giovedì 26 ottobre 2017

Appunti, ponti e partenze


Anno 2009. Milano. Una mattina qualsiasi. 
L’odore di smog appena fuori dalla metropolitana si avverte subito – eh sì che non abito poi così lontano! Son proprio una piccola provinciale abituata all’aria delle campagne di Ozzero. 
Quattro passi a piedi e arrivo in via S. Bernardino. Cerco la sede di Caritas Ambrosiana. Ho un appuntamento e una voglia matta di partire. Arrivo convinta, mossa da un ingenuo entusiasmo, tipico di una diciannovenne che, nel tentativo di trovare la propria strada, inciampa nell'illusione di potersi realizzare salvando il mondo: “Ciao, sono Greta e voglio andare in Africa!”.
Di certo quello che poi udirono le mie orecchie non me lo aspettavo. Non era quel che avrei egoisticamente voluto. Mi diverto a semplificarlo con una distorsione: “Bene, grazie, ma adesso vai a studiare”. 

Anno 2016. Nairobi. Una mattina d'inverno.
Gli odori, la polvere, il fumo, i colori e i suoni si avvertono subito - e, poi, non te li stacchi più di dosso, portandoli iscritti nella memoria, sulla tua pelle bianca. 
Quattro passi a piedi e arriviamo in un campo da calcio ritagliato nel mezzo di Mlango Kubwa. Cerco di godermi ogni momento. Sono qui con gli altri volontari di Amani. Un'associazione che ho conosciuto attraverso il concorso "In un altro mondo" di CEI e Caritas Italiana, a cui ho partecipato spinta dal desiderio di allargare i miei confini e il mio sguardo.
Di certo quello che poi ho sentito nel cuore non me lo aspettavo. Non era quel che avevo precedentemente ipotizzato. Mi piace semplificarlo con queste parole: "Feel free, feel at home".

Anno 2017. Milano. Una mattina di luglio. 
Il caldo estivo in città si avverte subito – eh sì che in montagna era così fresco!
Quattro passi a piedi e arrivo in via S. Bernardino. Ricordo dove si trova la sede di Caritas Ambrosiana. Ho un appuntamento per le selezioni del Servizio Civile. Arrivo tranquilla, mossa dalla curiosità di verificare un interesse, un desiderio “antico” e a tratti anche un po’ inspiegabile: “Mi piacerebbe tornare in Kenya, per più tempo, per mettermi a servizio, per imparare, per capire…”.
Di certo quello che poi è successo non me lo aspettavo. Ed è quel che avevo desiderato e lentamente si è realizzato. Potrei semplificarlo così: “Ciao mamma, vado in Africa”.

Son passati 8 anni. Qualcuno direbbe: “Ne è passata d’acqua sotto i ponti”. 
Sì, in effetti, la vita è cambiata. Greta è cambiata: son cresciuta – forse non solo perché ora ho 27 anni. Non so di preciso quanti chilometri ha percorso il fiume; ma il tempo dell’Università, gli incontri, il discernimento, i distacchi, il lavoro, le avventure, le cadute e le ripartenze hanno intrecciato una storia, variopinta e piena d’Amore.

E oggi ... oggi son qui, all’imbocco di un ponte: si parte!


Il ponte si slancia “leggero e possente” al di sopra del fiume. Esso non solo collega due rive del fiume. Esso non solo collega due rive già esistenti. Il collegamento stabilito dal ponte – anzitutto – fa si che le due rive appaiano come rive. È il ponte che le oppone propriamente l’una all’altra. L’una riva si distacca e si contrappone all’altra in virtù del ponte. Le rive, poi, non costeggiano semplicemente il fiume come indifferenziati bordi di terra ferma. Con le rive, il ponte porta di volta in volta al fiume l’una e l’altra distesa del paesaggio retrostante. Esso porta il fiume e le rive e la terra circostante in una reciproca vicinanza. 
[Heidegger]


Ci vediamo a Mombasa, sul Nyali Bridge!

2 commenti:

  1. Buon viaggio Greta!
    Riempi le tue mani, i tuoi occhi e soprattutto il tuo cuore della forte e colorata umanità lontana dai nostri piccoli orizzonti. Regala la tua sensibilità e la tua saggezza a chi forse non ne ha mai conosciute, da nessuno.
    Poi però torna a seminare di una nuova umanità le nostre piccole e commode certezze. Il Nord del mondo ha bisogno di una nuova generazione che gli indichi come ritrovare la strada dei desideri semplici e della generosità.
    Baci
    Raffaella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Potrei cercare tra le parole un pensiero per rispondere, ma la gratitudine e la commozione si esprimono sempre e solo nella più bella, semplice e piena parola: GRAZIE!

      Elimina