Il 24 Febbraio 2014, alle ore 6:30 italiane, il primo dei numerosi aerei che ci avrebbe portato in Nicaragua si staccò "dolcemente" dal suolo e prese il volo.
Il 24 Marzo 2014, alle ore 18:30 Nicaraguensi, mi ritrovo con foglio e penna a scrivere di questo primo mese in America Centrale.
E mi piace...
Subito si proiettano nella mia testa volti, immagini di attimi di vita, ingiustizie, risate, lacrime, sorrisi, perplessità, dubbi, criticità... emozioni tanto intense quanto stimolanti ed entusiasmanti che sto vivendo sulla mia pelle (d'oca).
E mi piace...
Rapito da questa pioggia di pensieri, rifletto sull'ultimo devastante uragano (Mitch, 1998) e le numerose catastrofi che negli ultimi anni hanno colpito violentemente il Nicaragua, Managua e le sue zone circostanti e periferiche.
Rifletto sulle perdite umane, sul dolore dei sopravvissuti e di chi ci ha creduto o ci crede ancora in una " Nueva Vida".
Quanta povertà, quanta fatica, quanta rassegnazione ma anche... quanto cuore!
E mi piace...
I ragazzi con cui stiamo lavorando la Stefy ed io (con la fondamentale coordinazione e collaborazione di Marisela, Josuè e Marcel), ne hanno viste, passate e vissute veramente di tutti i colori, ma ciò non toglie loro la voglia di provare a credere nuovamente, nel proprio "piccolo", ad un'alternativa di vita.
E' questo che ci/mi spinge nel centro Redes de solidaridad a creare sempre nuove iniziative formative, ludiche e di sensibilizzazione affinché Nueva Vida possa essere, per questi ragazzi e le loro famiglie, motivo di rinascita.
E mi piace...
Certo, alcune situazioni e domande a cui non riesco a trovare soluzioni e risposte fanno un po' male dentro, però grazie all'approccio con cui ho deciso di vivere questa esperienza, al tempo di riflessione personale, allo svago e alla condivisione con i miei compagni di viaggio, riesco a metabolizzare le sensazioni trasformandole in energia per continuare a creare qualcosa di estremamente semplice, piacevole e costruttivo.
E mi piace..
In questo mese e in questi ultimi 4 giorni in El Salvador, riecheggiava spesso nella mia testa il ritornello di una canzone che poneva due complesse domande che rappresentano perfettamente l'affresco dei miei pensieri e che mi sento di condividere in questo momento. Io non sono ancora riuscito a trovare le risposte e sinceramente penso che non ve ne siano di definitive, giuste o sbagliate, ma molteplici e pronte a generarne di nuove...
" Dove si va
Come si fa
a stringere la vita intanto fuori scoppia la notte?
Dove si va
Come si fa
se vivere da queste parti è come tirare a sorte? "
" Forse " Monsenor Oscar Romero ha risposto esplicitamente con la sua vita...
E devo ammettere che, mi piace...
Un sorrisone e un abbraccio fortissimo,
Teo! :)
P.S. Stefy, Fede, Lele ed io ci siamo recati in El Salvador 4 giorni per assistere e vivere in prima persona la commemorazione dell'anniversario della morte di Monsignor Oscar Romero, prete e vescovo assassinato il 24 marzo 1980 a San Salvador durante la celebrazione di una messa a causa del suo nobile e ripetuto impegno nel denunciare le violenze sociali, fisiche ed economiche della dittatura del suo paese.
Dopo un'accurata trascrizione del materiale raccolto, a breve, seguirà sicuramente un post comunitario sull'interessante figura di Romero nel contesto salvadoregno.
Grazie Teo di questo report capace di trasmettere quello che sta attraversando il vostro cuore e la vostra testa ....Di questi tempi è già molto lasciar affiorare dentro di noi le domande .... Le risposte, se ci saranno, arriveranno come frutto di un lungo ma affascinante cammino. Un saluto a tutto il gruppo e ... continuate a raccontare: fa bene anche alle nostre latitudini!
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