giovedì 30 luglio 2015

Gibuti: in attesa di partire...

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In attesa di partire....

Ci siamo....ormai manca poco. Meno di 3 giorni e poi finalmente sarà....Africa!!!!
La mia mente inizia a navigare..fantasticare e andare lontano, lontano...mentre guarda queste mie 2 valigie semivuote, ancora da riempire!!
Mille cose mi vengono in mente, mille parole: l'ansia di farci stare tutto dentro quelle valigie, di poter ridurre tutto ciò che sono e mi rappresenta nei 40 kg concessi, la paura di rimanere delusa, di non essere all'altezza o peggio di deludere, l'ebbrezza di provare emozioni e sensazioni nuove, la fatica ma soprattutto il caldo che proverò e sentirò sulla mia pelle...sulle mie MANI. Già pelle ma specialmente MANI. Mani che fino a pochissimo tempo fa hanno lavato, pulito, lavorato, salutato, giocato, stretto altre mani, abbracciato, accarezzato visi conosciuto, facce familiari....ora (o meglio fra poco) faranno esattamente la stessa cosa...eppure sarà tutto diverso, tutto nuovo, tutto cambierà; persino io! Saranno volti nuovi, sorrisi e occhi nuovi, curiosi, capaci di scorgere qualsiasi piccolo sentimento come dei piccoli intrusi si faranno largo dentro ai miei occhi al mio cuore. Saranno anche volti sconosciuti, insoliti e mai visti; saranno mani nuove che sfioreranno le mie così diverse per loro, emozioni, volti e sguardi che si incroceranno per la prima volta!
Così emozionata, piena di gioia ed entusiasmo, ma anche così un po' impaurita...non per la lontananza, non per la nostalgia, non per l'essere diversa, ma più che altro perché la "straniera" sarò io....e poi si sa i cambiamenti un po' spaventano.
Ripenso alle parole dette tempo fa sull'Africa e alle frasi che qualcuno ora mi rivolge "ma tu, sei pazza!" o specialmente "Ci vuole coraggio ad andare fin là!!!". Io sinceramente non mi sento così coraggiosa, anzi....tutt'altro!! E cercando di capire il perchè e il senso di quelle frasi...l'unica cosa o meglio frase che mi viene in mente da ribattere è "Non ci vuole coraggio secondo me....semmai cuore, molto cuore!!!". Eh già, perchè quello che sto mettendo in gioco al 100% è soprattutto in cuore!!!
Non so se sono pronta....se psicologicamente e fisicamente lo sono....anzi con ogni probabilità non lo sono, ma una cosa sicuramente la sò: io mi voglio lasciar sorprendere e vivere da quest'esperienza, da questi volti e mani nuove....io mi lascerò scoprire da quest'Africa bellissima e a volte misteriosa...e spero tanto che lei scopri me, per cui.....a presto Gibuti....
              STO ARRIVANDO !!!!!
Annalisa

Moldova: avete detto tortellini di gallina?

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Giorno 2
Gli unici turisti a Chisinau danno un po' nell'occhio...in effetti fotografare frutta al mercato e statue di eroi nazionali attira l'attenzione dei locali non abituati alle orde di visitatori ciacolanti.
Una città a contrasto: bellissimi giardini, alberi ordinati e monasteri dorati  fanno da cornice a enormi costruzioni sovietiche lasciate a metà con un solo ed enorme scheletro in cemento grigio.
Contrasto...già...anche nel vedere macchinoni giganti apparire fiammeggianti di fianco  al pulmino della mensa dei poveri, iniziativa di Diaconia.
Impressioni serie a parte... il #gruppograppa non tende ancora all'alcolismo tipico moldavo, ma gli effetti paiono simili...soprattutto quando appaiono cartelli di dubbia interpretazione, cani vari o personaggi storici nascosti dietro le porte. W le noci e i tortellini di gallina... #quisimangiacomesenoncifosseundomani
Alla prossima

mercoledì 29 luglio 2015

Georgia: The terminal ma senza Tom Hanks

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Arrivo a Tbilisi previsto per le 4 del mattino, ora locale.. TI PIACEREBBE!!
Siamo qui accampati ancora a Linate sperando che qualcuno ci dia notizie del nostro futuro: gli incendi di Roma Fiumicino ci hanno costretti qua, facendoci perdere la tanta amata coincidenza..
Che fare? Il cantiere parte in salita e al momento la solidarietà è solo verso di noi! Nell'attesa tra un sonnellino, una torta di mele e qualche canto ne approfittiamo per prepararci al
meglio.. Vi aggiorniamo al prossimo cambio nel piano di volo!
un bacio alle mamme ansiose :-P

MOLDOVA: Quando l'amore chiama, seguilo!

