Quanto è difficile essere RELATIVI?
Si dice sempre di affrontare la differenza con relatività,
ma fino a QUANTO possiamo essere relativi?
Partiamo con un bagaglio di certezze difficilmente sradicabili
che ci rende complicato incontrare l’altro o conoscerlo.
Volontariamente non parlo di CAPIRE e comprendere.
Mi fermo ad un livello inferiore che semplicemente è avere
la CONSAPEVOLEZZA che esiste un altro e ACCETTARNE l’esistenza, al di là di
moralismi e attribuzione di valore.
…e anche chi cerca di incorporare questo relativismo con
atteggiamenti e parole, rischia di essere presuntuoso nel definire l’altro
“assolutista” e percepire se stesso come “relativista”. Si ricade nel circolo
del pregiudizio e della sensazione di superiorità che ti trasforma in un “assoluto
relativista”.
Sembra un pensiero contorto , o forse lo è.
La cosa strana è che questi TRIP MENTALI non nascono dallo
scontro- incontro fra la cultura boliviana e quella italiana, come sarebbe più
facile pensare!
Questi pensieri confusi e disordinati mi affiorano alla
mente dopo una semplice cena, guarda un pò…tra tre italiani.
Ora, potrei andare avanti all’infinito a costruire castelli
filosofici, ma non credo sia il caso…mi ritroverei in men che non si dica nel centro
di cura psichiatrico più vicino! Se qualcuno vuole continuare dopo di me, si
faccia avanti e mi faccia avere la risposta!
VI PREGOOO
Almeno da tutto sto disastro di flussi di neuroni possono
nascere delle riflessioni un po’ più concrete!
Per esempio, posso partire dicendo che mettersi in contatto
con l’altro non è mai facile. A volte lo è un po’ di più, magari per sensazioni
di “pelle”, a volte lo è di meno.
È difficile l’incontro e non credo esista una modalità
scientificamente provata essere adatta per tutti, con tutti e in qualsiasi
momento ( A.A.A. cercasi risolutore di conflitti!).
Forse, partendo dall’esperienza personale, ciò che penso si
possa fare è provare a essere APERTI e a LASCIARSI VIVERE dalle cose, dalle
situazioni, dalle persone; SOSPENDERE IL GIUDIZIO di pancia, EVITARE INUTILI
PARAGONI, RIFUGGIRE LE CRITICHE.
Almeno in un primo momento, nella fase dell’incontro.
Accogliere tutto; così come un computer, registrare “dati”.
Poi però, ritorniamo ad essere UMANI, non ancora immuni da
ragioni, sentimenti ed emozioni.
Bene. Ora il mio cervello ha bisogno di zuccheri…ARRIVO
BISCOTTI!!!!
Ps. Mettete in pausa il cervello con le prossime immagine e
state solo a guardare.
Una giovane artista di strada nel centro di Cochabamba |
Mercato di Santa Barbara |
A volte Chiesa, a volte scuola |
Dia de los muertos. Desaparecidos. |
Nessun commento:
Posta un commento