C’era una volta la zia di un bellissimo bambino nato da poco più di una settimana. Deve dormire molto, recuperare le energie, nutrirsi e stare con la sua mamma e il suo papà. D’altronde nascere non è mica una cosa da poco. Di energie gliene serviranno in grande quantità per affrontare la vita, gli amori, le delusioni e le mille avventure che lo aspettano. E questa sua zia non ha troppi consigli da dargli sulla vita. Spera solo di trasmettergli la sua stessa voglia di vivere e di incontrare l’umanità, di tuffarcisi dentro e di rimanerne, perché no, anche un po’ scottati. Spera che un giorno possa vedere con occhi curiosi e gentili, mai sazi di scoperte. Spera che non si accontenti mai delle cose così come sono, ma che abbia dentro di sé la forza per cambiarle. Spera di raccontargli come mai un giorno è partita per il Servizio Civile in Libano, a Beirut, per incontrare altri bambini come lui, padri e madri proprio come i suoi, per ascoltare le loro storie e sentirsi un po’ più vicina a chi non viene mai ascoltato. Spera di fargli capire che questa terra è grande, piena di colori, odori e popoli, è inaspettata, a volte severa e ingiusta, ma la abitano persone con cui incrociare lo sguardo e dalle quali si può imparare. E così questa zia, che poi sono io, sta per iniziare questa avventura con tanta speranza e con tanto coraggio, lo stesso con cui spera di contagiarlo.
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