martedì 1 aprile 2008

Nel mezzo del cammin...

Ieri mentre guardavo il calendario e leggevo 31 marzo, mi è venuto in mente qualcosa... ho fatto 2 conti e... insomma siamo a metà dell'opera. Sono trascorsi 6 mesi da quando siamo diventati SCEmi e ne abbiamo altri 6 per continuare ad esserlo...

Sarà che scemo lo ero già... quindi non ho avuto grandi traumi a diventarlo con la SCE maiuscola.
Com'è lo slogan... “Una scelta che ti cambia la vita”... beh non solo... anche paese, progetto, capo, compagni d'avventura... insomma questa prima parte, più che da SCE, per me è stata da SCI (Servizio Civile Itinerante). Un paio di mesi in Kenya, un mesetto scarso di formazione tra Rho, Villapizzone e Caritas, un mese e mezzo in sede a Milano, 2 settimane a letto con la varicella, e poco più di un mese qui a Chisinau... il tutto condito da una miriade di soprannomi...

In testa tante immagini, sensazioni e già alcuni ricordi...

Sono stato contagiato dalla visione di “Una mamma per amica”... vivere in mezzo a donne può essere devastante... ma come direbbe Cher “I'm strong enough...” e adesso preso dalla sindrome di Rory ho deciso di mettere su un foglio il bello e il brutto (il cattivo oggi non c'è) di Kenya e Moldova... insomma devo decidere se rimanere qui per i prossimi 6 mesi o farmi spedire in Bolivia o Nicaragua per proseguire il mio SCI.
Partiamo... dal tiepido caldo kenyano al clima pazzerello moldavo (la neve è sempre la neve però... è bella quasi come il circo...)... dal Maffuz a Sergino.... dai neri ai pallidi... dal “barba” (ema qui ti chiamano così) a solo donne... dalle partite a pallone alle grigliate di pesce... dalle kenyane alle moldave... dalla Tusker alla Baltika... dallo swahili al romeno... dall'Internet point all'internet a casa.... da Pro Evolution Soccer a 3 metri sopra il cielo.........

Mi fermo un 'attimo e mi viene in mente qualcosa che Kenya e Moldova hanno in comune... i villaggi. Premetto che in Kenya non sono mai stato in un villaggio tipico, quelli che vanno di moda in tv, con capanne e bambini con pancione, mezzi sporchi e qualche mosca sulla faccia...

Il quartiere di Kahawa west e i paesini che avevo visitato sono molto simili ai villaggi moldavi.
Strade sterrate, simil-villette con tetti in eternit, le poche macchine in circolazione sono vecchine e ammaccate (non se la devono passare bene tra tutte quelle buche...). Anche il paesaggio è lo stesso, collinoso con la natura che la fa da padrone. Certo i colori sono diversi, in Kenya era quasi estate, qui è appena iniziata la primavera, ma giorno dopo giorno il marrone e il grigio, colori tipici del generale inverno, stanno cedendo il passo ad un cielo sempre più azzurro e ai prati ormai verdi; e anche gli alberi, forse un po' invidiosi per questi cambiamenti, sono quasi tutti in fiore.

Insomma camminando per i villaggi, mi confondo, non capisco bene dove sono, mi sembra di esserci già stato... controllo il passaporto ma vedo che non è possibile... eppure tutto questo l'ho già visto... sento qualcuno parlare... non capisco niente o quasi.... mi sa che proprio non ci sono mai stato...
Cerco di osservare meglio, capire... vi ricordate la settimana enigmistica... il gioco trova le differenze?... è proprio quello che cerco di fare...

Finalmente una folata del freddo vento moldavo mi desta: “Ma dove è finita la gente? E i bambini che mi davano la manina e mi chiedevano “How are you?” Perchè adesso salutate sottovoce? E le case... non straboccano più... perchè alcune sono disabitate? La musica... chi ha spento la musica? Non c'è più Bob Marley a palla... e George Michael che canta le canzoncine di natale? Potreste per piacere tornare a ballare per strada?

Giro un po' di villaggi, voglio vedere, cercare, trovare un po' di vita, di movimento, qualcuno che rida!!!

Arrivo a Calarasi, con me Igor (il capo) e Gigi (quello che guida a sinistra). Oggi incontreremo un gruppo di volontari della parrocchia: si parlerà di volontariato e di cosa si occupa la nostra associazione.

Siamo in una scuola e con un gruppo di ragazzi.... Paolo, secondo te potevo esimermi dal tenere un piccolo discorso?

Prima dell'incontro, i ragazzi tengono una riunione alla quale noi partecipiamo come osservatori.
Il tutto si svolge sotto lo sguardo attento di Parinte Mihail (il loro don).

Sono curioso di vedere all'opera un gruppo di giovani moldavi, finora non ne avevo praticamente visti. Rimango da subito impressionato per l'attenzione, non parla nessuno, ascoltano tutti, ognuno all'interno dell'organizzazione è responsabile di una specifica attività. Da poco ci sono state le nuove elezioni dei rappresentati e oggi è la prima volta che si radunano tutti insieme.

La riunione prosegue, i ragazzi sembrano molto interessati, propongono, ribattono ma... cosa molto strana per noi, prima di parlare alzano la mano e chiedono il permesso...

Sono attratto da questa perfezione, mi giro e chiedo a Igor: “Ma quanti anni hanno?” E lui: “15 – 17...” “COSA?!?!”

Non ci credo, io che pensavo ne avessero come minimo 20, ci deve essere sotto qualcosa, come fanno ragazzi di quell'età a essere così interessati a certe cose e sopratutto così seri? Non li ho visti ancora ridere...

E' tutto troppo perfetto, sembra quasi fatto apposta per l'occasione...

La riunione finisce, dopo una breve introduzione di Igor arriva il mio momento... devo dire due parole sul volontariato... la mia missione è però quella di farli ridere... sarà perchè a me piace ridere e vedere la gente che ride... mi presento e sfodero la mia frase in romeno per eccelenza (che poi sarebbe l'unica...) con accento portoghese... attenzione attenzione stanno ridendo!!! Sono contento, parlo per un paio di minuti e ricedo il comando a Igor. Sono felice, adesso mi sembrano più normali... ma cosa succede... 2 – 3 ragazzi prendono le loro cose e se ne vanno... mentre parla Igor... rimango perplesso... ma come? Dove vanno? Perchè?...

Avranno altro da fare? Un'altra riceve una telefonata e se ne va... Non so perchè, ma sono contento, ogni minuto che passa sempre di più!!! Insomma mi ero sbagliato, non c'era sotto niente, nulla di programmato per l'occasione. Chi rimane continua a fare domande, proposte, il tempo passa velocemnte e alla fine mi complimento con loro e dato che un ragazzo stava riprendendo l'incontro chiedo di darmene una copia da portare in Italia per farla vedere ai loro coetanei.

Usciamo dalla scuola e chiedo a Igor “Non è che posso portarmene un po' in Italia?” Lui mi guarda, sorride, non risponde ma la domanda sembra essergli piaciuta...

Sono soddisfatto, finalmente dopo tanto girare ecco un po' di movimento, un po' di vita e qualcuno che ride!!!

Sono ormai le 5 di pomeriggio, Chisinau è a un ora di macchina, si alza un vento gelido e inizia a nevicare... sono ancora più contento... mi sa che da SCI ritorno a SCE... sembra di essere in cima a una montagna adesso comincia la seconda parte... si va in discesa... speriamo non sia troppo ripida... altrimenti finisce subito...

Stefano

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