mercoledì 6 luglio 2016

Aiutare gli altri (in ogni circostanza?)

Voglio condividere con voi un episodio avvenuto oggi che mi ha dato modo di riflettere molto.

Premetto che essere a Cochabamba come serviziocivilista nella commissione  mi sta permettendo di conoscere e vivere molte situazioni e dinamiche tipiche della realtà boliviana, dove il mio "esserci" è davvero a 360 gradi senza essere incasellato sempre e per forza in un ruolo e un posto (e, per quanto all'inizio mi sembrasse un po' disorientante, adesso ci ho preso gusto e c'è sempre molto da imparare).




Situazione:
il comitato/gruppo Caritas della parrocchia "x" oggi aveva la sua riunione settimanale di coordinamento e io e una mia collega siamo andate a fare "seguimiento", ovvero una visita in cui ascoltiamo e vediamo un po' l'andamento del gruppo, i punti di forza, le difficoltà, il calendario delle attività.

(Questo si fa perchè la commissione Caritas Parroquiales (formata in questi mesi anche da me e Francesca) a livello centrale coordina, forma e segue i vari comitati Caritas che si formano in ogni parrocchia.
Negli anni sono nati parecchi gruppi parrocchiali di Caritas, ognuno con il proprio referente, la suddivisione degli incarichi, ognuno con la sua storia e le sue caratteristiche, legate tanto alle persone che ne fanno parte, ma anche alla zona della città in cui è sorto.)

Questo comitato parrocchiale di Caritas il martedì si occupa, oltre alla riunione, di distribuire una borsa di viveri alle persone più bisognose della zona (individuate negli anni grazie a visite domiciliari).

Oggi, lista alla mano, una signora del gruppo accoglieva gli utenti, controllava il nominativo, lo spuntava dall'elenco e consegnava la borsa.
Nel mentre, abbiamo iniziato la riunione con gli integranti del gruppo e tutto filava liscio con i vari punti dell'ordine del giorno, fino a quando...
...è entrata una signora, dall'aria spaesata.
Visibilmente "borracha" (ovvero ubriaca).

Incontrare persone ubriache durante il giorno è una cosa a cui ormai mi sono (quasi) abituata qui a Cochabamba, ma quando sono donne mi fa sempre un po' strano, per di più in questo caso era anche anziana.

Il nominativo della signora era nella lista, quindi teoricamente avrebbe avuto diritto alla sua borsa di viveri, ma la sua condizione "alterata" ha fatto sì che il gruppo le abbia detto di ripassare la settimana successiva, destando una reazione di rabbia da parte della signora.
Ha iniziato ad accusare il gruppo di non fare il proprio dovere, ha detto piangendo che non avrebbe saputo cosa mangiare se non avesse ricevuto questa borsa di viveri (e il gruppo ha replicato che se lei ha trovato i soldi per comprare da bere, di sicuro troverà i soldi per procurarsi del cibo), ha poi ricordato che erano mesi che non veniva a ritirare la sua borsa e che quindi ne aveva diritto a tutti i costi. Ha minacciato di non andare via dalla stanza.
Insomma, a metà ha anche ammesso di aver bevuto (dopo averlo negato per un bel po' di tempo). 
 
Io in tutto ciò vedevo:
  • da una parte un gruppo che aveva preso una posizione, ovvero il fatto di aiutare sì, ma a certe condizioni;
  • dall'altra parte un'anziana fuori di sè, ma che reclamava per un suo diritto, in quanto facente parte di una lista.
La situazione stava degenerando, fino a quando è arrivato un prete che l'ha saputa gestire:
ha preso in disparte la signora, le ha parlato con molta cura, l'ha convinta ad andare fuori a parlare con lui.
Poi è tornato, ha detto al gruppo di darle comunque una borsa di viveri in quanto sarebbe stato l'unico modo per far sì che la situazione non peggiorasse. 
La signora, dopo aver ricevuto la borsa di viveri dal prete, è poi rientrata nella stanza, si è scusata per aver alzato la voce, ha ringraziato e se ne è andata.

Il prete ha spiegato al gruppo che in queste situazioni non bisogna mai porsi "contro", ma assecondare, evitando lo scontro, per poi affrontare il discorso con la persona interessata in un momento in cui lei è lucida.

Il focus della riunione è quindi diventato:
Fino a quando un aiuto è dovuto? 
 Ci sono dei limiti nell'aiutare?
 E ancora: 
aiutare sempre e in modo indiscriminato è assistenzialismo o è giustizia?

Il prete ha affrontato questa riflessione portandoci la sua testimonianza di vita, 
dicendoci poi che è nostro compito aiutare, e che il modo in cui vengono usati gli aiuti che si danno dipende da chi li riceve, noi non abbiamo molto potere su questo e non sta a noi giudicare.

...e io come mi sarei comportata?
...e voi
  
A presto,
Lucia 

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