Da due settimane il nostro equipaggio è partito.
Siamo ora in Africa, in Kenya, a Mombasa meta da noi tanto attesa quanto desiderata.
Terra che ci sta regalando tante emozioni e sorprese. Il nostro team è formato da persone che non si conoscevano, che si sono ritrovate a dover essere gruppo, a dover vivere insieme e condividere quest'avventura ma che sembrano nate apposta per questo.
Ci sono stati momenti felici, momenti di sconforto, di stanchezza, di fatica ma soprattutto momenti di collaborazione, di attenzione reciproca, di sostegno.
Il nostro team sembra ora una pazza famiglia.
Abbiamo conosciuto la realtà dell' MPU - Centro protetto per bambini vittime di abusi - abbiamo incontrato i suoi piccoli ospiti,i loro sorrisi enormi e le loro braccia felici di stringerci forte.
Abbiamo scoperto una realtà totalmente diversa dalla nostra; camerate puzzolenti e sporche dove i bambini dormono, armadietti rotti e disordinati dove loro tengono ciò che hanno.
Siamo rimasti stupiti quando li abbiamo visti, di prima mattina, pulire insieme. Secchiate di acqua venivano rovesciate sul pavimento e poi loro chini trascinavano lo straccio per pulire il pavimento, con piccole scope di saggina raccimolavano la sporcizia e poi con le mani la raccoglievano.
Le bambine preparano il pranzo per tutti, sparecchiano, sistemano e lavano i piatti a fine pranzo.
Questa è la quotidianità, i bambini imparano a cavarsela da soli.
Abbiamo conosciuto bambini feriti dalla vita, che hanno voglia di vivere e imparare, che amano ballare.
Abbiamo incontrato la realtà del Nyumba ya wazee -Centro residenziale per anziani- gestito da suore grazie alle donazioni ricevute, luogo in cui gli anziani più bisognosi possono trascorrere la loro vecchiaia.
Ci hanno accolto mani ruvide e forti, ci hanno accolto volti segnati dagli anni, sorrisi spontanei e sguardi curiosi.
Ci siamo lasciati travolgere, ci stiamo lasciando travolgere da questa ondata di accoglienza, inaspettata e allo stesso tempo sperata.
Abbiamo incontrato alcuni giovani di Kongowea, ragazzi della nostra età, con uno stile di vita molto diverso da quello dei giovani occidentali.
Ci siamo conosciuti, ci stiamo conoscendo e sta nascendo qualcosa di meraviglioso.
Viviamo in realtà diverse, siamo diversi per molti aspetti: la lingua, il cibo, i vestiti, le case in cui abitiamo, le strade che percorriamo, il lavoro che facciamo, il modo in cui studiamo, il colore della pelle. Sono totalmente diversi da noi ma qualcosa ci lega. Loro hanno verso di noi una cura e un'attenzione sorprendente. Si preoccupano se ci vedono stanchi, distratti o annoiati. Ci siamo sentiti, ancora una volta, a casa.
Con loro abbiamo iniziato il Milkong's Festival nella Parrocchia di Kongowea, con loro collaboriamo per programmare i giochi da proporre ai circa 200 bambini iscritti, con loro balliamo, facciamo animazione, impariamo a mangiare con le mani, impariamo lo Swahili, con loro ridiamo e scherziamo.
Questi giovani stanno dando un valore aggiunto al nostro viaggio, si stanno mettendo in gioco, stanno collaborando con noi ed il nostro equipaggio, grazie a loro, è più forte.
Si sono fidati di noi, ci hanno dato modo di inserirci nel loro gruppo, nella loro quotidianità.
Abbiamo scoperto che l'incontro con l'Altro è possibile grazie all'ascolto reciproco, alla pazienza, abbiamo scoperto che comporta la capacità di mettersi in gioco, di mettersi in discussione.
Abbiamo scoperto la gioia di sentirsi accolti, di essere gruppo, di collaborare insieme.
Abbiamo scoperto che Mombasa è colori, oceano, safari, bambini sorridenti e Chiapati, Tuk Tuk, sporcizia, traffico, piedi scalzi per terra, case in lamiera, Moschee, Templi Indu e Chiese.
Sara.
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