giovedì 27 febbraio 2014

Live from Beirut

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Eccoci in quel di Beirut, finalmente! Nell'attesa della nostra nuova casa ( a proposito, preparatevi al meglio!) cerchiamo di entrare subito in sintonia con la realtà e la cultura dove vivremo per tutto l'anno.. E che c'è di meglio che imparare i primi rudimenti di arabo per parlare di un prodotto "localissimo": le olive! Ecco qui Alberto, il nostro capo,  esibirsi in uno splendido slang:
 " Io le olive, non le volevo":


Se parlate arabo, oppure avete amici bresciani, vi sorgerà qualche dubbio ...

domenica 23 febbraio 2014

Nicaragua: VAMOSSSSS AMICIIIIIII!!! :)

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... Mi offrono un incarico di responsabilità 
domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto per partire 
getterò i bagagli in mare, studierò le carte 
e aspetterò di sapere per dove si parte, quando si parte 
e quando passerà il monsone dirò: "Levate l'ancora,
dritta avanti tutta, questa è la rotta, questa è la direzione, 
questa è la decisione! "




(La linea d'ombra, Bolivia-Libano-Moldova-Nicaragua, UnAbbraccioneEBuonViaggioAmiciMieiiiii! )

martedì 18 febbraio 2014

Libano: Yallah!

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“A Jenin i ragazzi non fanno nulla tutto il giorno, trascorrono le giornate in strada. Molti convivono con il trauma dei carri armati israeliani entrati dentro le loro case nel 2002. Il teatro nel campo profughi cerca di dare loro un'opportunità.”
Ottobre 2011: chi parla è Rawand Arqawi, coordinatrice del Freedom Theatre nel campo profughi di Jenin, città nel nord della West Bank. Con la delicatezza che solo una madre sa dare, Rawand mi introduce nel dramma dei milioni di persone costrette da 66 anni a vivere in un campo per rifugiati a pochi chilometri da casa; un'indecorosa sistemazione provvisoria divenuta invece “casa” stabile per almeno tre generazioni di persone. Ad oggi, la precarietà delle tende è scomparsa per lasciar posto a veri e propri campi profughi in tutto il Medio Oriente, caratterizzati da sovraffollamento, precarie condizioni igieniche e scarse opportunità di crescita personale e professionale.  Anche attraverso questa esperienza, inizio ad interessarmi diffusamente della questione dei rifugiati palestinesi e di come esperienze creative come quella di un teatro all'interno di un contesto simile possa essere la chiave di (S)volta. 
Ottobre 2013: due anni dopo, la pagina Web del Servizio Civile mi rimanda al progetto di Caritas Ambrosiana e Caritas Lebanon, destinato ( tra le altre cose) a migliaia di rifugiati palestinesi nella zona di Dbaye, a nord di Beirut. Un contesto sicuramente stimolante e variegato, aggravato però dall'arrivo di milioni di siriani in fuga dal conflitto in corso. “ Ci siamo!Sembra quasi un segno del destino, o di chi per lui” esclamo mentre sono già intento a compilare in fretta e furia la domanda di partecipazione. 
Febbraio 2014: mi rigiro tra le mani il passaporto con tanto di visto timbrato dal console del Paese dei Cedri
Tutto vero: Tra pochi giorni si parte!

Bolivia: E venne (a breve) il giorno della partenza.

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Viene il giorno in cui chiedi a te stesso dove voli
viene il tempo in cui ti guardi e i tuoi sogni son caduti
E' il momento di rischiare di decidere da soli
non fermarsi e lottare per non essere abbattuti
Sulle spalle una mano che si spinge a trattenere
vuol fermare l'avventura ma ritorno a camminare
ho incontrato troppa gente che mi ha dato senza avere
voglio dare queste braccia non c'è molto da aspettare.
E' parola come vento
tra le porte quella stretta
gli uni gli altri nell'amore
non avere che un canto
questo tempo non ha niente
da offrire a chi aspetta
prende tutto prende dentro
sai fin dove non sai quanto.
Non è strada di chi parte
e già vuole arrivare
non la strada dei sicuri
dei sicuri di riuscire
non è fatta per chi è fermo
per chi non vuol cambiare
E' la strada di chi parte
ed arriva per partire.
 

Nicaragua: ci vuole Testa e Cuore!

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Mi hanno detto che alcuni contesti, anche nel nostro paese, sono particolarmente difficili e complessi, ma che nonostante tutto vi siano un sacco di persone che riescono a portare un briciolo di speranza anche dove sia impossibile solamente immaginarla. 
E io li ho ascoltati.
(CDS Pozzuoli, 2009).

