Sarà che sono un paio d'anni che non scrivo più da queste parti, ma ora che ho iniziato mi sembra di essere tornato a casa e non ho più voglia di smettere...
Vi ho raccontato del primo e ultimo giorno della nostra avventura moldava, ma in mezzo sono davvero tanti gli aneddoti che potrei elencarvi...
Prima però un ringraziamento a tutto il gruppo, senza nomi classifiche o peculiarità... siamo stati grandi!!! E il fiume in piena di post targati Moldova 1 che sta inondando questo blog è una cosa che mi piace un sacco!!!
Ma dicevamo... quante cose successe in due settimane ma fra tante ecco due immagini:
Jenia (si scrive così?) è un ometto “down” sulla cinquantina che tutti i giorni usufruisce della mensa sociale di Ucrainca. Capisce tutto quello che gli dici ma purtroppo non riesce risponderti o meglio lo fa nel modo migliore con il sorriso!
Sempre con noi durante le attività coi bimbi provava a stare un po' in disparte per “non disturbare” ma poi... eccolo a scrutare un'attività manuale... a scompisciarsi per “Una sardina” e ad origliare le nostre riunioni di fine giornata. Insomma è stato uno del gruppo e quando non c'era gli sguardi scrutavano l'orizzonte in cerca del suo arrivo. Arriva l'ultimo giorno.. il momento dei saluti... Jenia c'è.. ma è li solo soletto con la faccia un po' triste.. foto di gruppo viene anche lui... ultimi saluti e lui è sempre li... spunta una maglietta dei volontari di Diaconia e lo chiamiamo “Jenia vieni qui”.. gli regaliamo la maglietta, ci guarda, sembra quasi non crederci, ci riguarda e alla fine ride. Spettacolo di un Jenia, è li, impaziente non sa cosa fare si rigira la maglietta fra le mani e alla fine via la maglietta che ha su e si mette quella nuova giusto il tempo di fare una foto assieme e poi sopra si rimette anche quella vecchia quasi come a voler custodire il “prezioso” regalo. Ci salutiamo Jenia ride è contento e sono sicuro che, se anche potesse parlare, non riuscirebbe a esprimere quello che si vede dipinto sul suo viso.
Razalai – Martedì 10 Agosto ore 21.00 – Sono seduto sui gradini della scuola di Razalai che ci ospita, davanti a me una decina di bambini, più o meno gli stessi che si alternano dalle nove di mattina. C'è chi gioca con un pallone da mare “ricomposto” con lo scotch e da rigonfiare ogni 5 minuti, chi intona un bans del pomeriggio chi invece si fa coccolare dai nostri volontari.
Guardo la scena, 1, 2, 5, 10 minuti.. mi estraneo da tutti e tutto e inizio a pensare ma senza capire. E' ormai buio, noi siamo sullo sfinito, ma i bimbi ancora li carichi di energia per gustarsi con noi gli ultimi attimi della giornata. Guardo ancora e rimango sconvolto da questa scena di normalità. Un pallone bucato, dei canti, una boccaccia e tanta tanta felicità. Mentre guardo mi immagino a casa mia dove i bambini se non hanno il pallone nuovo dei mondiali fanno i capricci e le bimbe ballano al ritmo dell'ultima hit del momento. Riapro gli occhi e rivedo i bambini e... continuano a giocare!!! Mi sembra tutto così normale e cosi strano... cosa ci dovrebbe essere di così strano in bambini che giocano con la prima cosa che hanno in mano e ridono strimpellando motivetti senza senso??? Sono dei bambini.. devono giocare e loro lo stanno facendo!!!! Poi arriva Chiara mi fa: “Tutto ok? Qualcosa non va?”.... e io “Tutto Zuper Puper!!!” anche se non devo essere stato molto credibile...
Con la foto di Jenia e i bimbi di Razalai mi torna spesso in mente il tema “Zero Poverty” del quale abbiamo discusso coi volontari moldavi e italiani, sulle possibili azioni da fare ma anche solo semplicemente di quella che era la “questione”. Penso ancora una volta a “Zero Poverty” ma mi ritornano in mente i “sorrisi muti” di Jenia e la “felicità normale” dei bimbi di Razalai momenti di una ricchezza infinità prodotti da una semplicità estrema e che mi fanno urlare ancora una volta quello che è stato il nostro slogan:
“MOLDOVA 1 - POVERTY 0”
Semplicemente....GRAZIEEEEEEE!!!!!!!
Ste
Vi ho raccontato del primo e ultimo giorno della nostra avventura moldava, ma in mezzo sono davvero tanti gli aneddoti che potrei elencarvi...