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29.07.2015 Magnago, ore 9.13

Eccoci arrivati alla data tanto attesa; sono le 9, ho appena finito di fare colazione e di chiudere con acrobazie degne del circo Orfei la mia valigia. Ho ancora un paio d’ore prima dell’ultimo pranzo all’italiana e della partenza verso l’aeroporto.
Dopo giorni in cui la mia mente e il mio corpo hanno corso all’impazzata per preparare tutto il materiale necessario, tutti i documenti, tutti i vestiti (non ho ancora capito se le sere moldave siano fredde o “tropicali”), ora mi trovo quasi costretta a stare ferma, in silenzio. La casa è vuota e si sente solo il canto di qualche uccellino, mescolato al sottofondo delle macchine rombanti. Proprio in questa strana commistione di suoni iniziano a far capolino tra i miei pensieri le parole di Martin Buber, che in quest’anno mi hanno accompagnato non poco:

A che scopo?”; a che scopo ritornare in me stesso, a che scopo abbracciare il mio cammino personale, a che scopo portare a unità il mio essere ? Ed ecco la risposta: “Non per me”. Cominciare da se stessi, ma non finire con se stessi; prendersi come punto di partenza, ma non come meta; conoscersi, ma non preoccuparsi di sé. (…)

Non di te stesso, ma del mondo  ti devi preoccupare!

E’ con questa consapevolezza nel cuore che OGGI PARTO; dopo un anno in cui ho provato a lavorare tanto su me stessa, cercando di conoscermi e riconoscermi anche nei limiti e nelle debolezze, PARTO. Mi incammino, sapendo di dover ancora scoprire un sacco di cose su me e sul mondo; mi incammino, cercando di portare con me tutte le forze e, perché no, tutte le fragilità di cui dispongo. Mi incammino con tutta me stessa, avendo nel cuore il desiderio dell’incontro: con la realtà locale, con le tradizioni, con la cultura moldava, ma soprattutto con le persone, gli uomini, le donne, i  bimbi, gli anziani che mi verranno donati in queste tre settimane.  

Quando l’amore vi chiama, seguitelo, anche se le sue strade sono ardue e ripide. E quando vi parla, credetegli. Anche se la sua voce può infrangere i vostri sogni e disperderli. Poiché come l’amore vi incorona, così vi crocifigge, e come raggiunge la cima della vostra vita, accarezzando i rami più teneri, così discenderà nella quiete della notte fino alle vostre radici e le scuoterà dove sono abbarbicate con più forza alla terra”. (K. Gibran)

In questo giorno così particolare, PARTO con questo “comandamento” nel cuore e nella mente.

 E dato che oggi faccio fatica a trovare da sola le parole più adeguate per l’occasione, mi rifaccio un'ultima volta al mio “amicone” Buber:

C’è una cosa che si può trovare in un unico luogo al mondo, è un grande tesoro, lo si può chiamare compimento dell’esistenza. E il luogo in cui si può trovare questo tesoro è il luogo in cui ci si trova”.

A voi amici, cantieristi o compagni di vita che vi siete ritrovati (magari un po’ per caso) a leggere questo post, auguro di trovare il vostro tesoro, di scoprirlo lì, proprio nel posto in cui state ora, che sia un paesello sperduto nel mondo, un ufficio, una casa con la vostra famiglia, una realtà che ora magari non vi va molto a genio e da cui vorreste scappare.

Buon viaggio e un abbraccio a ognuno!

La revedere!=)

Anna

martedì 28 luglio 2015

Moldova: IO PARTO MA...

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Maggio 2012. Arese, Liceo Falcone Borsellino.
Cogestione. Incontro con "Medici con l'Africa - CUAMM".
Foto dell'Africa, racconti di una terra lontana, di un mondo così lontano. Storie di uomini e donne che hanno deciso di mettersi a servizio, a disposizione, spendendo il loro tempo, le proprie risorse e capacità per gli altri. Storie di medici, idraulici, elettricisti, uomini comuni. Lavoro duro, fatica, sudore, difficoltà. PARTENZA, perché di questo si tratta.

