Fotografie, video su youtube,
interviste, testimonianze, mazzi di fiori, diretta tv della Veglia Missionaria
celebrata nel Duomo di Milano, messaggi di congratulazioni, telefonate
inaspettate, la gente che per strada, nel mio paese, mi ferma per salutarmi e
complimentarsi.
E’ bastato dire che sarei partita per
il Kenya con il Servizio Civile e...mi è sembrato di diventare subito VIP.
Con tutto l’imbarazzo del caso.
Non sono il tipo di persona abituata
ad essere al centro dell’attenzione, non amo troppo far parlare di me.
Ma stavolta questo dispiegamento di
forze l’ho vissuto quasi come un abbraccio.
Un abbraccio che è partito dai
Missionari Comboniani, che da diversi anni accompagnano il mio cammino di
formazione spirituale e che in realtà ora sento proprio come una famiglia allargata.
Un abbraccio enorme, che come una
serie di cerchi concentrici mi ha presa da lontano e sembra aver avvicinato
pian piano tante persone intorno a me, non solo parenti, amici,conoscenti...ma
più in la, tutto il mio paese, la comunità pastorale, la diocesi, tutta la
famiglia comboniana...in giro per il mondo.
E anche la rete Caritas pian piano si
sta aggiungendo.
Con nuove mani, nuovi volti, nuove
storie di vita che si intrecciano alla mia.
E’ da qui che ha inizio il mio nuovo
viaggio.
Un viaggio che affascina e che spaventa,
che entusiasma e fa sognare.
Un viaggio tanto desiderato che
rimetterà tutto in discussione, che distruggerà le certezze e darà vita a nuove
domande.
Un viaggio che mi permetterà di
creare nuovi legami e che spero possa dare nuova vita ai legami e agli affetti
che lascio qui a casa ma che, come ha suggerito l’arcivescovo Delpini,
ricorderò mentre farò la valigia e porterò sempre con me.
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