E’ strano …
E’strano Haiti, è strana questa realtà, è strano vivere
queste giornate proprio qui.
Da domenica scorsa stiamo
vivendo il fermento elettorale del Paese: i candidati hanno ultimato le
loro campagne elettorali e in strada non si vedono che cartelloni inneggianti a
Jude Celestin, piuttosto che Jovenel Moise, passando per altri candidati.
Ci sono ragazzi haitiani che volevano andare a votare e ce ne
sono, molti, che non sono andati, perché la fiducia nella politica e nei
candidati è praticamente nulla. Un po’ come in tutto il mondo diciamo … però
qui ad Haiti è strano, perché da domenica sera, finite le elezioni, sono
iniziati i disordini. Tensioni, traffico, atti intimidatori, rivoluzioni
invocate, Aristide, nostalgico dittatore, che rivuole il potere, la polizia che
è autorizzata a intervenire per tutelare le votazioni. Intanto, noi siamo qui a
casa in attesa di notizie, scalpitanti e pronti a ritornare a Kay Chal: i
ragazzi ci mancano, sarebbe bello essere lì con loro. Comunque, fino a domenica non si saprà nulla e bisognerà attendere i
risultati.
E’ belo però …
Perché in tutto ciò, la vita continua, continua qui nella
missione, in cui noi prepariamo materiale e attività per Kay Chal; continua nel
villaggio qui vicino, dove la gente continua a giocare a calcio, basket,
studiare nella biblioteca del centro; continua in città, dove, ci racconta suor
Luisa, al nostro centro i ragazzi, magari un po’ meno, vengono comunque.
E’ semplicemente vita, ed è bello perché ti accorgi che nulla
può fermarla. Ed è bella.
E’ strano però …
In tutto ciò fermarci ieri sera a guardare il cielo stellato,
così bello, così pieno, così dolce. Così vivo, quasi se ne infischiasse di
Aristide; delle tensioni; della politica, dei disordini. Ma così vicino a
ognuno di noi, a ogni haitiano che lotta e si districa in questo paese così
sfortunato, ma abitato da un popolo forte, resistente, che continua a ripartire
da zero, anche di fronte a tornado, terremoti, colera, dittatori, fame: gli
haitiani ripartono da zero ogni volta, con dignità, e non si può arrendersi.
Ringrazio per avere la fortuna di vivere queste sensazioni,
emozioni forti, belle, anche queste difficoltà e queste paure, cercando, pian
piano, di comprendere, ma soprattutto apprendere da questa gente.
Fede Uez
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