Oggi. Luglio 2015. Rho, camera mia.
Sulla porta, tra una frase e l'altra, riscopro quel brano datoci all'incontro del CUAMM tre anni prima. Una frase attira la mia attenzione: "io parto, ma tu non restare".
Io sto partendo: la valigia è aperta sul letto, abiti sparsi per la stanza in attesa di una collocazione. E proprio ora che io parto, quelle parole mi risuonano forte in testa. Proprio ora che tento, non riuscendoci, a infilare tempere, vestiti e giochi in questo spazio ristretto che è la mia valigia, mi rendo conto che partire va ben oltre a tutto questo. Partire non è l'atto fisico di prendere il "volo", ma è tutto e molto di più.
E' una questione di TESTA: tenere la mente aperta per lasciare entrare l'altro e il suo mondo senza però dimenticare sé stessi e cosa ci ha portati fin qui.
E' una questione di CUORE: essere pronti ad amare, a voler bene, a stringere forte in un abbraccio, a lasciarsi emozionare, a donarsi e mettersi a servizio.
E' una questione di MANI: costruire castelli di Lego, sporcarsi con le tempere, stringere la mano di un nuovo amico o dell'amico di una vita.
E' una questione di PIEDI: mettersi in cammino, camminare verso l'alto e verso l'altro, giocare a pallone, andare lontano o restare vicino.
E' una questione di OCCHI: guardare oltre la superficie delle cose, vedere le differenze e farne un punto di forza, scorgere la gioia sul volto della gente.
E' una questione di BOCCA: parlare di cambiamento, condividere le idee, raccontare i propri sogni e la propria storia.
E' una questione di ORECCHIE: ascoltare i consigli e le opinioni, sentire i rumori che ci circondano, apprezzare il silenzio e gioire del rumore della vita.
Se partire non è solo questione di una valigia, quest'estate non parto solo io e i miei amici cantieristi, ma parti anche tu, si, proprio tu, tu che in questo momento sei sdraiato ancora nel letto aspettando che la giornata abbia inizio, tu che forse sei già in ufficio o al tavolo di una biblioteca, tu che quest'estate non hai ferie e non partirai nemmeno per un breve viaggio.
Io parto, ma tu non "restare". Lascia stare la valigia, metti in moto la tua testa, il tuo cuore, le tue mani, i tuoi piedi, gli occhi, la bocca, le orecchie. "Partiamo insieme verso il mondo, la vita, il significato, la gioia. Chi cammina già vede sorgere l’aurora."
Buon viaggio, buona vita! (Share the love!) ;)


Giu :)

domenica 26 luglio 2015

Women for Expo: La Tavola del Mondo

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La sera di venerdì 10 luglio ha avuto luogo la parata di chiusura di ‘Women for Expo’.
Due settimane dedicate all’ ‘altra metà della terra’, cioè le donne, per le quali sono state organizzate, nel sito espositivo, incontri, forum, convegni, spettacoli teatrali, concerti di musica, con ospiti rilevanti provenienti da tutto il mondo.
L’evento conclusivo è stato caratterizzato da una manifestazione simbolica.
Per festeggiare, era stata organizzata infatti una parata costituita da più di 400 donne, a rappresentare i Padiglioni dei diversi Paesi presenti a Expo, cluster e società civile comprese, che hanno sfilato con gli abiti caratteristici partendo alle 20.30 da Piazza Italia per arrivare all’ Expo Centre, dove ciascun Paese ha consegnato un piatto tipico della tradizione e dove hanno avuto termine i festeggiamenti.  Una lunga onda di donne e colori che ha sfilato con le proprie bandiere nazionali. A guidare la parata, una banda musicale tutta al femminile accompagnata dai ritmi dei tamburi e seguita da donne che lavorano ogni giorno nei padiglioni dell’evento universale di Milano, oltre a scrittrici, artiste, volti noti dello spettacolo, della cultura, dello sport e della politica e tanti suoni, colori, in particolare nastri rosa e gialli – i colori scelti dal ‘We-Women’s for Expo’. I visitatori, incuriositi, accompagnavano la festa con fotografie ed applausi.
Le numerose pietanze, con gli ingredienti dei piatti più celebri di ogni nazione sono state donate per la ‘Tavola del Mondo’, allestita per l’occasione all’Expo Centre. I piatti portati in sfilata per il sito espositivo sono stati così appoggiati su un lungo tavolo e simbolicamente condivisi, in un momento di scambio di storia e tradizioni unico, tra donne provenienti da ogni parte del mondo.
Anche il padiglione della Caritas ha partecipato alla sfilata, rappresentato da Elisa Diaferia, volontaria in servizio civile. Uno sfilatino di pane, avvolto nel giornale edito da Caritas ‘Scarp de' tenis’ ricordava in questo modo l’opera d’arte 'Energia' di Wolf Vostell presente all’interno dell’Edicola, realizzata sul contrasto di un mondo sazio e di un mondo, purtroppo, ancora affamato.
Il tema riguardante le donne è molto attuale e delicato da affrontare, ma con le notizie che purtroppo si sentono troppo spesso sui canali d’informazione, poterlo portare in Expo è stato coinvolgente in quanto questo ‘universo parallelo’ è riuscito a riunire tutte le donne del mondo in un unico evento gioioso, colorato e pieno di profumi grazie ai piatti tipici portati da ciascun Paese” – racconta Elisa.
Un evento particolare che ha portato a riflettere sul nutrimento e la sostenibilità e lo fa per la prima volta mettendo al centro di un’Esposizione Universale la cultura femminile.

