La parola chiave dell’esperienza boliviana è stata senza
dubbio “compartir”, che in spagnolo (ma anche in italiano) vuol dire
condividere, dividere con qualcuno.
Condivisione, senza ancora conoscerci, di un ideale comune
che ci ha spinto a partire per Cochabamba: durante le giornate di formazione un
po’ timidi ed intimiditi abbiamo parlato del perché andare, delle
aspettative,delle paure e vissuto il momento in cui nasce un gruppo e la voglia
di stare in gruppo.
Abbiamo diviso i panciti della colazione e i cucchiai di
marmellata, gustato insieme la sopa della sera e il mate ad ogni ora, le
saltenas e le empanadas ….Abbiamo fatto insieme lunghe camminate sugli
altipiani andini, traversate della città , passeggiate nel salar, ci siamo
inerpicati per vedere il Cristo, per arrivare alla cascata e per vedere le scimmie
della foresta…condiviso attese, corse, pause e saltelli…taxi-trufi, micro,taxi
e moto taxi!
Abbiamo condiviso la camera, le ciabatte, le compresse di
imodium ed i termometri, le levatacce mattutine e gli abbiocchi serali. Abbiamo
ascoltato insieme i racconti di Padre Enrique e di Hermana Cherubina, condiviso
la comida con padre Gianluca e gli altri volontari della casa di formazione.
Abbiamo festeggiato El Dia de la Rivolucion insieme a tutta la comunità rurale
e Urkupina con i cochabambinos, sentendoci un po’ più boliviani anche noi.
Abbiamo vissuto insieme la gioia trasmessa dai bambini della
Ciudad de los Ninos, i loro sorrisi e gli abbracci fortissimi, i giochi e le
canzoncine…i momenti in cui tutta la felicità del mondo sembra essere in quegli
occhietti neri che ti guardano e nelle mani che stringono le tue.
Abbiamo capito un pochino di più cosa vuol dire fare
servizio, cos’è un cantiere, cos’è la solidarietà…Conosciuto un Paese
bellissimo e pieno di contraddizioni e persone che con il loro operato fanno
davvero la differenza. E forse abbiamo
capito un po’ di più di noi stessi.
Siamo tornati in Italia da due settimane in e, travolta dal
vortice del quotidiano, la Bolivia mi sembra lontanissima…ma oggi, sistemando i
resti della mia valigia, rivivo fortemente ai momenti vissuti insieme… per cui
GRAZIE, perché ho avuto la fortuna di condividere pezzi di vita di chi è stato
con me 3 settimane: la dolcezza di Giorgia, le battutacce di Matilde, i
discorsi profondi della Michi, la tenerezza di Paola, la musica latinoamericana
di Irma, i momenti-zarri di Francy, le avventure uspha-usphesi con Gianluca,
l’entusiasmo contagioso di Cristina. Grazie, perché ho visto cose nuove anche
attraverso i vostri occhi e perché mi sono sentita parte di qualcosa di
bello…grazie perché la Bolivia non sarebbe stata uguale se non l’avessi
compartita con tutti voi!
Eva
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