Come è giusto, è il momento di fare le presentazioni:
Fabrizio
31 anni. Residente a Londra.
Paola
24 anni. Residente a Milano.
Antonello
29 anni. Residente a Milano.
Il cantiere è stato scandito da quotidiani momenti di riflessione sul lavoro fatto, sugli incontri che abbiamo avuto e sulla giornata passata, sempre declinando il tutto sul tema dell' "Accogliere, Integrare, Proteggere, Promuovere".
Ogni giorno bisogna considerare sempre il fatto che, teoricamente, ci aspettiamo di essere noi ad accogliere (i beneficiari della casa di accoglienza, i bambini dell'oratorio estivo...), ma in realtà siamo noi ad essere accolti.
Dunque la domanda ci sorge spontanea: chi accoglie chi? Tutto si esaurisce nel cantiere?
Basta scavare un poco nel vissuto di ognuno di noi per accorgerci che le cose sono un po' più complicate di quanto non sembrino:
- Fabrizio. 31 anni. Residente a Londra. Nato in Italia. Italiano. Immigrato
- Paola. 24 anni. Residente a Milano. Nata in Colombia. Italiana. Considerata immigrata
- Antonello. 29 anni. Residente a Milano. Nato a Milano. Italiano. Figlio di meridionali immigrati
In misura diversa, e in tempi diversi, la nostra storia ripercorre la corsa all'identificazione dello straniero: dai picchetti e i manifesti "non si affitta a meridionali", alla necessità della definizione di una identità italiana, fino alle ultime pulsioni scatenate dalla Brexit.
In sintesi, definire chi sia straniero e chi no, capire in che modo accogliere chi parte, chi arriva e chi si sente straniero e isolato nella propria nazione, sono questioni molto complesse.
Citando don Tonino Bello "Non spetta a me farlo, spetta alle istituzioni: però io ho posto un segno di condivisione che alla gente deve indicare traiettorie nuove; che deve insinuare qualche scrupolo, come un sassolino della scarpa".
Questo può forse bastare, accorgersi che nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa.
Antonello, Fabrizio, Paola.
PS come tutti avranno notato, il post è scritto in font Georgia. Micascemi noi.
Nessun commento:
Posta un commento