mercoledì 5 luglio 2017

Romanzo Cantiere, capitolo 1: pronti, partenza, Boli-via!

Mancano 23 giorni alla partenza e stiamo entrando sempre di più nell’ordine di idee di passare un mese della nostra vita in maniera totalmente diversa dal solito. La valigia sta prendendo forma, anche se stiamo partendo dai giochi vari per intrattenerci in quelle simpatiche 30 ore di viaggio che stanno tra noi e questa nuova avventura. 
Il nostro “Via” è la capitale più alta del mondo, La Paz, dove arriveremo attorno alle 4 del mattino di uno dei giorni che si prospetta come uno dei più lunghi.
Il primo trasporto boliviano sarà un viaggetto di appena 8 ore in pullman (speriamo non ancora sulla Ruta de la Muerte) che ci porterà alla nostra adorata Cochabamba.
La nostra immaginazione già spazia nel cercare di capire come sia la nostra città e i suoi abitanti, che le nostre fonti segrete (nome in codice RosariO) ci dicono che si definiscono cochabambini. La nostra casa sembra grande e Victor ed Alessio cercano, anche se in netta minoranza, di prenotarsi un bagno solo uomini (la vedo
abbastanza dura).
Ci siamo fatti già una cultura sul cibo, e abbiamo capito che a casa cucineranno Flora (che sarà controllata a vista mentre si laverà le mani dopo aver lavato il bagno) e Alessandra (anche supporto lavatrice); Sara dormirà in giardino; Margherita avrà un’ottima prospettiva per disegnare “el Cristo de la Concordia”, Victor sparecchierà  ma sarà Serena a lavare i piatti; Alessio e Arianna li vedo bene a tenere il giardino in ordine.Abbiamo conosciuto Maria Rosaria, RosariO o Rosy per gli amici, che sarà la nostra coordinatrice e che ci ha già fatto un’introduzione alla Bolivia, che possiamo riassumere così: donne basse, uomini brutti, cibo buono se cotto, diarrea se crudo e coca q.b..


Come ci sentiamo? Bella domanda.
Alessandra è una persona estrema: è estremamente eccitata, è estremamente curiosa ed estremamente in the mood Bolivia.
Flora è iperattiva: non vede l’ora di spendere, di spanciarsi sull’amaca che vuole mettere in giardino dopo aver fatto pranzi pantagruelici a base di tutto quello che incontra.
Sara è vogliosa… ma no, cosa credete: ha più voglia di partire rispetto a prima, e aumenta man mano che si addormenta durante i lavori e sogna la sua permanenza là.
Serena è pensierosa, però rimane “serena” perché sua mamma le ha già impiantato un chip e le ha fatto tatuare il sito della Farnesina.
Margherita è una visionaria, nel senso che si è fatta delle fisime, cioè scusate, volevo dire delle foto mentali in cui si immagina come tutto possa essere, ma che vuole comprovare una volta arrivati lì.
Alessio è Alessio, che c’è da dire, lo conoscete, è un po’ strano e non vede l’ora di schiarire un po’ quei bozzetti di idee che si è fatto su questa avventura.
Arianna è carica, ma di ansia, perché prima di pensare alla Bolivia deve pensare a certi simpatici e tattici esami che le mancano prima di potersi mettere anima e corpo in questa avventura, però ha già voglia di vedere come si sta tutti insieme, e vuole capire come riuscirà a “disciularsi” nella comunicazione lì in Bolivia.
Victor non pensa  molto, ma d’altronde non l’ha mai fatto, e si perde nelle sue battute e nel cercare di farsi valere, pur essendo, come al solito, il più piccolo; anche lui non vede l’ora di fare questa esperienza perché man mano che passa il tempo si trova sempre meglio con il gruppo, ed è felice di poter condividere questa esperienza con loro.
A Rosario non chiediamo cosa pensa perché abbiamo paura di prendere insulti, ma non sembra troppo shockata dalla C.B.B.A., cioè la nostra Curiosa Brigata Boliviana all’Attacco.


Ora siamo carichi, pieni d’iniziativa, e di voglia di capire come si troveranno i Gringos a Cochabamba… ma ne riparliamo a 5.000 metri.

Hasta luego!













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