Uno dei servizi che abbiamo vissuto durante l’esperienza è
stato il Refettorio Ambrosiano.
In questo luogo, pensato e creato all’insegna
della bellezza, persone che non possono permettersi un pasto vengono servite in
piatti di ceramica, sedute a tavoli fatti in legno progettati e
donati da artisti provenienti da tutto il mondo.
Queste persone si siedono
circondati da vere e proprie opere d’arte illuminate dalla luce naturale che
filtra dalle vetrate. Vengono accolte e servite al tavolo con la pazienza e
l’amore di cui sono capaci i 100 volontari impegnati in questo luogo magnifico.
Ed è proprio questo il cardine del Refettorio: la cura e l’accoglienza, perché
essere in difficoltà non è una giustificazione per togliere dignità alle
persone.
Il refettorio diventa così un posto dove poter mangiare
dignitosamente, un ulteriore passo per riemergere dalla propria condizione di
difficoltà.
Servire ai tavoli per noi è stata un’esperienza nuova,
strana ed emozionante allo stesso tempo. Non facilissima, ci vuole memoria per
ricordare che piatto portare a ciascun ospite siccome ognuno mangia secondo i
propri tempi e in momenti diversi. Abbiamo notato come tutti gli ospiti
diventino molto seri davanti al cibo, c’è molto silenzio infatti per la maggior
parte del pasto.
Ci vuole anche una buona dose di pazienza perché alcuni di
loro talvolta diventano pretenziosi.
Alla fine, però, vederli ridere e
scherzare mentre mangiano, vederli sorridere mentre dicono un “grazie”
sussurrato per il piatto che gli stai portando… non ha prezzo.
#cds Milano 2018
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