Mi hanno detto che quando vivi esperienze così intense fioriscono sempre moltissimi stimoli impossibili da arrestare, tantissime domande e pochissime risposte.
E io li ho ascoltati. 
(CDS Montenegro, 2010).

Mi hanno detto che le persone di qualsiasi età e provenienza con cui hai la fortuna di condividere quegli attimi hanno la forza di moltiplicare le nostre gioie, dimezzare i nostri dolori e favorire la nostra crescita.
E io li ho ascoltati. 
(CDS Kenya, 2011).

Mi hanno detto che improvvisamente ti accorgi di aver ricevuto più di quanto hai donato e allora ti scappa un sorriso che ti rimane dentro.
E io li ho ascoltati. 
(CDS Thailandia, 2012).

Mi hanno detto che la cultura, la convivenza e la capacità di ascoltare gli altri e sé stessi aiutano a costruire le fondamenta per i propri sogni.
E io li ho ascoltati.
(CDS Kenya, 2013).

La Testa e il Cuore mi hanno detto che se fai di tutto per portare tutte queste cose nella tua quotidianità riuscirai a realizzare i tuoi sogni.
E avevano ragione! :)
(SCE Nicaragua, 2014)

Bolivia: LaScIaRsI aNdArE ...

7 commenti:
Vuoi vedere che è così! Che dovevi passare di lì, che fidarsi è sfasciare le regole
e LaScIaRsI aNdArE!

Il tempo scorre veloce e io devo ancora salutare un sacco di gente che in questi anni ha colorato e dato sapore alla mia straordinaria ordinarietà.
Man mano si entra nelle fitte trame dell’intricato progetto boliviano e c’è sempre più la voglia di partire per andare a toccare con mano, per capire cosa si andrà a fare giù, chi incontreremo, quali mirabolanti avventure ci aspettano e quali assurde tradizioni leggeremo con occhi sbalorditi e incerti.

La cosa interessante è che questa parte della mia vita, questo oggi, qui e ora, pare come uno stop che mi chiede di fermarmi e guardare indietro per volgere lo sguardo e il cuore verso tutto ciò che è stato.
“Sono parte di tutto ciò che ho incontrato” questa è per me una grande verità, un punto sul quale fermarmi, sostare e … ripartire! Pronta a ri-costruire un qualcosa di altro, di nuovo, di sconosciuto, portando nello zaino la mia storia, la donna che sto diventando, la persona che sono chiamata ad essere.
Non posso che essere grata per quello che sto vivendo ora e per tutte le persone che mi stanno dimostrando un affetto che le mie piccole braccia non riescono a racchiudere tutto insieme.. che le mie minute mani fanno scorrere tra le dita con sorpresa ed entusiasmo!

Affascinante è vedere come le nostre azioni abbiamo delle risposte a catena tra le persone che ci circondano, qualcosa si smuove, si genera energia, si genera quasi una danza alla quale ciascuno partecipa a modo proprio, chi con il silenzio, chi con un abbraccio, chi con le lacrime, chi indietreggiando, chi mascherando, chi saltando e facendo un caos assordante, chi con invadenza, chi invece lascia lo spazio per muoversi più liberamente.
E in questa danza decido di starci fino a che lunedì non salirò sull'aereo che mi porterà verso nuove sensazioni.
Zaino in spalla e via, sempre in cammino, sempre in movimento, sempre verso una direzione, con in tasca desideri, emozioni, paure, incertezze, curiosità, ingenuità … Peregrinando nel mondo al motto di Ultreya y suseya! Sempre più avanti sempre più in alto!

Cri Cri

Nicaragua: "... caminante no hay camino. El camino se hace andando"

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Diciottofebbraioduemilaquattordici: bene ci siamo tra poco più di 134 ore il mio aereo decollerà da Linate con destinazione finale Managua Nicaragua
Un’esperienza tanto attesa, tanto sperata che finalmente ha inizio!!!




Non sarò sola in questo viaggio, con me ci saranno Stefy, Lele e Teo che con me hanno iniziato questa avventura il 3 febbraio 2014, anzi no, in realtà tutto è iniziato il 18 novembre 2013 giorno delle selezioni per lo SCE 2014.




Ma ora siamo qui a Milano, per la prima volta a scrivere un blog, per la prima volta ad attendere una partenza così importante che mi porterà lontano da tutto ciò che fino ad oggi è stata la mia quotidianità, le mie abitudini, le mie certezze, i miei affetti...

