domenica 30 agosto 2009
Vita da Redes
Oggi i nostri primi “spettacoli teatrali” (se così li vogliam chiamare) all’interno di Redes. Scopriamo che le fatiche di settimana scorsa hanno portato ad un lavoro che piace ai bambini ed agli adulti e non possiamo che ringraziare le grintose persone dell’area del “trabajo social” in Redes che hanno placato le inevitabili perplessità che alleggiavano nel gruppo: parlare di riciclaggio, pulizia, spazzatura, medio ambiente in una maniera divertente (che vada bene soprattutto per i bambini…ma non solo) a persone che vivono attaccate alla “chureca” (discarica) e che in molti casi lavorano raccogliendo rifiuti per poi pulirli e rivenderli, non ci sembrava una cosa molto semplice. Stamattina…sentire ridere le mamme e vederle attente è stata una sorpresa di cui forse abbiamo colto la potenza solo nella tarda mattinata grazie anche alla chiacchierata con Mari Carmen che ci ha aiutati a “intuire quanto è raro veder comparire il sorriso su quei volti che vanno assumendo tratti sempre più familiari anche per noi. Le storie di vita raccontate da Eli e Mari Carmen diventano piano piano persone reali, volti concreti, spesso dagli occhi tristi, ma che trasmettono una forza che a volte non sembra umana.
Antonella Somma
venerdì 28 agosto 2009
Voglio andare a vivere in campagna...
In queste 2 settimana sono riuscito con mia grande felicità ad andare ancora una volta a vivere in campagna per qualche giorno. Ero già stato nel periodo di pasqua a Sadaclia e questo volta sono andato a Firladeni, un altro villaggio della R.Moldova. Ma ci sono andato col chiaro intento di lavorare; non volevo passare 3-4 giorni con le mani in mano, non c'è l'avrei fatta!
E' così è stato!! Ho pitturato assieme ai moldavi che mi hanno ospitato un cancello di legno nuovo di zecca; 350 stecchetti di legno da fargli la punta bianca e il resto di colore azzurro.
Siamo andati a pulire dal letame il recinto dove stavano le capre. Siamo andati per 3 volte al giorni a raccogliere il latte che veniva munto dalle dalla capre. Alle 8 di sera dovevamo andare a recuperare la vacca che era andata al pascolo. Ho pure viaggiato su un carretto trainato dal cavallo.
Insomma alla sera alle 10 ero già a letto, e non ho mai dormito così bene come in questi giorni!!
Io e Oleg che pitturavamo il cancello di legno!
Durante il giorno le pause birra erano d'obbligo e il papà del mio collega moldavo che mi ha ospitato ci carburava con 2 bicchieri di birra ogni due ore, in modo che potessimo dipingere al meglio il cancello! La mamma invece ci preparava delle deliziose tavolate con cibo di ogni sorta: zuppe, pasta, formaggio, carne, verdure e vino ovviamente.
Uno dei giorni che ero a Farladeni era anche il mio compleanno e oltre alla birra solita del lavoro ogni tanto mi toccava brindare per la mia nascita con personaggi del paese sconosciuti ma che volevano anche loro festeggiare con me il mio compleanno con un bicchiere di vino!
Son stati 4 giorni che dimenticherò difficilmente, non solo per il lavoro, ma anche per la bella gente che ho conosciuto e per la calorosa ospitalità che mi hanno riservato. E' anche vero che non sono arrivato come un perfetto sconosciuto, sono arrivato assieme al mio collega moldavo di lavoro che mi ha presentato i suoi genitori e alcune persone del paese, però mi piace pensare che in ogni caso sarei stato accolto in questo modo, come se fossi anche io del villaggio di Farladeni!
Il carretto!
mercoledì 26 agosto 2009
Incontri....
