Mi sveglio quasi sempre prima che la sveglia suoni, questa sì che è una notizia degna di nota. Nessun gemito di disperazione, nessuna smorfia di fatica: non resto ad arrotolarmi tra le lenzuola nel tentativo di restarvi intrappolata. Ma nemmeno scatto in piedi canticchiando, certo. E' che qui il sole tramonta molto presto: la Luce giovane delle sei del mattino ha già avuto abbastanza tempo per camuffarsi in modo da sembrare un po' più vecchia di quello che è, ma per fortuna il Caldo non l'ha notata, non si pavoneggia e tarda ancora un poco. Diciamo che è un buon momento per alzarsi.
Arianna è già in piedi (dico in piedi, non sveglia) che traffica ai fornelli con la padella per il tè (dico padella perchè non abbiamo ancora trovato un pentolino, ma solo calderoni!) io mi avvicino, le biascico un buongiorno in quella lingua ibrida che ormai abbiamo cominciato a parlare e mentre taglio il pane mi chiedo se sia meglio mettere prima il pomodoro o il sale. Si, il pomodoro e sopra il sale, lo sanno tutti... ma guardate che non sono nemmeno le sei del mattino, che volete!?
Dopo aver armeggiato per un po' con i lucchetti del giardino riusciamo ad uscire: un saluto a Dolores, la vicina e uno a Josè Francisco, il guardiano dell'isolato, prima di svoltare l'angolo e trovarsi sulla strada che collega Managua a Ciudad Sandino. Gli autobus e i camion sollevano la polvere mentre alcuni cavalli brucano a bordopista e le pecore del serraglio qui vicino scampanellano mentre salgono la collina.
Nel frattempo il Caldo ha notato la sua signorina.
Arriva la ruta 133 e saliamo.
A destra, sul limitare di asfalto ed erba, un uomo pedala e spinge avanti una bicicletta scassata.
Alla sua sinistra lo supera un carro trainato da un cavallo grigiobianco, una moto lo affianca, gli taglia la strada e va oltre incurante d'essersi infilata nel mezzo del sorpasso di una camionetta nel cui cassone sonnecchiano sobbalzando alcuni operai.
All'estrema sinistra di questa matrioska di infrazioni passa il nostro bus: un vecchio scuolabus giallo smaltato decorato di scritte, preghiere ed adesivi. Ma lo sprint dura poco, la Cuesta del Plomo non ha mai risparmiato nessuno e non lo fa nemmeno la salita che porta fino a lì, così ci ritroviamo ad arrancare dietro al ciclista che ci eravamo lasciati alla spalle poco fa.
Raggiunta Ciudad Sandino scendiamo per cambiare con la 113, direzione Nueva Vida...la strada ora è sconnessa, devastata da buche e dossi.
Il paesaggio cambia. I muri delle case basse sono dipinti con i colori sgargianti delle pubblicità di biscotti, lubrificanti, compagnie telefoniche... alcuni bambini giocano scalzi per strada, fanno regate di sacchetti di snack vuoti nei rigagnoli di acque nere mentre altri vanno verso scuole e collegi, vestiti con le loro divise biancoblu e con i capelli raccolti in trecce e chignon o petttinati all'indietro con dosi massicce di gel, si attardano per comprare un fresco dal colore brillante e lo bevono mordicchiando un angolino del sacchettino di plastica. Dei polli razzolano legati a dei picchetti di legno, i cani randagi ciondolano da un lato all'altro della strada. Sotto l'insegna di un'officina di saldatura tre uomini forgiano barbecue e cancelli. Una signora cammina sotto una grossa cesta piena di tortillas, grida la sua merce ed elargisce sorrisi. Una giovanissima mamma spinge un'asse di legno a ruote su cui ha inchiodato una cesta, porta a spasso una bimba piccolissima che chiacchiera con un bambolotto. Alcuni ragazzi impigriscono appoggiati a un muro, probabilmente resteranno lì fino a sera.
Il complesso di Redes è un'oasi in mezzo a questa Nueva Vida, che dopo 17 anni tanto nuova non lo è più. Incontriamo Sergio che apre il cancello e spalanca un sorriso: Buenas Dìas Muchachas.
Danilo e Roger: salopette, cappellino con visiera e stivaloni di gomma, rastrellano il cortile e curano le piante: Buenas Dìas Muchachas. Dal despacho del Centro Escolar tuona la risata di Felix, il direttore: Buenas Dìas! E buongiorno a Brenda, a Catarina, a Marta, a Raquel, a Jasmina, ad Haydee e ad Armando.
Nell'ufficio di O.P.C. Marcel ed Edwjin hanno già preso posto davanti al pc: Entonces Muchachas? Que tal amaneceste hoy?
Come ci siamo svegliate questa mattina? Bene, prima che la sveglia suonasse, Arianna ha preparato il caffè, ma io l'ho scordato sul tavolo in cucina.
Elsa
Nessun commento:
Posta un commento