Entriamo in casa in punta di piedi.
Ad accoglierci c'è un anziano signore dagli occhi blu intenso che ci fissano in attesa. I capelli grigi e spettinati e la camicia troppo larga.
Ad accoglierci c'è un anziano signore dagli occhi blu intenso che ci fissano in attesa. I capelli grigi e spettinati e la camicia troppo larga.
In molte case, quando entriamo per il
servizio pasti, ci attende già un piatto. Qui no, e allora lo
chiediamo. L'anziano inizia a a cercarlo con
difficoltà. Va in cucina, apre un mobiletto e poi il frigo, ma non
trova nulla. Si sposta in bagno e armeggia per un po'. Oltre una
tenda, una stanza senza finestre, buia e polverosa; sul pavimento
materassi e un cumulo di coperte, poco più in là pezzi di un
computer in attesa di chissà cosa e altri innumerevoli oggetti
posati a terra come rifiuti; in fondo alla stanza un mobile di legno
che lascia intravedere la bellezza che lo deve aver contraddistinto
un tempo e nel mezzo uno specchio ricoperto da uno strato di povere, in cui nessuno sicuramente si specchia più. Sulla mensola, in ordine
tra crocifissi ed immaginette religiose ortodosse, le foto di una
donna: unico segno del passato che deve aver abitato lì.
Delle voci arrivano da una stanza: forse qualcuno parla al telefono.
Delle voci arrivano da una stanza: forse qualcuno parla al telefono.
L'anziano trova il piatto: versato il
pasto al suo interno, usciamo.
Torniamo in quella stessa casa una
settimana dopo.
Il pavimento è pulito. C'è un po' meno polvere, le coperte sono al loro posto sul materasso, nello specchio ci si può nuovamente specchiare e le tende sono ordinatamente legate da un nastro.
Il pavimento è pulito. C'è un po' meno polvere, le coperte sono al loro posto sul materasso, nello specchio ci si può nuovamente specchiare e le tende sono ordinatamente legate da un nastro.
Sembra quasi ci sia più luce. Si
respira un po' di più.
Al nostro arrivo l'anziano signore si
alza dal letto, ci viene incontro e scambiamo qualche parola. Poco
dopo appare un giovane dalla stanza accanto: è la voce che avevamo
sentito parlare al telefono. Ci spiega che un parente è arrivato dal
paese nel fine settimana e li ha aiutati a sistemare casa.
Anche il piatto oggi ci attende sul tavolo e noi, come sempre, versiamo il pasto e usciamo.
Anche il piatto oggi ci attende sul tavolo e noi, come sempre, versiamo il pasto e usciamo.
Usciamo. Ma questa volta sappiamo di
lasciare l'anziano signore in una casa curata, con un pasto caldo e qualcuno
con cui scambiare quattro chiacchiere. Almeno per ora, almeno per un
po'.
Non è sufficiente, non è abbastanza.
Ma è un passo più in là, via dall'isolamento e lontano dalla
solitudine. È segno di un futuro possibile fatto di presenza e
vicinanza.
Irene
Gesti meravigliosi. Un caro saluto. Fernando
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