Incontri con gli altri. Beh che dire di questo, a volte le parole sono limitate (o forse le mie) non è possibile esprimere l’immensità che può rinchiudere l’incontro, anche se di un attimo. In questo incontro con l’altro c’è l’incontro con chi ci ha accolto a braccia aperte, anche se non fisicamente: ovunque noi andassimo con i bambini, con gli anziani o per le strade del villaggio faticavi a trovare qualcuno che ti respingesse. Certo noi eravamo la novità del momento, ma che dire dell’accoglienza quando ci offrivano quello che avevano, un bel pezzo di formaggio e un bicchiere di vino (e se non stavi attento, diventavano due o tre o anche quattro e fermiamoci qui).
Incontri con occhi che sorridevano o altre volte con occhi che erano in attesa di chissache, probabilmente della morte. Ricordo ancora nettamente la sensazione che ho provato quando, durante la prima settimana a Ucrainka, sono andata a fare attività sociale a casa di una donna anziana…ho ancora impresso negli occhi lo stato di abbandono di quell’abitazione e di quella donna e nelle narici l’odore che riempiva quelle stanze, le mosche. Ricordo di essermi immaginata un giorno qualunque di quell’anziana totalmente sola e disillusa, la ricordo seduta sull’uscio di casa ad aspettare qualcosa, forse la morte. Dall’altra parte, invece, ricordo la donna che siamo andati a visita quando eravamo a Coscalia, nonna Mina, e ricordo lo sguardo vivo, il sorriso e la percezione che quella casa fosse viva.
E poi che dire incontri con i compagni di viaggio..e qui le parole faticano a venire alla mente..a volte piango dentro me stessa per i ricordi che mi legano ad ognuno di loro, ai loro occhi, ai loro sorrisi. Però le mie non possono essere lacrime tristi, di rimpianti, ma lacrime di felicità perché so nel profondo di me stessa che ho avuto la fortuna di aver incrociato altre anime e che dire.. alla fine non i soldi, le case, gli oggetti ma sono gli incontri che rimangono…e a volte si percorre una vita intera alla ricerca di questo tipo di incontri…grazie.
E’ forse questo quello che sono sicura di aver portato a casa da questo paese: gli incontri.
Elisa
Cantiere della Solidarietà - R.Moldova
"Facem un cerc" - Facciamo un cerchio
Un momento delle attività coi bambini di Coscalia
martedì 25 agosto 2009
17 agosto
La vista di una fila ordinata di stoviglie su di una mensola fa nascere un sorriso sulle mie labbra: un piccolo segno di cura e attenzione quasi inaspettato, che risalta rispetto al resto dell’ambiente. Allo stesso modo, nell’angolo, un pila ordinata di vestiti, raccolta dentro uno scatolone.
La mia visita è un’occasione per seguire questa famiglia nel “progetto latrina”: lo scopo è controllarne lo stato, ed eventualmente fornire spiegazioni e indicazioni per la manutenzione e il miglioramento delle condizioni igieniche generali.
Parte delle nostre mattinate è dedicata alle visite domiciliari alle famiglie. Entriamo in contatto con una moltitudine di storie diverse, accomunate dalla stessa realtà, ma tuttavia è impressionante notare come possano esistere differenze tanto nette anche nella povertà.
Ritornando verso la mia casa nica, mi viene da pensare che sembriamo appartenere proprio a due mondi diversi. Diverse le risorse, diverse le possibilità, diversi gli orizzonti e le prospettive per le proprie vite. Ogni mattina, la maggior parte di loro non può permettersi di pensare ad altro che al giorno presente, così da vivere senza ambizioni e progetti per il proprio futuro.
Mentre noi possiamo programmare le nostre esperienze, pianificare i nostri studi, immaginare nuove esperienze. In poche parole, fantasticare sul nostro futuro.
Ogni visita al barrio è quindi ogni volta un’emozione molto intensa, che genera in me disorientamento e confusione. Talvolta anche un po’ di rabbia.
Dopo ogni giornata però, possiamo tornare nelle nostre oasi di pace, il Guis e Redes.