E’ giunta l’ora di preparare zaino e valigia, ma avrò preso tutto?avrò dimenticato qualcosa? No, non si riesce a  pensare bene a queste cose. La testa va, si allontana nei pensieri, nelle fantasticherie nell’ immaginario di quello che sarà… e tra settimana sarò già là, appena sveglia inizierò il mio primo giorno in terra straniera in terra nicaraguense!!!

Fede 

Nicaragua: Caro diario..

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Ciao a tutti,

sono Emanuele e sono in partenza per il Servizio Civile Internazionale, destinazione Nicaragua. Mi tocca dire qualcosa su di me. Non mi riesce mai facile farlo, non so mai cosa dire o cosa può interessare al lettore. Così ho pensato di affidarvi una pagina del mio diario datata 17 febbraio 2014, ad una settimana esatta dalla partenza. Non sarà una presentazione perfetta ma spero che tra tutte le emozioni e le paure possiate scoprire (o chi lo sa, immaginare) chi sono.

..ed è così che me ne torno al sicuro nella mia stanza. La scrivania, il mio letto ed i mobili che conosco non possono percepire i miei combattuti stati d’animo, incoerenti nelle loro manifestazioni. Mi sento protetto qui, nascosto tra le pile di libri ed i visi noti attaccati alle pareti. Mi prendo un po’ di tempo, lontano dal carnevale di parole che queste tre settimane di formazione mi stanno riversando addosso. Sono state giornate intense, piene di entusiasmo, nuove scoperte e domande. Giornate che mi hanno fatto sentire Dio o Cretino nel giro di pochi secondi. Nuovi amici (con cui) vivere un’avventura (per tentare di) scavarsi dentro (e) scoprire chi sono. Riprendo fiato. Tra sette giorni starò respirando l’aria calda di Managua, tra sette giorni sarà Servizio Civile Internazionale..

Non so se queste poche righe possano spiegare chi sono ma penso siano il modo più sincero e spontaneo per tentare di farlo.

Lele

Moldova: ci siamo..si parte!

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“Allora tra poco parti Mary?”
“Si stracontenta Andre!”
“..Eh lo sappiamo che quando vai via tu stai sempre bene, il problema poi è quando torni!”

Iniziamo da qui, dal viaggio o meglio dal viaggiare. Tanti, anzi ormai quasi tutti, hanno fatto un viaggio all'estero per svariati motivi: Erasmus, stage o volontariato in un paese diverso da quello di origine. Conosciamo quello stato di eccitazione che un viaggio porta con sé, i mille stimoli che ricevi, la curiosità verso usi diversi e situazioni che mai ti aspetteresti.
In questo spazio si colloca il mio SCE, chiaramente è riduttivo relegarlo solo a questo campo, ci sono svariate sfumature che lo colorano, dandogli un senso più profondo, legato alla mia storia personale, ai miei studi e alle aspettative quasi opprimenti verso il futuro dei così detti “neolaureati" in "Scienze Sociali per la Ricerca e le Istituzioni” che tutti danno per spacciati in ambito lavorativo.


..ma andiamo per ordine!
Perché la Moldova?!” .. ecco la domanda più frequente che attanaglia tutte le persone a cui parlo della mia imminente partenza. Ovviamente l’interrogatorio prosegue con domande quali: “..ma dove è che si trova di preciso?”, “Che lingua parlano?” e anche affermazioni condite da un bel po’ di pregiudizi: “Mary, ti conosco, tu dai confidenza a tutti, ma là sono indietro, picchiano le donne.. stai attenta!” Partendo dal presupposto che A, la violenza sulle donne c’è anche in Italia..e parecchia, B, la gente che fa tali affermazioni tendenzialmente non conosce mezzo moldavo.. si conclude “piacevolmente” che le persone parlano secondo luoghi comuni e in base a quello che i media propongono come verità assoluta.
Bene, tutte queste pressioni psicologiche le traduco in un semplice pensiero: “Mary, fai bene a partire!” proprio perché sono attratta da questo piccolo paese che, pur facendo parte dell’Europa, quasi nessuno considera e conosce. Ecco perché ho scelto la Moldavia e non la Bolivia o Nicaragua.. perché c’è un mondo, una cultura completamente diversa proprio dietro l’angolo di casa nostra.

.. e non importa se ci sono vecchi palazzoni ex-sovietici, cielo grigio e i pinguini che girano per le strade fino a Aprile e nessuna montagna che rallegra il paesaggio.. l’importante sono le persone. E allora, come mi disse la mia prof al liceo, io parto tentando di vivere con stupita meraviglia tutto ciò che accade, senza troppi preconcetti.


