Venerdì 29 Settembre
2017 durante il mio ultimo giorno di lavoro come operatrice presso un centro di accoglienza per
richiedenti asilo si è consumato un
delitto.
Nel bel mezzo dei
saluti ai colleghi, agli ospiti della struttura con cui ho condiviso gli ultimi
due anni, un volontario incuriosito dal momento toccante e straziante mi chiede
perché mi sia licenziata; la risposta è semplice , la so, la accendo; rispondo
che un paio di mesi di prima avevo fatto
domanda per il servizio civile internazionale
e stavo per partire per la Moldova
con Caritas Ambrosiana!
Ed è a questo punto che accade il fattaccio! Augurandomi in bocca al lupo, il volontario, mi chiede che
effetto mi faccia tornare a casa,
tornare a casa in Moldova? Rimango basita ed incredula cerco lo sguardo complice di qualcuno, ma si sa
che quando sei nel momento del bisogno c’è sempre quel fuggi fuggi generale e
ti tocca fare i conti con te stessa e le tue risorse. Decido di rimanere in
silenzio in un primo momento poi di
sorridere ed infine ringrazio per l’augurio.
La prima reazione è quella di guardarmi il dorso della mano, non si sa mai magari ho subito una mutazione
genetica , magari ho pure perso una taglia…ma no…sono sempre io! e sono ancora
nera! è chiaro allora che sto per partire per un posto più esotico di quanto
possa immaginare e difficile ai più da collocare geograficamente. Figata!
Una reazione anomala l’avevo vissuta qualche settimana prima
quando avevo comunicato la mia partenza agli ospiti del centro che mi avevano
chiesto perché mai mi fosse anche solo balenata l’idea di andare in
Moldova. “Faustina…”, mi dice Sekou
scherzando, “ le persone normali
vanno in America, in Europa ma non in Moldova!”
“ Ca… Sekou almeno tu…la Moldova E’ in Europa!!”.
È il 26 di Ottobre e la prossima settimana parto per
Chisinau per un anno, il progetto è corposo, ben costruito e la parte che più
mi affascina è il lavoro con le donne
che incontrerò che sono anche il motivo principale per cui ho aderito. Spero davvero di sentirmi un po’ a casa come mi ha augurato il volontario…
BENTORNATA A CASA FAU!
Per le donne che incontrerò:
Deve
essere a scelta.
Cambiare,
purché niente cambi.
È
facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.
Ha gli
occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi,
neri,
allegri, senza motivo pieni di lacrime.
Dorme
con lui come la prima venuta, l’unica al mondo.
.
Gli
darà quattro figli, nessuno, uno.
Ingenua,
ma è un’ottima consigliera.
Debole,
ma sosterrà.
Non ha
la testa sulle spalle, però l’avrà.
Legge
Jaspers e le riviste femminili.
Non sa
a che serva questa vite, e costruirà un ponte.
Giovane,
come al solito giovane, sempre ancora giovane.
.
Tiene
nelle mani un passero con l’ala spezzata,
soldi
suoi per un viaggio lungo e lontano,
una
mezzaluna, un impacco e un bicchierino di vodka.
.
Dove è
che corre, non sarà stanca?
Ma no,
solo un poco, molto, non importa.
O lo
ama, o si è intestardita.
Nel
bene, nel male, e per l’amor di Dio.
Ritratto di donna, Wislawa Szymborska.
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