Sono due strutture curate a partire anche semplicemente dall’aspetto estetico, poiché colorate e piene di verde, ma soprattutto per l’impegno nel lavoro e l’attenzione verso i ragazzi. Questi infatti possono godere di progetti studiati su misura da un personale preparato e disponibile, hanno spazi per il gioco inesistenti nel barrio, e, per quanto possa a noi sembrare scontato, hanno due pasti giornalieri assicurati. Sforzi ripagati da un sorriso sempre presente sui loro volti.
Anna e Fabio
lunedì 24 agosto 2009
..... "il mal di casa"
Così mi sento oggi, a dover tornare in equilibrio alla vita normale di tutti i giorni, dopo aver vissuto l’esperienza dei cantieri in Moldova.
Sono inquieto e non riesco ad abituarmi alla casa, alle comodità, alla famiglia premurosa, alla routine, al ritmo incessante della città, del lavoro. Alle preoccupazioni, al pensare per forza al domani e al dopo domani, e a misurare il tempo. Al vivere ordinato in una casa che ora sembra troppo grande, che risuona di silenzio e vuoto. A parlare con chi ti conosce da sempre ma non riuscire a trasmettere e condividere ciò che hai vissuto.
Vorrei essere ancora a Ucrainca, o a Coscalia, e continuare a vivere delle cose semplici, e della gioia di un sorriso, di un abbraccio. Ad avere amici sempre intorno, agli sguardi curiosi e benevoli, ad essere accolti a braccia aperte da chi non ha niente eppure ti offre tutto. Ad aiutare chi è solo, e sperimentare che quello che ricevi in cambio è sempre di più di ciò che hai dato. A lavorare insieme e di nuovo giorno per giorno, con le proprie mani e senza grandi progetti da rispettare, e andare a letto stanchi e con la schiena a pezzi ma con cuore sereno ed il sorriso sul volto. A condividere tutto, scoprirsi simili e scoprire quanto può avvicinarti un semplice gesto, una parola, uno sguardo. A non essere giudicati dalla propria storia, dalla propria provenienza o dal cammino che ti ha portato lì, ma solo da ciò che fai lì, da ciò che sai offrire di te e ciò che sai ricevere.
A cercare di comunicare in tutte le lingue, e infine a gesti, a imparare le usanze e le tradizioni che uniscono un popolo. A mangiare pasta scotta di giorno e crusca la sera, a dormire per terra di fianco al grano, e svegliarsi all’alba con le campane.
E ritrovarsi alla sera di nuovo sui gradini, sotto le stelle, a ridere e scherzare insieme, ancora una volta…
Alfonso
Cantiere della Solidarietà in R. Moldova
domenica 23 agosto 2009
Cantiere in Moldova! Già finito???
Servirebbe un libro intero per raccontare la bella esperienza vissuta! Forse due: uno per i volontari e uno per me che a mia sorpresa mi sono trovato dopo 10 mesi di moldova a scoprire ancora cose nuove e interessanti di questo paese che non finisce mai di stupirmi!
Un post sarebbe riduttivo e sono sicuro che le emozioni vissute sono ancora così forti che è difficile riuscire a metterle per iscritto!
Posso dirvi che abbiamo fatto ridere e divertire i bambini con 2 ambientanzioni fantastiche ( Shrek in un villaggio e Asterix/Obelix in un altro)!
Posso dirvi che abbiamo incontrato tantissime persone, anzini e non, che ci hanno accolto (a volte anche no!) e mostrato ogni volta qualcosa di nuovo della moldova.
Posso dirvi che abbiamo giocato e scherzato con i volontari moldavi che hanno collaborato con noi come se la differenza di lingua non sia mai esistita!
Posso dirvi che è stata un esperienza unica e sicuramente da ripetere i prossimi anni!
Come coordinatore voglio ancora una volta ringraziare il mio gruppo di volontari e ringraziare anche i villaggi moldavi che ci hanno accolto e dato la possibilità di vivere questa esperienza!
