“Lloyd,
apri il dimenticatoio che devo buttarci questa brutta esperienza”
“Sir,
prima che la elimini le consiglierei di guardare bene al suo interno”
“Dentro
ci sono solo delusione e rabbia, Lloyd”
“Ma
anche una preziosa scaglia di esperienza, sir”
“Da
sola è troppo piccola per ripagare le fatiche del passato, Lloyd”
“Ma,
insieme alle altre, può farne tesoro per il futuro, sir”
“Ottimo
suggerimento, Lloyd”
“Buona
giornata, sir”
(Tempia
S., Vita con Lloyd, Rizzoli Lizard, 2016, Milano, pag. 78)
Non
posso certo ridurre il mio ultimo anno, trascorso in Kenya con
Caritas Ambrosiana attraverso il Servizio Civile all'Estero, ad una
“brutta esperienza”, ma come spesso mi accade leggendo il libro
dal quale questo pezzo è tratto, c'è una svolta positiva sul finale
che mi spiazza ma mi piace un sacco.
E
forse è così che sento di aver trascorso questo anno fra persone
locali non troppo accoglienti e colleghi troppo arrivisti per capire
davvero l'importanza del lavoro con i ragazzi accolti in Cafasso.
È
sul finale, anzi forse è appena dopo la fine, che ho compreso o
meglio che inizio a comprendere la svolta positiva.
“Allora,
com'è andata in Kenya?” mi chiedono spesso. E come si fa a
racchiudere un anno di vita, di lacrime, di lotte, di sofferenza, di
piccoli ma fondamentali passi fatti, a volte di paura, in una
risposta?
Come
si fa a racchiudere le vite di una ventina di ragazzi che mi hanno
messa in crisi, fatta impazzire, ma ai quali ho voluto un bene
smisurato, in poche frasette?
E
come si fa a trovare un senso a tutta la fatica fatta, alle energie
investite, che non so se e quando daranno frutto?
Però
poi, nella pagina facebook nella quale il suddetto libro è nato,
ecco un'altra ispirazione.
“Lloyd,
cosa si fa quando una difficoltà pare insuperabile?”
“Ci si prova a danzare insieme, sir”
“Perché dovrei ballare con la difficoltà, Lloyd?”
“Per trovare dentro ai suoi occhi la forza necessaria per affrontarla, sir”
“Io però ci vedo solo il mio volto riflesso, Lloyd”
“Appunto, sir. Appunto…”
“Ci si prova a danzare insieme, sir”
“Perché dovrei ballare con la difficoltà, Lloyd?”
“Per trovare dentro ai suoi occhi la forza necessaria per affrontarla, sir”
“Io però ci vedo solo il mio volto riflesso, Lloyd”
“Appunto, sir. Appunto…”
(Tempia
S., Vita con Lloyd https://www.facebook.com/vitaconlloyd/)
Ecco
l'illuminazione, la parola mancante. Cos'hai fatto quest'anno in
Kenya?
Ho
ballato!
Ho
ballato con la vita, con le mie paure, con i miei limiti, con la
nostalgia, con la distanza.
Ho
ballato con la difficoltà, e dentro essa ho trovato la forza per
provare a superarla.
Ho
ballato con me stessa, con una nuova me che si è scoperta e
riscoperta negli occhi scuri e profondi di gente che non mi ha
capita, forse perché non ancora pronta a capirmi.
Ho
ballato con gli occhi dei kenyani, che specchiati nei miei mi sono
sembrati così lontani e a volte invece così vicini.
Ho
ballato con la stanchezza di K. e con la sua euforia nel tornare a
casa, un ballo felice e pieno di affetto. Ho ballato con gli occhi
lucidi di sua nonna quando ha visto comparire suo nipote con una donna bianca nella
sua baracca.
Ho
ballato con W. e ballo tuttora col suo ricordo e con le domande che
mi frullano in testa pensando a se e cosa avrei potuto fare di più.
Ho
ballato con G., con M. e con N. nel breve tempo che trascorrevano in
Cafasso nelle pause da scuola, un ballo un po' impacciato ma felice
nel vedere i grandi risultati da loro raggiunti.
Ho
ballato con Giulia, fedele e preziosa compagna di viaggio, sulle note
della Mannoia e dei Backstreet boys, scoprendo un ballo di coppia che
mi ha arricchita, protetta e sorretta.
Ho
ballato con Maurizio, punto di riferimento lontano ma indispensabile.
Ho
ballato con Giacomino, Nicoletta, Anna, Vale, Silvia, Daniela,
Matilde, Domenico, Angelo, importantissimi amici, capitati nella
danza un po' per caso, ma che mi hanno insegnato passi e ritmi nuovi.
Ho
ballato con i cantieristi Andrea, Daniele, Francesca, Giovanni, Sara,
Sara e Valentina, una danza piena di stupore e di vita.
Ho
ballato con la mia casa in Italia, attraverso la mia famiglia e gli
amici di sempre che non mi hanno mai lasciata.
Ballo
tuttora con i ricordi di una terra che mi ha fatta impazzire,
soffrire, ridere, piangere, conoscermi e crescere.
Ballo
tuttora con le lacrime che parlano di una storia incredibile, che
ogni giorno che passa mi fa sentire grata del tempo passato fra un
sorriso sdentato e l'immondizia di Kahawa West.
Nonostante
tutto, grazie.
Asante
sana Kenya.
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