  

Nicaragua: nueva vida

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Due giorni prima della mia laurea mi arrivò la chiamata che venni presa per il servizio civile in Nicaragua. Ero la felicità personificata. Grida di gioia, salti e danze accompagnano la sera. 

Ho sempre creduto che se crediamo e lottiamo per realizzare i propri sogni, prima o poi, un giorno, il sogno inizia ad essere la propria vita, e quella chiamata è stata la conferma. La conferma che se rischi, se ti metti in gioco, se ci credi, il tuo sogno può diventare la tua vita.

Mi sono laureata in scienze linguistiche per la mediazione interculturale e lavorare nel sociale è sempre stato il mio desiderio. Ho lasciato la mia cara terra quando avevo appena 19 anni. Oltre l'università decisi di scoprire tutto ciò che una città come Milano mi potesse offrire, con le sue mille sfaccettature. 

La strada non è stata per niente facile, sopratutto quando si decide di andare contro corrente, contro parole, discorsi, sguardi diffidenti e critici, ma l'amore per questo mondo non è mai sfumato.

Tra pochi giorni si parte...
Tante emozioni contrastanti che mi fanno sentire ENERGIA PURA!!!!!



Libano: "Talk about a dream try to make it real"

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Le chiamate inaspettate nei posti più improbabili. Una notizia che ti lascia senza fiato e che fa impazzire il cuore facendolo battere a velocità incredibili: ecco come è iniziata questa avventura. Con il cuore leggero ho vissuto gennaio e poi, in un battito di ciglia, è arrivato febbraio e la formazione, ossia la conoscenza degli altri SCE.

La prima settimana residenziale è stata esplosiva, proprio come quei fuochi d’artificio che salgono in cielo silenziosi e al momento giusto mostrano i loro colori illuminando l’atmosfera e lasciando un segno sia nel cielo, sia negli occhi di chi li sta guardando. Insieme condividevamo emozioni, pensieri, riflessioni e così, piano piano, abbiamo iniziato a realizzare che la partenza era sempre più vicina e che il sogno si stava concretizzando davvero. Tutto questo generava anche un po’ di paura, normalissima e lecita, che però si faceva più piccola davanti all’entusiasmo e all’energia del gruppo.

Nelle altre settimane, un po’ più “consuete”, siamo entrati nella parti più tecniche e burocratiche, nonché abbiamo potuto inquadrare un po’ meglio il contesto in cui andremo a inserirci e a lavorare. Nonostante la partenza sia imminente non è così facile realizzare e rendersi conto che fra una settimana ci sveglieremo in un posto diverso dall’attuale casa. Questo in particolare per noi “libanesi” che non abbiamo ancora una casa e che, per svariate complicanze, non abbiamo ancora una data di partenza precisa.
Oggi, 18 febbraio, io e Stefano, abbiamo conquistato il primo traguardo burocratico, procurandoci il visto al consolato libanese. Come una vera e propria squadra abbiamo superato pazientemente le diverse “prove” e la ricompensa ci porta ancora un passo più in là verso a nostra destinazione. 

Il sogno prende un po’ più forma.


Moldova: Scegli.Come.Essere!

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Pronti a partire noi siam,
coraggio, forza andiam! 
Il cammino inizierà
Ecco la strada un po’ più in là! 
Quanta gente, quanta vita
Ma dove sono finita? 
Questo sogno ora c’è,
vivilo insieme a mè!





Ebbene sì, nel raccontare chi sono, vorrei prendermi del tempo e un po’ di spazio per pensare a cosa vorresti, potresti, dovresti sapere tu… di me!

Sono abbastanza alta, più o meno bionda e con gli occhiali.

Sono educatrice… edu che???
Sono in Moldova… ah già non ancora... abito a Milano.
Sono Appassionata (degli altri e di me stessa). Imbranata (come un elefantino in una cristalleria). Premurosa (come una mamma). Ingenua (come un bimbo). Astemia (come chi ci prova ma proprio non gli piace!).Intollerante alle verdure (in senso metaforico). Disponibile (a volte troppo). Orgogliosa (solo se ci credo!).Aperta (prego, se lo desideri, puoi entrare!). Estroversa ( in stile weee yamme è bell’!). Smemorata (cos’è che dovevo portare?ah già la carta d'identità!!). talvolta Illogica (per gli altri… perché per me il senso c’è sempre!).

Bhè insomma la lista potrebbe andare avanti all’infinito.. perché l’impressione è di poter essere tutto o niente. E allora a volte scegli e ti fermi.  E decidi di mettere una lettera maiuscola a quello che Sei! O almeno ci provi!