giovedì 23 luglio 2015

Nicaragua: "Sei sempre fantastica Managua!" :)

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Le 24 ore di viaggio, le 8 ore di fuso, la notte rumorosa, il forte caldo, le mie coinquiline ed amiche Stefania e Giulia, gli odori intensi della strada, le piogge improvvise e rinfrescanti, la musica alta, gli autobus sovraffollati, le grida dei bambini e dei venditori ambulanti fin dall'alba, i vecchi amici, i nuovi manifesti politici, i ricordi che ti assalgono ripercorrendo strade e luoghi già conosciuti, i ragazzi di Nueva Vida con le ferite che si portano dentro ed ahimè persino fuori visibili ed incancellabili, i sorrisi della gente, le emozioni che arrivano dritte al cuore, questo forte senso di pienezza che non sai spiegare con le parole. 
Nonostante tutto... SEI SEMPRE FANTASTICA MANAGUA! :)

Nueva Vida  - Foto di Roberto Meloni

" E ti diranno parole rosse come il sangue, 
nere come la notte; 
ma non è vero, ragazzo, 
che la ragione sta sempre col più forte 
io conosco poeti 
che spostano i fiumi con il pensiero, 
e naviganti infiniti 
che sanno parlare con il cielo. 
Chiudi gli occhi, ragazzo, 
e credi solo a quel che vedi dentro 
stringi i pugni, ragazzo, 
non lasciargliela vinta neanche un momento 
copri l'amore, ragazzo, 
ma non nasconderlo sotto il mantello 
a volte passa qualcuno, 
a volte c'è qualcuno che deve vederlo. 

Sogna, ragazzo sogna 
quando sale il vento 
nelle vie del cuore, 
quando un uomo vive 
per le sue parole 
o non vive più; 
sogna, ragazzo sogna, 
non lasciarlo solo contro questo mondo 
non lasciarlo andare sogna fino in fondo, 
fallo pure te.. 
Sogna, ragazzo sogna 
quando cade il vento ma non è finita 
quando muore un uomo per la stessa vita 
che sognavi tu 
Sogna, ragazzo sogna 
non cambiare un verso della tua canzone, 
non lasciare un treno fermo alla stazione, 
non fermarti tu... 


Lasciali dire che al mondo 
quelli come te perderanno sempre 
perché hai già vinto, lo giuro, 
e non ti possono fare più niente 
passa ogni tanto la mano 
su un viso di donna, passaci le dita 
nessun regno è più grande 
di questa piccola cosa che è la vita 

E la vita è così forte 
che attraversa i muri per farsi vedere 
la vita è così vera 
che sembra impossibile doverla lasciare 
la vita è così grande 
che quando sarai sul punto di morire, 
pianterai un ulivo, 
convinto ancora di vederlo fiorire 

Sogna, ragazzo sogna, 
quando lei si volta, 
quando lei non torna, 
quando il solo passo 
che fermava il cuore 
non lo senti più 
sogna, ragazzo, sogna, 
passeranno i giorni, 
passerà l'amore, 
passeran le notti, 
finirà il dolore, 
sarai sempre tu... 

Sogna, ragazzo sogna, 
piccolo ragazzo 
nella mia memoria, 
tante volte tanti 
dentro questa storia: 
non vi conto più; 
sogna, ragazzo, sogna, 
ti ho lasciato un foglio 
sulla scrivania,  
manca solo un verso 
a quella poesia, 
puoi finirla tu." 

