giovedì 26 ottobre 2017

SERVIZIO CIVILE: come ci si arriva?!

In Cammino verso la scelta del Servizio Civile


Ciao a tutti!

Mi presento, sono Chiara, per gli amici, Chiara Galla. 
Da una settimana ho compiuto 28 anni e tra qualche giorno prenderò un aereo che mi porterà in Kenya, precisamente a Mombasa, per iniziare un anno di Servizio Civile con Caritas Ambrosiana.
Aspetto la partenza con gioia e trepidazione, curiosità e voglia di mettermi in gioco, vorrei che fosse già domani, ma prima ci sarà bisogno di un mese intero di formazione qui a Milano.
Anche se, ripensandoci, il mio cammino di formazione inizia ormai qualche anno fa.
Infatti quello che mi ha spinto a fare domanda per il Servizio Civile sono state le esperienze di volontariato che da sempre ho vissuto nel mio Oratorio, a Castelleone e che negli ultimi quattro anni ho fatto in diversi paesi del mondo, sempre con Caritas Ambrosiana.


L' Oratorio è il luogo in cui sono cresciuta e dove è nata ed è stata coltivata la mia passione per il servizio agli altri… la lista delle attività è lunga: dall'animatrice all'educatrice, da catechista a responsabile del Grest e attrice della compagnia teatrale. Insomma, il pacchetto completo. Ma c'è di bello che ognuna di queste attività mi ha insegnato a lavorare con gli altri, spendermi per loro e sentirmi parte di una comunità che poi è quella cristiana.



A un certo punto, però, in me è scattato qualcosa, volevo vedere se tutto ciò che avevo imparato a  casa era valido anche da qualche altra parte, in altri contesti, lontani, magari anche più difficili… e allora da lì è nato il desiderio di partire e di cercare un'associazione che mi permettesse di farlo rispettando l'idea che io avevo dello stare con e per gli altri.
E' stato così che ho incontrato la Caritas Ambrosiana e ho  partecipato ai "Cantieri della Solidarietà".
Mi ricordo che una delle frasi che mi aveva colpito di più agli incontri di presentazione era lo "STILE DELLO STARE", un'espressione con cui si teneva a sottolineare come Caritas intendeva lo stare in mezzo agli atri, in un contesto straniero, diverso e che ospita… uno stare rispettoso, in punta di piedi, uno stile che predilige l'incontro, il dialogo, il vedere l'altro come persona, come una ricchezza e come un fratello. 
Era così che Caritas proponeva ai giovani di partecipare ad un Cantiere della Solidarietà, che, nel concreto, consiste in 3 o 4 settimane di servizio, in contesti di povertà, vulnerabilità e disagio.

Ed io a 23 anni sono partita per il mio primo cantiere.
E' stata la Bolivia la prima terra che mi ha accolto, nel 2013, dove ho prestato servizio in una comunità per minori orfani e abbandonati, la "Ciudad de los niños". Li si giocava, si aiutava nei compiti, si condivideva tutto, dagli spazi al cibo e ho avuto anche la fortuna di lavorare ogni mattina nella panetteria che preparava il pane per tutta la comunità. Questa esperienza per me è stata come amore a prima vista...dopo, infatti, non sono più riuscita a farne a meno.
Nel 2014 sono stata in Nicaragua, dove mi ha accolto la comunità di Nueva Vida, nella periferia di Managua. Qui studiavano e trovavano un luogo sicuro i bambini e i giovani di strada, così come le donne vittime di violenza, veramente molte in quel quartiere.

Nel 2015 Haïti, nella zona rurale del nord dell'isola, lontana da Port-au-Prince, dove abbiamo organizzato con un gruppo di giovani Animatori haitiani, due "Grest" per i bambini dei villaggi e aiutato in una comunità di monaci benedettini.

Dopo Haїti ho preso un anno di pausa dai Cantieri per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia, in Polonia, con Papa Francesco e 2.500.000 giovani cristiani da tutto il mondo. Mi ricordo che nonostante tutto quell'anno mi era spiaciuto moltissimo non partire e che le parole del Papa che invitata i giovani all'accoglienza dell'altro, all'essere costruttori di ponti e non di muri, a "scendere dal divano" e a mettersi in cammino verso l'altro, io le sentivo proprio dirette a me e non potevo ignorarle.


Dunque dopo un anno intero di servizio in Oratorio, quest'estate sono ripartita con Caritas in Serbia, nel campo profughi di Bogovadja. Lì ho vissuto per due settimane e ho condiviso sorrisi, giochi, storie e pensieri con 250 profughi provenienti da Iran, Afghanistan, Pakistan, Iraq,Siria, Cuba, Africa e Macedonia. Oggi se ripenso a quello che ogni anno mi ha spinto a ripetere questa esperienza lo trovo nel profondo senso di comunità, rispetto, fratellanza, unità e riconoscenza che ogni volta si creava con i ragazzi che partivano con me e con le persone che incontravamo ogni giorno.



Durante ognuno di questi Cantieri si è fatto, per me, sempre più chiaro, visibile e palpabile cosa significhi essere TUTTI delle persone, TUTTI fratelli, TUTTI figli di Dio; ho vissuto la grande famiglia della Chiesa che è presente in tutto il mondo, ho sperimentato il grande potere dell'Amore che si manifesta nei piccoli e grandi gesti o semplicemente nell'essere a fianco di chi ha bisogno.
Dopo aver vissuto tutto ciò non ho potuto non lanciarmi in questa grande scuola di vita e di amore che è il servizio per gli altri... e dunque nel Servizio Civile, proprio con Caritas!
Quindi dite una preghiera per me...e...ci sentiamo dal Kenya!
Chiara

1 commento:

  1. un'esperienza non solo formativa ma di crescita umana, che Dio ci benedica <3

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