martedì 18 luglio 2017

Kenya. Capitolo II: UN PASSO DI… 9258 CHILOMETRI



Kenya, 10 giorni dopo: l'Immaginazione diventata realtà.
Ci guardiamo i piedi, sono rossi; ci guardiamo le mani, sono sporche; ci guardiamo negli occhi, sono diversi.
Tra nuove inaspettate conoscenze, attività faticose in fattoria e nuovi sapori con cui entrare in confidenza, siamo ormai giunti a metà percorso.

Solo ora, seduti in cerchio, ci rendiamo conto di quanto quest'esperienza ci stia cambiando. Quanto questa esperienza stia cambiando il nostro sguardo, lo stesso sguardo che, quella mattina in aereoporto era sì assonnato, ma ricco di motivazioni, paure e aspettative.

Ci scopriamo persone capaci di vivere cose che mai avremmo immaginato, capaci di entrare in relazione con persone che mai avremmo pensato di conoscere e che forse, anzi, saremmo stati portati ad evitare.

Mai avremmo pensato di entrare in un carcere, conoscere le storie di coloro che lo abitano, diventare un frammento della loro storia.

Camminare per le via di Nairobi, pensavamo di esserne abituati, d'altronde Milano è una grande città multiculturale, invece no, non eravamo pronti.

Strade polverose, macchine che sfecciano in tutte le direzioni innalzando nubi di terra che ti tingono la faccia, bancarelle che sembrano uscite da un tempo ormai passato. Questo significa andare a far la spesa per chiunque abita in questo posto. Ed ecco qui noi. Abituati alle nostre comodità, per scelta ci troviamo a condividere una vita a noi estranea, ricca di provocazioni che istillano nei nostri animi talvolta gioia, generata dal sorriso di una venditrice di banane, talvolta rammarico nel sentirsi chiamare muzungu, straniero, dalla gente che incontri per strada.

La realtà in cui viviamo, in questo contraddittorio paese, è una realtà di sofferenza e insieme di rinascita. Trascorriamo infatti la gran parte delle nostre giornate a Cafasso, centro di recupero per giovani usciti dal carcere. Ed è l'incontro proprio con questi giovani che più ha cambiato il nostro sguardo: abbiamo condiviso parti delle loro vite, scoperto somiglianze ed affrontato differenze. Siamo entrati in relazione con loro nonostante le difficoltà, ma anche noi ci siamo fatti scoprire, aprendo la nostra vita a loro e, sebbene le diffidenze, c'è stata una scoperta di umanità da entrambe le parti.

L'impatto con questa realtà non è stata una passeggiata ed anche il nostro corpo ha dovuto adattarsi alle situazioni: ci siamo improvvisati contadini, abbiamo subito le conseguenze del cambio di alimentazione, ci siamo bruciati la pelle, abbiamo capito cosa vuol dire centellinare l'acqua, ma abbiamo pian piano imparato ad adattarci e a cogliere la ricchezza in ciascuna difficoltà incontrata.

In questi pochi giorni tante cose abbiamo scoperto degli altri, tante cose di noi; ancora due settimane ci aspettano da trascorrere in questa terra e siamo ansiosi di vivere con passione tutte le esperienze che ancora ci attendono, aprendoci alle novità e facendo tesoro prezioso di tutto ciò che ci verrà donato.



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