Prima però un ringraziamento a tutto il gruppo, senza nomi classifiche o peculiarità... siamo stati grandi!!! E il fiume in piena di post targati Moldova 1 che sta inondando questo blog è una cosa che mi piace un sacco!!!
Ma dicevamo... quante cose successe in due settimane ma fra tante ecco due immagini:
Jenia (si scrive così?) è un ometto “down” sulla cinquantina che tutti i giorni usufruisce della mensa sociale di Ucrainca. Capisce tutto quello che gli dici ma purtroppo non riesce risponderti o meglio lo fa nel modo migliore con il sorriso!
Sempre con noi durante le attività coi bimbi provava a stare un po' in disparte per “non disturbare” ma poi... eccolo a scrutare un'attività manuale... a scompisciarsi per “Una sardina” e ad origliare le nostre riunioni di fine giornata. Insomma è stato uno del gruppo e quando non c'era gli sguardi scrutavano l'orizzonte in cerca del suo arrivo. Arriva l'ultimo giorno.. il momento dei saluti... Jenia c'è.. ma è li solo soletto con la faccia un po' triste.. foto di gruppo viene anche lui... ultimi saluti e lui è sempre li... spunta una maglietta dei volontari di Diaconia e lo chiamiamo “Jenia vieni qui”.. gli regaliamo la maglietta, ci guarda, sembra quasi non crederci, ci riguarda e alla fine ride. Spettacolo di un Jenia, è li, impaziente non sa cosa fare si rigira la maglietta fra le mani e alla fine via la maglietta che ha su e si mette quella nuova giusto il tempo di fare una foto assieme e poi sopra si rimette anche quella vecchia quasi come a voler custodire il “prezioso” regalo. Ci salutiamo Jenia ride è contento e sono sicuro che, se anche potesse parlare, non riuscirebbe a esprimere quello che si vede dipinto sul suo viso.
Razalai – Martedì 10 Agosto ore 21.00 – Sono seduto sui gradini della scuola di Razalai che ci ospita, davanti a me una decina di bambini, più o meno gli stessi che si alternano dalle nove di mattina. C'è chi gioca con un pallone da mare “ricomposto” con lo scotch e da rigonfiare ogni 5 minuti, chi intona un bans del pomeriggio chi invece si fa coccolare dai nostri volontari.
Guardo la scena, 1, 2, 5, 10 minuti.. mi estraneo da tutti e tutto e inizio a pensare ma senza capire. E' ormai buio, noi siamo sullo sfinito, ma i bimbi ancora li carichi di energia per gustarsi con noi gli ultimi attimi della giornata. Guardo ancora e rimango sconvolto da questa scena di normalità. Un pallone bucato, dei canti, una boccaccia e tanta tanta felicità. Mentre guardo mi immagino a casa mia dove i bambini se non hanno il pallone nuovo dei mondiali fanno i capricci e le bimbe ballano al ritmo dell'ultima hit del momento. Riapro gli occhi e rivedo i bambini e... continuano a giocare!!! Mi sembra tutto così normale e cosi strano... cosa ci dovrebbe essere di così strano in bambini che giocano con la prima cosa che hanno in mano e ridono strimpellando motivetti senza senso??? Sono dei bambini.. devono giocare e loro lo stanno facendo!!!! Poi arriva Chiara mi fa: “Tutto ok? Qualcosa non va?”.... e io “Tutto Zuper Puper!!!” anche se non devo essere stato molto credibile...
Con la foto di Jenia e i bimbi di Razalai mi torna spesso in mente il tema “Zero Poverty” del quale abbiamo discusso coi volontari moldavi e italiani, sulle possibili azioni da fare ma anche solo semplicemente di quella che era la “questione”. Penso ancora una volta a “Zero Poverty” ma mi ritornano in mente i “sorrisi muti” di Jenia e la “felicità normale” dei bimbi di Razalai momenti di una ricchezza infinità prodotti da una semplicità estrema e che mi fanno urlare ancora una volta quello che è stato il nostro slogan:
“MOLDOVA 1 - POVERTY 0”
Semplicemente....GRAZIEEEEEEE!!!!!!!
Ste
!
RispondiElimina(e il coccodrillo?)
ciao perch eno vieni a trovarci ?
RispondiEliminaun bacio
oxana
elena
tanya
www.bestmoldova.com
E il coccodrillo? E il coccodrillo? E il coccodrillo come fa.... ta ta ta ta ta....
RispondiEliminaCiao Oxana, Elena e Tanya! Ci si vede la prossima vacanza!!!