domenica 29 ottobre 2017

Caritas Ambrosiana: una chiamata (in)aspettata

Casa delle Culture di Scicli, estate 2017. È mattina e sono appena entrato al centro, una casa che ospita ragazze migranti, perlopiù nigeriane. In cucina sto aiutando l’operatore di turno a preparare la colazione per le ragazze, chiacchiero con lui e con l’altra volontaria, ancora un po’ assonnati ci prepariamo un caffè. Sono i primi giorni di questa nuova esperienza, e come mi è capitato spesso nei due anni appena trascorsi mi devo ancora abituare ad un contesto tutto da scoprire:  è la prima volta in Sicilia, vivo con ragazze e ragazzi appena conosciuti, ancora mi muovo impacciato negli spazi del centro e non conosco bene le sue ospiti. Vivo comunque a pieno l’entusiasmo del nuovo, malgrado la timidezza e le incertezze iniziali. È una sensazione che ho provato spesso nei due anni precedenti a quest’ultima esperienza: il master in cui mi sono laureato, solo pochi giorni prima della partenza per la Sicilia, mi ha infatti permesso di saltare da una città all’altra del Mediterraneo, di cambiare continuamente contesto, università, lingua, squadra di basket, di vivere intensamente per qualche mese città affascinanti come Barcellona, Venezia, Meknes, Montpellier, Firenze. Ora che scrivo queste righe, mi rendo conto di come il tempo negli ultimi due anni sia vorticosamente accelerato, lasciandomi poco spazio per digerire tutto quello che è successo. Poi il cellulare squilla, un numero sconosciuto compare sullo schermo. Quando rispondo, lo stupore è totale: dalla Caritas Ambrosiana mi chiamano per chiedermi se sono ancora interessato al servizio civile in Libano, per cui avevo svolto i colloqui di selezione poco tempo prima. Il tono di Alberto, il nostro futuro Operatore Locale di Progetto (OLP, sigla che in Libano potrebbe essere alquanto ambigua), è amichevole e scherzoso, lontano dalla formalità che lo caratterizzava durante il colloquio. Quando riattacco, ci metto qualche secondo a realizzare l’importanza di quella chiamata così inaspettata, dell’impatto che avrà sul mio futuro immediato: il servizio civile in Libano, fino a quel momento possibilità remota, diventa certezza, l’ennesimo viaggio si concretizza all'orizzonte, investendomi della felicità euforica che contraddistingue l’idea della partenza. 

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