sabato 5 novembre 2016

Soltanto un uomo, incredibilmente umano


Ore 3.50 atterriamo all'aeroporto di Nairobi.
Qualche pratica per il visto, prendiamo i bagagli e via.
Joseph ci accoglie e ci accompagna a casa.
Un pensiero mi accompagna da Milano: blatte, zanzare, insetti...

Già, non ve lo aspettavate. E ora state pensando che ci faccio in Africa se il mio unico pensiero sono le blatte.
Lo so, può sembrare così.
Ma nella vita si impara sempre, forse dalle cose faticose più che da quelle semplici, da quelle negative più che da quelle positive.
E quindi ho ripensato a quel libro che narra la storia di una persona che ha contribuito al cambiamento della mia vita, avvenuto più o meno un anno e mezzo fa a Scutari.
Quella persona è Padre Gianfranco Testa, un missionario della Consolata che nella vita le ha viste e provate tutte, eppure non ho mai conosciuto una persona così umile.
Soltanto un uomo, intitola lui. Incredibilmente umano, aggiungo io.

«Nel centro della stanza c'era un tavolo con un mucchio di libri, fogli sparsi, appunti... Avrei dovuto riorganizzare l'archivio parrocchiale.
Dietro una tenda c'era il gabinetto: un water fissato con cemento al suolo, nell'angolo una piccola conca con dell'acqua e una zucca tagliata per metà, utile per rovesciarmi l'acqua e fare la doccia.
Le pareti erano scrostate, pulite per quanto era possibile. Scorsi poi un enorme rospo che, alla mia vista, per togliere a me ogni tentazione aggressiva, cominciò a gonfiarsi minaccioso. Era la sua difesa.
Due piccole finestre con gli scuri fatti di assi. Avevo aperto la porta che dava sulla strada per avere un po' di luce e per far entrare un po' di aria.
Mi stava prendendo la delusione. Mi fermerò per davvero alcuni anni?
Si affacciò alla porta un bambino, si guardò intorno, mi vide, mi salutò appena. Avrà avuto sei o sette anni. Esplorò la stanza, tirò la tenda, esaminò il water, la piccola vaschetta con l'acqua e poi venne verso di me con la faccia compiaciuta.
“Che bello, qui” mi disse.
Mi vergognai di me stesso. Ringrazierò per sempre quel bambino. Mi ha insegnato a vedere.»

Tratto da E poi soltanto un uomo di Gianfranco Testa (Araba Fenice Editore, 2011)

Fonte immagine: http://www.arabafenicelibri.it

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