domenica 1 novembre 2015

Appunti dei primi giorni a Beirut


E' domenica pomeriggio e sono passate poco più di tre settimane da quando ho percorso i miei primi passi a Beirut.
In realtà non erano proprio i primi, dato che durante un viaggio di qualche tempo prima in Libano c'ero già stata, ma anche se qualche strada era già familiare adesso guardo tutto in un'ottica molto diversa, pensando all'anno di servizio civile che mi aspetta.  
E' difficile raccontare le prime impressioni di una città così particolare, ed è un'impresa titanica riordinare i tanti pensieri e le emozioni di questi primi giorni. 



Beirut non è una bella città, o perlomeno non rientra in alcuno dei canoni di bellezza standard.
E' caotica e incasinata, piena di odori sgradevoli, immondizia ammassata per strada e immondizia bruciata.




Il centro della città è quasi tutto ricostruito, pieno di palazzoni vuoti e strade deserte.
Il souk del centro non ricorda per niente i mercati delle città mediorientali, piene di spezie profumi e vita di strada. E' un enorme centro commerciale all'aria aperta, con tanto di Starbucks e negozi di alta moda.


Beirut è la città del simbolo, delle statue religiose e delle bandiere colorate, che rappresentano partiti politici o identità religiose.





Ogni quartiere è stigmatizzato dalla propria appartenenza, anche se spesso moschee e chiese convivono negli stessi spazi creando apparente confusione.



E' anche la città delle contraddizioni, della ricchezza ostentata con yacht e Ferrari tra famiglie di profughi che vivono e dormono per strada.


Anche se all'apparenza sembrerebbe poco ospitale e ancor meno attraente, nasconde una propria bellezza intrinseca carica di storie e vissuti che la rendono affascinante.

Tra il grigio dei palazzi si intravede il mare blu, tra la puzza di monnezza si sentono i profumi dei narghilè accompagnati da un caffè turco al tramonto e tra il rumore del traffico e dei camion che risalgono a fatica strade troppo in salita si sente il muezzin cantare dai tanti minareti che si allungano verso il cielo. 





Megan





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