Milano – Beirut, 7 ottobre. Mi preparo a partire per un viaggio iniziato tanto tempo fa, prima ancora che l’idea del Libano prendesse concretamente
forma.
Il mio viaggio in Libano inizia quando incomincio
ad interessarmi ad un mondo che conosco molto poco e che, per motivi che mi è
difficile spiegare, mi attira. Inizia quando mi accorgo che questo mondo è così strettamente
interdipendente che volerne conoscere una parte ti spinge inevitabilmente a
conoscerne altre. Conoscere il
Libano sarà così per me un modo per conoscere anche la Palestina, per conoscere anche
la Siria.
La Palestina e la Siria che incontrerò in Libano sono quelle di chi è
arrivato qui in fuga dalla guerra. È una realtà che ho già incontrato: alla
fermata Dokki della metropolitana del Cairo, dove un bambino siriano con un passaporto
tra le mani è in attesa che qualcuno si accorga di lui; in stazione centrale a
Milano; a Casa Suraya, rifugio temporaneo di famiglie siriane dirette in nord
Europa.
Il mio viaggio in Libano è iniziato anche qui, e da qui prosegue. Yalla!
G. Basilico, Beirut |
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