Quà a Ucrainca! L'ultimo giorno di attività con i bambini del villaggio!
L'ultimo giorno nei villaggi moldavi! L'ultima foto assieme al prete del villaggio prima di partire alla volta di Chisinau!
Lorenzo
Cantiere della Solidarietà in R.Moldova
Scoppi
stefano
Yani...
NOI, ULTIMA PARTE, FINALMENTE!!!
sabato 22 agosto 2009
Noi parte VIII
Noi parte VII
venerdì 21 agosto 2009
giovedì 20 agosto 2009
Noi Parte VI
Francesca
Età: 23.
Segni particolari: non conosce una parola di spagnolo ma abilissima a coniare una nuova lingua Italo-Quqchua-Aymara-Ispanica ogni qualvolta se ne presenti l'occasione. Da dizionarioteca il suo " DONDANDATE? ". Con la gestualità riuscirebbe a comunicare anche con un alieno; il bello è che se non capisci la sua forma comunicativa esce dai gangheri.
Ogni tanto la si può vedere in trans in strane asane yogao a testa in giù nel parchetto giochi attorniata da bambini basiti.
Sta cercando da quasi 26 giorni di terminare un libro (fra l'altro noiosissimo) ma è sempre alla penultima pagina!
Quando lava i panni occupa tutti gli stendini di Ciudad del Nino (ci vivono 500 persone ma è un dettaglio). Espertissima tagliatrice di cipolle riesce a tagliarne in quantità industriali senza versare una lacrima: mah!
Noi parte V
Marta
Età: 32;
anche se non sembra è la nostra profe di Educazione.. Fisica... di esercizi fisici da quando è qui ne ha fatti ben pochi, se non allenarsi contro l'ormai noto Montetzuma.
Conosce la formula dell'anticostipazione: misterioso pillolone marrone che, a suo dire, dopo pochi minuti dall'ingestione promette scintille in zona bagno!
Come una cavalletta impazzita ha svaligiato il settore artigianato della Cancha (noto e ordinato grande magazzino boliviano) acquistando ogni genere di gingillo: dall'orinatoio in pelle di lama fino al compricambio in pelliccia di animale non ancora identificato.
Segni particolari: irrascibilità accentuata a seguito dell'ormai noto ritardo cronico boliviano. Se accade prende il via una strana metamorfosi, il pelo le si rizza ed inizia ad ululare.
mercoledì 19 agosto 2009
Sketches of Lebanon...
Vorrei fare con te quello che il ghiaccio fa con i piselli …. o ai bastoncini del capitano Findus? Forse non lo sapete ma in Messico si dice così.
Dbayeh, il mare mediterraneo davanti a me, l’aria calda e inquinata di Beirut, il traffico ogni mattina verso nuovi luoghi da scoprire. Siamo anche noi stranieri in queste terre, lo sono anche loro da più di cinquanta anni.
Non è la povertà che mi colpisce, ne la condizione delle loro donne a volte coperte dalla testa ai piedi mentre io soffoco dal caldo con le mie veste da forestiera. Loro non esistono. O meglio, vivono in questo limbo chiamato ora Libano, domani Israele dove la loro vita trascorre senza la possibilità di un inserimento reale nella società che li accoglie. I vecchi ci parlano di un ritorno nella terra promessa. I bambini ci guardano da lontano poi da vicino, ci annusano, ci osservano e infine ci salutano con un bye bye imparato nella scuola palestinese. I giovani? Non l’ho ancora scoperto, ma nel frattempo ci rifletto dal mio balcone che guarda il mare di Beirut.
Carolina
Verso l'inizio...
Arrivati agli ultimi giorni di campo siamo tutti stanchi morti e facciamo la conta dei sopravvissuti… tra dissenteria, stipsi, distorsioni e scottature…perché l’ombrellone di paglia non filtra i raggi UV, ma le sedie di plastica sì… Eh sì, sono state fino ad ora due settimane impegnative e ricche di emozioni condivise. L’intensa esperienza di servizio e conoscenza della realtà nel Sud del Libano ha messo ko molti di noi, ma niente paura, noi si tiene duro!!!
