lunedì 17 settembre 2018

Ho svuotato la valigia ma la testa non ancora

Ore 17:17, salgo sul treno per tornare dall'università. Cammino in cerca di un posto e lo trovo. Mi siedo. Di fianco a me una ragazza, ha tante treccina, vestiti colorati e ciabatte africane ricoperte di perline. 
Ecco di colpo il cuore mi si stringe e tutti i sintomi affiorano. Vi chiederete, i sintomi di che cosa? Del mal d'Africa.
Ho sempre sentito parlare del mal d'Africa ma non ci ho mai creduto. 
Pensavo 'come si può provare nostalgia per un posto che non ti appartiene?'
E invece no, l'Africa ti entra dentro, si prende tutto: testa, occhi, olfatto, pensieri, udito, anima, cuore. Si prende tutto e ti stravolge. 
Hai sempre avuto una tua visione del mondo? Tranquilla, quando tornerai non sarà più la stessa.
L'Africa ti cambia, un cambiamento brusco, repentino. Fa tutto senza che tu te ne accorga. 
La mattina ti svegli con la nostalgia dei sorrisi spontanei, degli occhioni grandi che ti guardano per andare a giocare, delle manine che ti afferrano come a dire 'ora sei mia', dei canti, dei balli, dei saluti, degli abbracci...

Quando sei per strada percepisci una strana sensazione, ti senti quasi a disagio perché cerchi gli sguardi di benvenuto, cerchi le strade sgarrupate, i matatu colorati, i tuktuk, i baracchini che vendono chips di manioca, mani che si agitano in segno di saluto e invece trovi solo persone con musi lunghi che camminano affannati a testa bassa, strade grigie e ordinate, persone che si lamentano per banalità e vetrine scintillanti. 

Tutte le cose che prima ti sembravano le più importanti, ora non lo sono più. 
Tutte le volte che ti stai per arrabbiare ti fermi a pensare e ti chiedi 'ma ne vale davvero la pena?' 
Tutte le cose che prima ti sembravano scontate ora le vedi sotto un'altra luce, ne riesci a percepire l'importanza. Impari ad apprezzare le piccole cose come lo svegliarsi la mattina e avere l'acqua in casa, poter fare una doccia calda, avere una cameretta tutta tua, avere un frigo pieno di cibo, prendere il treno e avere la strabenedetta fortuna di andare a scuola e studiare. Perché sì, noi ci lamentiamo degli esami, delle lezioni, ma ci sono ragazzi che farebbero carte false per andare a scuola. 
Nasce quindi in te un desiderio di fare le cose fatte bene, di studiare bene, di fare i compiti bene, di ascoltare bene, di mangiare bene senza sprecare nulla, di fare tutto bene perché sei fortunata, perché tu puoi studiare, perché tu hai un frigo sempre pieno, perché tu sei nata in un paese dove puoi avere tutto (o quasi) e quindi hai l'obbligo di fare le cose fatte bene. Ti senti in dovere di fare tutto bene.

L'Africa ti insegna a vivere con il tempo e non a vivere per il tempo. Impari che se una cosa non arriva subito, se hai fede arriverà. Impari a credere nel destino, a prendere le cose così come vengono. Impari che il bicchiere non è mai mezzo vuoto ma è sempre mezzo pieno o pieno e anche se è vuoto, non preoccuparti, c'è sempre una visione positiva. 
Ti insegna la pazienza, il riconoscimento, il rispetto per i tempi altrui. Ti insegna che cos’è la dignità.


Ormai sono passate quasi tre settimane dal mio ritorno in patria, le canzoni africane sono diventate la colonna sonora delle mie giornate, e le foto dei miei bambini e dei miei ragazzi hanno invaso camera mia. I ricordi incominciano a sfumare, ma le sensazioni, alcuni odori e suoni sono indelebili. A volte succede che la testa parta e vada in Africa o che la nostalgia mi invada all’improvviso, mentre sono impegnata a fare tutt’altro. Poi però penso che non devo farmi sopraffare da queste sensazioni ma cercare di assimilarle, elaborarle e farle diventare il mio punto di forza. Devo cercare di prendere tutti gli insegnamenti e il bene che ho ricevuto da questo magnifico continente e moltiplicarlo perché come mi disse una mia amica:
il ritorno porta addosso mal di testa e mal d’anima, porta un po’ di questi sorrisi, di quei canti e di quei balli, di ciò che hai visto e imparato anche qui da noi’

Ora vi saluto che sono giunta alla mia fermata. 
Nakutamani Afrika.

Federica

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