Stavo cercando ancora lavoro in Africa, dopo aver lavorato qualche anno tra Kenya e Zambia, ero pronto a tutto (o quasi) e mi dicevo: "dovunque, ma non in posti pericolosi, non ad Haiti", commettevo l'errore di mettere questo paese sullo stesso piano della pericolosità di Mali, Somalia, Congo.
Tempo qualche giorno e ricevo la proposta di Caritas Ambrosiana, non per l'Africa, ma per Haiti, un pezzo di Africa in America. Non potevo rifiutare.
Ed ora eccomi qui, in questo Paese incredibile.
Ed eccomi qui, a lavorare con Caritas Ambrosiana, nel nord-ovest del Paese, dove seguiamo tra gli altri progetti un progetto con la Caritas Diocesana per il rafforzamento delle singole Caritas Parrocchiali, per cercare di cambiare la mentalità di fare cooperazione, per far sì che le idee progettuali e i bisogni della popolazione vengano dal basso, dalle comunità locali, dalle associazioni di base, dalle parrocchie, e non calati dall'alto, come molte volte, troppo spesso, succede in progetti di cooperazione internazionale.
Un progetto grosso, ambizioso, nato qualche mese fa, che sta avanzando lentamente, piano piano, con i suoi tempi, con le sue idee, con le sue modalità, con i suoi imprevisti, con la sua cultura, proprio come tutta la vita quotidiana haitiana.
Pazienza. Pazienza e Pazienza. tutti quelli che ho incontrato per la prima volta qui ad Haiti mi dicevano così.
Per vivere "bene" ad Haiti ci vogliono le 3 P.
Dopo 4 mesi qui su questa isola, o meglio in questa parte di isola, mi sono reso conto che è proprio vero.
Andavo cercando l'Africa, ho trovato l'America!
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