Questo è quello che mi piace, sentire che ci sono ma soprattutto come ci sono.

E quindi il mio SCE diventa uno ScegliComeEssere:
in un paese che ancora non conosco… va bene la Moldova non è dall’altra parte del mondo ma è pur sempre a 2196,2 km di distanza!
con compagni di viaggio che ancora non conosco… va bene la Mary e il Marco sembrano proprio simpatici questo è vero!
mangiando cibi che ancora non conosco... le verze!
parlando una lingua che ancora non conosco… va bene il rumeno è una lingua neolatina…

MA

io Scelgo di partire                                  
condivido il Come
propongo il mio Essere!

Un abbraccio
Patty

sabato 15 febbraio 2014

Servizio ricco, mi ci ficco!

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È passata una settimana da quando ho iniziato il Servizio Civile in Caritas a Lecco.. ovviamente Lecco con la ‘elle’ e non con la ‘erre’, dato che qui la focaccia è alta e non ha il formaggio in mezzo!


Una settimana ricca di In bocca al lupo, Buon inizio e Auguri ricevuti da chi mi vuol bene; ricca di una primula gialla di benvenuto e di gocce d’oro ripiene di crema pasticcera per compensare le tante gocce di pioggia cadute in questi giorni. Ricca di ‘Sono Irene e starò con voi un anno’ e ricca di ‘Ah,bene, allora mi puoi già da ora aiutare a fare questo!’ Ricca di nomi da memorizzare, orari da ricordare, prossimi impegni da appuntare e nuove storie da iniziare ad ascoltare. Ricca di un tramonto mozzafiato sul lago visto dal finestrino dell’autobus sulla strada per casa..interrotto bruscamente dalla frenata di un autista che guidava ad una velocità sperimentata dalla sottoscritta prima d’ora solo in Moldova.

Una settimana ricca di una città che non è nemmeno la mia provincia, ma che con le sue montagne che si specchiano nel lago non può che ‘catturarti’. Una settimana ricca di tante chiacchiere.. ma non di quelle che Martin Heidegger considerava vuote e tipiche della massa, bensì di quelle che Emmanuel Lévinas (altro mio amato filosofo!) reputava fondamentali per instaurare una relazione. Una settimana ricca di entusiasmo e voglia di raccontare una volta tornata a casa, perché se una cosa ti piace, proprio non ce la fai a tenertela dentro. Una settimana di ‘alle undici di sera sono già a letto’ perché se oggi è stata una giornata piena, puoi star certa che domani non lo sarà di meno! Una settimana.. ricca!

Come forse si è capito, sono Irene e ho deciso di dedicarmi per questo prossimo anno al Servizio Civile; un anno che mi vedrà impegnata con il Progetto Ponti e Arcobaleni di Caritas Ambrosiana e che ha come finalità l’accoglienza, l’ascolto e l’accompagnamento degli stranieri in Italia. Io sono stata destinata alla sede di Caritas Lecco, in cui seguirò il Centro d’Ascolto ma anche tutto ciò che, ruota attorno a questa dimensione di carità.

La motivazione che, principalmente mi ha spinta a non cercare immediatamente un lavoro dopo la laurea, ma di dedicare un tempo abbastanza lungo al servizio è da rintracciare nel desiderio di fare un’esperienza che mi possa aiutare a crescere a livello personale e non solo, o non innanzitutto, a livello professionale. Un anno in cui certamente pensare a me, ma a partire dalla cura e dalla custodia delle persone che incontrerò, poiché è solo nel volto di altri che possiamo profondamente conoscere noi stessi. In un mondo che così spesso spinge verso l’autoreferenzialità, l’illusione di poter bastare a se stessi e di essere davvero il centro del mondo, pensare che l’altro sia prioritario rispetto a me, può sembrare un pensiero controcorrente, da pecora nera. E forse, un po’ lo è. Eppure, anche solo dopo questi primi giorni di servizio, posso piacevolmente riconoscere che, ad andare ‘controcorrente’, non siamo proprio in pochi.

In questi miei primi giorni, infatti, sono stata io stessa accolta, dai numerosi volontari, da Giovanna e da don Ettore, con una delicatezza e una naturalezza tipica di chi è abituato a ‘vivere sulla soglia’, attento e pronto a far spazio all’ospite che arriva. Ed è proprio da questa accoglienza ricevuta, io prima di tutti, che posso iniziare al meglio questo anno che mi vedrà Ospite.. nel duplice senso che questa parola così preziosa contiene.

Irene Colombo
[ex Cantierista 2013 - Moldova]