( https://www.youtube.com/watch?v=wUcgidDj1-I )

Un abbraccio fortissimo,


Teo! :)

lunedì 20 luglio 2015

Trasmetto Ergo Sum

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Da quando sentiamo parlare altre donne alla Radio, ed ascoltiamo i programmi sui nostri diritti, noi donne non abbiamo più paura di dire la nostra!”, “Quando succede qualcosa nella nostra zona, vorremmo segnalarlo alla radio perché se ne dia notizia!”.

Mamme africane coi volti segnati dal duro lavoro giornaliero, anziani magrissimi con la schiena piegata dagli anni, bambini scalzi...tutti ci tengono a dirci quanto “Radio Mushauri” abbia un impatto positivo su vari aspetti della loro vita, e commentano cosa si potrebbe migliorare, chiedono di trasmettere questo o quello…



Qui, nel bel mezzo della foresta equatoriale dove le persone arrivano in aereo perché da 30 anni non ci sono strade percorribili, oltre all'isolamento geografico si soffre di un isolamento culturale profondo, dal quale Radio Mushauri, con i suoi 250km di raggio di emissione, cerca di far emergere le migliaia di persone che continuano a vivere nelle zone rurali della foresta equatoriale.


In questo angolo di Congo la corrente elettrica arriva a singhiozzo, per questo abbiamo voluto a fare un ultimo sforzo ed installare 44 pannelli solari, grazie ai quali gli abitanti di Kindu possono sentire la Radio Mushauri kila siku: ogni giorno!

Per leggere il resto del progetto clicca qui.



Il Direttore della Radio con il Fiume Congo sullo sfondo....


martedì 14 luglio 2015

Cresce una Colombia sostenibile

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Nella 'Settimana dell'Agricoltura Colombiana' a Expo Milano 2015, è stato organizzato, grazie al Ministero dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Repubblica di Colombia, un incontro dal titolo 'Colombia: l'agricoltura colombiana – sostenibilità, responsabilità sociale ed innovazione'. 

Nel caldo pomeriggio del 17 giugno, il padiglione della Colombia, con i suoi alberi esotici e i meravigliosi fiori, ha accolto gli interessati, permettendo loro di intraprendere un viaggio attraverso la straordinaria varietà naturale e produttiva della Colombia, uno dei pochi Paesi che racchiude in un unico territorio quasi tutti i climi del mondo

L'ampia estensione di terreni coltivabili, la ricchezza del suolo e la varietà dei paesaggi garantita dai cinque livelli termici sono solo alcune delle caratteristiche che hanno spinto la FAO ad individuare nella Colombia una delle sette potenziali 'dispense agricole' per alimentare il pianeta
La Colombia ha presentato, nel corso del convegno, le sue best practice per affrontare il cambiamento climatico e favorire lo sviluppo agricolo sostenibile sottolineando la sua ricca offerta agricola e il grande potenziale delle coltivazioni del Paese, con particolare enfasi sulle varietà di caffè, cacao, frutta esotica, fiori e canna da zucchero. 
  
La Colombia è infatti un Paese a vocazione agricola con quasi 47.000 tonnellate di cibo prodotto e il cambiamento climatico è un aspetto determinante per lo sviluppo rurale e la sostenibilità del settore agroalimentare colombiano. Per questo il Paese ha predisposto una serie di strategie per fronteggiare questo problema globale, stringendo alleanze con attori pubblici e privati a livello nazionale e internazionale, appoggiando progetti con i piccoli e medi produttori e sviluppando tecnologie avanzate che permettano di ridurre al minimo l’impatto del cambiamento climatico.

Tra i presenti, oltre ad Angela Maria Betancourt Escobar, Responsabile Cooperazione Internazionale e Progetti Speciali e Ministero dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, diversi rappresentanti del settore agricolo Colombiano.

La Colombia è un Paese molto avanzato in termini di gestione ambientale, infatti, ha implementato volontariamente strumenti a livello politico e istituzionale per uno sviluppo agricolo sostenibile. 
 
Siamo consapevoli degli effetti dannosi sugli ecosistemi che possono avere l’espansione delle frontiere agricole e la deforestazione, per questo siamo impegnati nella pianificazione di soluzioni globali per minimizzare l’impatto” - ha spiegato Angela Maria Betancourt. 
 
