti piace non rimanere
indifferente ma interessarti del mondo.
Richi-
strada:
Ultimo,
non per meno importanza, anzi, la nostra guida che ci ha sempre accompagnato
lungo le moltissime strade che abbiamo percorso, guida nei nostri momenti di
riflessione e condivisione.
…
Strada… è dove macini e macini passi, nel mondo, dentro di te, non smettendo di
camminare, non saziandoti mai, alla ricerca sempre di qualcosa di nuovo e
profondo… trovando sempre spazio per l’altro, per chi è a bordo strada o per
chi viaggia con te.
Per finire; tante sono state le volte in
cui sono stata in silenzio, strano per me, non è mio solito non far sentire la
mia voce; ma in questo viaggio ho ascoltato tanto, ho sentito, senza riuscire
troppe volte a trovare quelle parole che volevo dire.
A volte non mi è facile formulare bene i
miei pensieri, ma dopo tanti momenti di condivisione e di vivere quotidiano
volevo lasciarvi qualcosina in più di me come voi lo avete lasciato in me.
Bea
Complimenti Bea per le tue parole e il tuo modo metaforico di raccontarti e raccontare, per la capacità di ascolto e di osservazione di ciò e di chi ti sta intorno, compresi i tuoi compagni di viaggio, dei quali sai cogliere i tratti essenziali e che descrivi in modo del tutto originale e ammirevole
RispondiEliminaComplimenti Bea per la tua capacità di raccontarti e di raccontare, per la capacità di ascolto e di osservazione di ciò e di chi ti sta intorno, compresi i tuoi compagni di viaggio, dei quali hai saputo cogliere i tratti essenziali che descrivi in modo del tutto originale e accattivante
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