Nella terra dei Cedri gli alberi si trasformano in sculture..da contemplare sorseggiando un succo rigorosamente al mango ..per cercare di dissetarsi dal caldo umido opprimente!!!
Un grazie al nostro Dettol che ci ha salvato in tante situazioni: come detersivo, disinfettante, disincrostante e tutto ciò che può servire per l’igiene della casa… ovvero il nostro migliore amico durante le attività di pulizia delle case del campo profughi .
Come non ricordare poi i nostri vicini di casa che ogni mattina ci svegliano puntuali alle sette di mattina a suon di picconate, martelli pneumatici e gettate di cemento per costruire l’ennesimo mostro ecologico … per fortuna lo spettacolo di vista sul mare è ancora salvo!!!!!!!
Verso la fine...
martedì 18 agosto 2009
"Che ambiguità, che ambiguitààààà..."
Noi parte IV
coordinatrice
età 24
lunedì 17 agosto 2009
domenica 16 agosto 2009
Shukran
Alla fine ce l'abbiamo fatta!!! una settimana dura e intensa è finita... ma quanto ci dispiace! i ragazzi della Summer School continuavano a chiederci di continuare le attività anche per la prossima settimana... E cosa poter dire a quegli occhioni?
Indimenticabile rimarrà il tifo indiavolato di Karam per la sua squadra, o le danze sfrenate a suon di "Colita", le lagne ingiustificate di Abdallah e le grida senza senso di "Oh alele".
Lavorare cheek to cheek con i ragazzi giordani non è sempre stata una passeggiata...tempi e modi diversi, concezione dello stare insieme in team e con i ragazzi non sempre conciliabile con la nostra, ma per essere stato il loro primo campo estivo in assoluto....chapeau!
Abbiamo concluso con lacrimoni e torte a volontà offerte dai genitori.
La soddisfazione più grande...Shukran detto dai genitori e i nostri polsi pieni dei braccialettini, amuleti...regalati dai "nostri" ragazzi!
sabato 15 agosto 2009
L'arrivo scoppiettante
12 agosto 2009, Nicaragua, Ciudad Sandino…per la precisione Nueva Vida! Siamo qui da quasi una settimana…e già facciamo fatica a riordinare i pensieri, le emozioni e le esperienze vissute.
L’inizio è stato scoppiettante: tra il ritardo dell’aereo, una valigia ispezionata e rotta, una direttamente persa, giungiamo alla ridente Managua che è talmente bella e accogliente che le coordinatrici non ci hanno fatto passare più di 7 ore circa (solo per dormire in casa). Per nulla affranti dalla cosa, partiamo l’indomani per l’isola di Ometepe. La domanda del giorno è: perché sul traghetto che va su un’isola del più grande lago del centro america mandano in onda un film coreano anni 70 con i sottotitoli in inglese? Misteri della vita! Se poi ti tocca guardarlo con il lago mosso a causa della pioggia ( un grazie alla eli brivio che la gufava già da Managua) e l’aria condizionata ghiacciata sulla schiena, sai che la giornata non può che migliorare…
La giornata sì forse…ma la notte no. Forse non lo sapete ma in mezzo ad una natura veramente esplosiva, in una finca di campesinos ormai diventata un ostello ai piedi di un vulcano (il Madera), non vi può solo succedere di prendere le pulci, essere punti da qualche insetto o essere rapito da un monocongo (ribattezzato dalla cantierista Sara macongo, meretongo, mococombo…), ma potreste svegliarvi nel mezzo della notte facendo fatica a respirare a causa di una strana puzza di bruciato e scoprire che a fianco della vostra casetta degli intelligentissimi nicaraguensi hanno dato fuoco niente popodimenoche … a una cumputadora!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
A parte queste disavventure, che rientrano comunque nella normalità nicaraguense, l’inizio del cantiere non è stato niente male: ci siamo inoltrati nella lussureggiante foresta tropicale fino a raggiungere una cascata e i più coraggiosi si sono spinti, sotto la pioggia, lungo sentieri fangosi (ma veramente fangosi), fino al cratere del vulcano Madera.
