Chiunque l'abbia ideato, il proverbio
sottolinea quanta cura e attenzione sia stata posta nei confronti
degli infanti da diversi secoli ad oggi.
Wata Al Jawz, Libano |
Nel 2014, in Medio Oriente e non solo, tutto ciò non è realtà. L'infanzia non è preservata, ma viene essa stessa "presa in prestito", usurpata, divenendo il principale target di guerre e genocidi combattuti sopra la testa della popolazione civile.
Ad oggi, più di un miliardo di minorenni vivono ad oggi in zone di guerra: tra i paesi più colpiti Sud Sudan, Iraq e Siria.
Ed è proprio su quest'ultimo conflitto che voglio soffermarmi, visto che attraversa quotidianamente la mia permanenza qui in Libano. Nei vari centri dove prestiamo servizio, veniamo a contatto con diverse famiglie siriane: ognuna porta con sé 3-4-5-6 figli, spesso malati e versanti in condizioni difficili. Capita spesso di strappare loro e di strapparci un sorriso, basta davvero poco.
Wata al Jawz, Libano |

La forza creatrice fantasiosa dei bambini non legittima nessuno a prendere in prestito la loro infanzia.
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La forza indomita dei bambini di ritrovare il proprio essere umano che rivediamo in questa ragazzina palestinese a Gaza. Solo macerie restano dell'intero villaggio dove abitava: eh sì, sono passati, come periodicamente succede, gli occupanti israeliani a "fare un po' di pulizia". E lei che fa, accorre sul luogo che un tempo si chiamava "casa" per recuperare i libri di scuola. Nulla da aggiungere credo.
La forza creatrice fantasiosa dei bambini non legittima nessuno a prendere in prestito la loro infanzia.

No, non c'è nulla di romantico o amorevole in questo ultimo fotogramma: nulla ha a che vedere con quattro bambini a Copacabana o in qualsiasi altra spiaggia del mondo. Questi quattro bambini hanno avuto la sfortuna di nascere a Gaza, di crescere a Gaza e soprattutto di incontrare sulla spiaggia vicino a casa la mano insanguinata dell'IDF. Israel Defence Force: sì proprio questo è l'acronimo dell'esercito "più morale al mondo" secondo quanto ripetono ad ogni conferenza stampa i vertici sionisti.
Sì, cari ragazzi , se un missile ha dilaniato le vostre membra e il cuore dei vostri genitori, è per una questione di difesa.
Siete nati a Gaza, siete sempre e comunque parte di quei 1,8 milioni di terroristi che affollano quella striscia di terra. E come voi, pure più di 200 altri bambini ammazzati in 24 giorni tra parchi giochi, case e perfino scuole dell'UNRWA.
Avete capito bene: esiste al mondo uno stato che può permettersi il lusso di bombardare una scuola delle Nazioni Unite, il presunto garante della sicurezza e della pace internazionale, e di rimanere impunito. Anzi.
Adesso scendete nel vostro paese, chiamate 200 bambini e radunateli in piazza.

Guardate i loro volti ad uno ad uno;
guardateli scomparire uno ad uno.
Domani mattina andate dal giornalaio all'angolo:
No, non leggerete i nomi dei vostri figli o dei vostri fratelli ammazzati: si chiameranno:
"rappresaglia",
"scheggia impazzita",
"ritorsione legittima",
"difesa giusta",
"danno collaterale".
La mano che ammazza questi bambini è anche la nostra che toglie lo sguardo di fronte a questo massacro.
La forza creatrice fantasiosa dei bambini non legittima nessuno a prendere in prestito la loro infanzia, tantomeno ad ammazzarla.