Affrontare il cambiamento climatico è un problema non solo della Colombia ma di tutto il mondo. Per questo è necessario investire e sviluppare soluzioni condivise al fine di rendere più efficienti i sistemi di produzione” - ha dichiarato Miguel Ayarza, Responsabile del Dipartimento di Produzione Intensiva Sostenibile di CORPOICA, Associazione Colombiana per la Ricerca Agricola.  Gli investimenti hanno un impatto non solo dal punto di vista ambientale, ma permettono il miglioramento della qualità della vita e l’inclusione sociale di piccoli e medi produttori. 
L’apporto di tecnologie avanzate e lo sviluppo di progetti educativi hanno permesso una trasformazione positiva tracciando il percorso per una produzione sostenibile e socialmente responsabile” ha spiegato infine Carlo Vigna Taglianti, rappresentante di Poligrow, realtà presente da sette anni in Colombia con programmi di sviluppo rurale sostenibile.

sabato 4 luglio 2015

Un fiore nel deserto

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C’è spazio dentro a Expo per una riflessione profonda?
Nell'apparenza di grande fiera o parco giochi sicuramente ci sono, per chi li cerca, molte possibilità di approfondimento, conoscenza, scoperta, ragionamento, nell’immenso sito dell’Esposizione Universale di Milano.
Alcune sono immediatamente percepibili visitando i padiglioni dei vari Paesi, le strutture della Società Civile (Cascina Triulza, Casa don Bosco, Save The Children, l’Edicola Caritas…) o aree particolari. Altre sono il frutto di incontri, convegni, laboratori, dibattiti, così numerosi a Expo, tra gli eventi e le iniziative ogni giorno in programma, che vanno a toccare i vari aspetti del tema ‘Nutrire il Pianeta – Energia per la Vita’.
L’Edicola Caritas, con il suo piccolo padiglione, che richiede una visita breve ma significativa, rientra tra quei piccoli spazi, luoghi e tempi capaci di suscitare un pensiero profondo.
Così Enrico Mentana, giornalista e conduttore televisivo, oggi direttore del Tg La7, è entrato a far visita all’Edicola della Caritas, martedì 30 giugno, in occasione della presentazione in Expo dell’Enciclica ‘Laudato si’’ di papa Francesco con la sua partecipazione come moderatore.

Nel primo pomeriggio, in maniera inaspettata, è stato così accolto all’ingresso della particolare struttura che già nella forma architettonica di cubo spezzato richiama il motto scelto ‘Dividere per moltiplicare’. Sergio Malacrida, uno dei responsabili dell’Edicola Caritas in Expo, ha accompagnato il giornalista, particolarmente interessato, nelle varie tappe dell’Edicola. Enrico Mentana ha ascoltato attentamente la spiegazione del significato delle installazioni e delle opere d'arte presenti, rimanendovi molto colpito.
“Qualcuno ha detto che la Chiesa è un po’ la spina nel fianco, un po’ la coscienza critica di questa Esposizione” – ha commentato il conduttore televisivo Mentana alla fine della visita - “Bisogna però che ci sia come sempre l’accoglienza del concetto di fondo da parte di chi viene a visitare una simile Esposizione”. Aggiungendo: “La vera differenza tra un ipermercato e l’Expo è proprio la presenza dello spazio di riflessione e di attenzione. Tutto il resto le persone lo troveranno ovunque, magari non in questa quantità e qualità… ma è proprio questo che lo differenzia, quel qualcosa di più che permette di capire che siamo in un mondo in cui la disuguaglianza inizia proprio dalla diversa divisione delle materie prime, tra cui quelle che ci sostentano”.
In ultimo un pensiero sul recente ‘Premiolino’, un prestigioso riconoscimento assegnato quest’anno a ‘Scarp de’ Tenis’, il giornale di strada edito dalla Caritas, che viene distribuito gratuitamente, in una sua edizione speciale per Expo, proprio nell’Edicola Caritas e attraverso cui è possibile approfondire il messaggio.
Mentana, nella giuria che ha conferito il premio, ha precisato: “Abbiamo dato un premio, un minimo riconoscimento al fatto che esiste anche ciò è molto più degno di tante altre cose… per il fatto che è senza scopo di lucro, creato per inserire delle persone e per far conoscere delle realtà che non sono illuminate dal mondo dei media”.
Prima di salutare i volontari presenti quel giorno in Edicola, ringraziandoli, c’è il tempo per una dedica che per noi che dedichiamo tempo ed energie al supporto della presenza di Caritas in Expo è una piccola soddisfazione e la conferma che la nostra piccola realtà sta lasciando il segno.
“Bellissima installazione, fiore in un (quasi) deserto di consumi”.
Una immagine che evoca la grazia, la bellezza, l’armonia, il colore in un ambiente desolato e vuoto. Una metafora dello sforzo di Caritas di riportare al centro l’aiuto, la condivisione, la solidarietà in un mondo egoista e spesso povero di valori.