Dulcis in fundo: una giornata di relax nelle piscine naturali per chi non è salito al vulcano…
Lunedì però è già finita la pacchia: si torna a Managua per dirigerci a Nueva Vida…ma questo merita un racconto a parte…
Arrivati!
Hola! Scusate il ritardo....ci siamo anche noi!!! il cantiere e' aperto!!
La realtá peruviana ci ha talmente assorbito che ci siamo dimenticati di mandarvi
nostre notizie!
Siamo arrivati tutti, valigie comprese...anche se una ha viaggiato per il mondo un
po' piu' delle altre.
Qui tra freddo, pioggia e mucho perros abbiamo iniziato il servizio nei centri e
l'animazione qua e la'!
L'accoglienza dei bambini e' sempre qualcosa di indescrivibile ma anche gli adultos
mayores non sono da meno con le loro canzoni di bienvenidos!
Tra pochi giorni ci aspetta la prima gita agli scavi archeologici, un salto in un
altro tempo!
hasta luego amigos!
"Ma quelli sono kondor o aquile ? No.......gabbiani!"
El Guis
Ma è arrivato il momento di entrare nelle classi, e cominciare a lavorare! Dopo pochi minuti di indugio, la “profe”, la maestra, mi butta al centro della classe, a raccontare qualcosa su di me. Naturalmente i ragazzi non si fanno pregare, e mi sommergono di domande, in modo che al suono della campana sto ancora parlando dell’Italia.
È stata una grande emozione, e come inizio è proprio bello forte! Ma naturalmente c’è ancora il pomeriggio, che riserva nuove emozioni, e forse anche più forti: aiuto Miriam, la maestra della classe di “Habilidades Practicas”. Non ho mai lavorato con bambini con disabilità così gravi, e il mio primo pensiero è che non sarò in grado di fare niente, e che starò impalato per due ore sentendomi troppo impacciato. Invece, mi avvicino a Jereny, una bambina sordomuta, che, con degli sguardi intensi e pochi gesti, mi guida nel mio lavoro. Mi indica come aiutare lei e i suoi compagni. È qualcosa di sorprendente, non me lo sarei mai aspettato. Comunque, rotto il ghiaccio, non mi fermo più, e, inanellando un’attività manuale dietro l’altra, in men che non si dica è già finita la lezione.
Torno a casa stanco e pieno di sensazioni da decifrare; e la promessa di un altro giorno come questo è veramente emozionante.
Fabio
giovedì 13 agosto 2009
Il calore di un momento...
Tra Hummus e Pizza...
Hummus, falafel, pomodori e cetrioli a volontà il tutto condito dalla solita sempre gradita e immensa ospitalità dei nostri amici giordani. Ma quanto si mangia in Giordania?
Oggi siamo tornate a casa con i sacchetti pieni di cetrioli, pomodori e zucca freschi di giornata raccolti insieme nei campi di Saif, la spesa è fatta!
Oggi pomeriggio ci attendono i nostri bambini, le nostre squadre con i loro litigi. Abbiamo appurato che l’uomo di ghiaccio, alias Leonardo, riesce a emozionarsi anche lui davanti al semplice sorriso di un bambino. E’ arrivato a difendere la sua squadra contestando l’animatore arabo con frasi concitate in italiano…che ovviamente non hanno avuto seguito, ma per noi è già un successo!
E oggi quali altri traguardi ci attendono? Quante altre ginocchia sbucciate, mani imbrattate e nasi da pulire avremo? Lo scopriremo solo vivendo…la cosa certa è che stasera il menu prevede…PIZZA…e ovviamente Narghilè!